Napoli, l’incredibile storia del cornetto Algida
Quando accade che la gran massa dei ricordi arriva a tracimare l’ardua diga dell’oblio? Dipende. Forse, dai nostri stati d’animo e dal caso che, d’improvviso, ci pone davanti ad un oggetto, ad un profumo che apre un varco nello sbarramento e permette al torrente dei ricordi di scorrere impetuoso. Ed ovviamente ciò accade in modo del tutto imprevisto.
La cosa mi è capitata di recente, mentre, insieme a mia moglie facevo la spesa, come di consueto al supermercato. Lì, da una delle vetrine frigo, ella ha estratto una confezione di sei cornetti Algida.
La vista di un prodotto già visto innumerevoli volte, ha dato, senza un motivo apparente, la stura ad un vecchio ricordo, legato ad una delle incredibili storie di Napoli.
Nacqui sul limitare della prima metà del secolo scorso, a Napoli, in via Emanuele Gianturco, posta in un quartiere periferico che era stata duramente colpito dai bombardamenti anglo americani, per la sua prossimità alla vecchia zona industriale.
A poca distanza da casa mia era un negozio di gelati gestito da un certo Spica. Uomo, costui animato da un notevole spirito di intraprendenza, dote indispensabile per sopravvivere in quei difficili anni del dopoguerra e per cercare di progredire migliorando il proprio status in seno ad una società che occorreva ricostruire fin dalle fondamenta.
Avvenne pertanto che lo Spica conosce, nel 1953, un ingegnere di origini austriache, un certo Wiesner, ebreo scampato ai lager nazisti ed ex partigiano.
Alla fine del conflitto Wiesner ottenne dagli americani ad un prezzo irrisorio alcuni macchinari per la produzione di gelati industriali. Allora, con l’apporto finanziario di un terzo socio, Spica e Wiesner fondano una società cui viene dato il nome di “Soave Gelati”. Gli unici due prodotti della neonata ditta sono il “Cremino”, uno stecco di gelato al latte ricoperto di cioccolato e la “Bomboniera” una scatola di cartoncino contenente cinque bon bon di crema al latte ricoperti di cioccolato.
Il furgoncino con cui i loro prodotti erano distribuiti era di color marrone scuro su cui spiccava la scritta in bianco “Ais Crim” ossia il modo in cui in inglese si pronuncia il nome del gelato, ossia Ice Cream. I gelati Soave erano venduti essenzialmente nei cinema, nell’intervallo tra il primo ed il secondo tempo e spesso anche negli stadi durante le partite di calcio. Nella bottega che tuttavia restava in attività si vendeva il gelato artigianale servito nei coni.
L’invenzione del cono per il gelato è un’invenzione che risale al 1886 ed è attribuita ad un immigrato italiano di nome il pasticciere bellunese Italo Marchioni, che ne ottenne, nel 1903, il brevetto recante il numero 746971.
Nel 1912 l’inventore Frederik Brukman, che viveva in Oregon mise a punto una macchina che permetteva di arrotolare le cialde in maniera meccanica ed avviò quindi la produzione industriale dei coni per il gelato.
Tuttavia se la produzione della cialda era stata industrializzata, non altrettanto era possibile per la produzione dei gelati col cono. Infatti la cialda a contatto con la crema di riempimento rammolliva e si deformava.
A risolvere il problema intervenne, ancora una volta, il genio italico incarnato nel nostro gelataio Spica. Egli era dotato di una grande intraprendenza ed era un uomo assai curioso e, dopo innumerevoli tentativi, mise a punto un preparato a base di zucchero, olio e cioccolato, che, spalmato sulla faccia interna del cono, rendeva la cialda impermeabile al contenuto e le permetteva di rimanere croccante.
Grazie a questa sua invenzione iniziò a produrre, con la sua società dei gelati industriali in cono cui, da buon partenopeo, dette il nome di “cornetto”, con riferimento all’oggetto apotropaico assai diffuso nella cultura napoletana. Era nato un prodotto destinato a divenire famoso in tutto il mondo.
La commercializzazione del cornetto della Soave iniziò nel 1961 ed ebbe un ottimo successo di vendita, rimanendo, per 15 anni un’esclusiva della Ditta. Nonostante il grande successo di vendita, nel 1976 il marchio fu ceduto alla società Algida, ditta italiana, nata nel 146 a Roma ed acquistata nel 1964 dalla multinazionale olandese Unilever.
Grazie ai massicci investimenti della Unilever il cui stabilimento è posto nella zona industriale di Caivano ed è uno dei più grandi stabilimenti al mondo, capace di produrre 5 milioni di gelati al giorno) ed alle massicce campagne promozionali il cornetto sotto il marchio Algida è divenuto uno dei prodotti più conosciuti e più iconici al mondo. Al punto che il termine cornetto è entrato nell’uso comune per indicare un qualsiasi tipo di cono gelato.
Inoltre lo slogan che lo caratterizza “un cuore di panna” è entrato definitivamente nell’immaginario collettivo.
