Angelo Rizzoli, storia di un editore
-La stagione d’oro di Ischia
A partire dal terremoto del 1883 e per tutta la prima metà del XX secolo l’isola d’Ischia ha attraversato un periodo di profonda crisi. Durante questo periodo la popolazione ha vissuto in uno stato di profondo disagio a cui unica alternativa era l’emigrazione, che ridusse notevolmente il numero degli abitanti. Numerosi furono infatti gli ischitani che andarono a cercare in Francia, nelle Americhe ed in Australia la possibilità di una vita migliore. L’isola non fu risparmiata nemmeno durante il secondo conflitto mondiale durante il quale fu bombardata sia dagli anglo-americani che dai tedeschi e vide la distruzione del centro storico di Forio e subì ingenti danni a Porto d’Ischia.
Il terremoto di Casamicciola, del 1883 aveva posto fine allo sviluppo economico dell’isola basato sullo sfruttamento delle risorse termali che numerose si trovano sul suo territorio. Per oltre settant’anni e fino ai primi anni Cinquanta non fu possibile avviare una ripresa di quelle attività.
Il rifiorire delle attività turistiche e termali si deve ad un personaggio che nulla aveva avuto da spartire prima con l’isola l’editore milanese Angelo Rizzoli.
Era costui il tipico esempio di self made man all’italiana e di lui Indro Montanelli ebbe a dire: “Il vecchio Angelo Rizzoli è stato molte cose, ha rappresentato un tipo umano estremamente caratterizzato, l’uomo che si è fatto da sé alla milanese. Una delle più grosse figure dell’ultimo cinquantennio.”
Con quella locuzione “alla milanese” il giornalista voleva forse alludere all’impegno con cui i cittadini di Milano si dedicavano alle loro attività. Per essi il lavoro ha, o aveva all’epoca una doppia valenza sia morale che sociale.
Angelo Rizzoli nacque a Milano il 31 ottobre 1889, da famiglia poverissima e suo padre, disperato per non riuscire a mantenere i suoi figli finì suicida al cimitero di Musocco. La madre Giuditta Tamburini, analfabeta cercò di tirare avanti col mestiere di stiratrice dai magrissimi proventi. Fu alla fine costretta ad affidare Angelo all’orfanatrofio milanese detto dei “Martinitt”. Ma pochi anni dopo, nel 1895, affetta da tubercolosi morì.
Ai Martinitt Angelo rimase fino al 1905 frequentando le elementari e imparando il mestiere di tipografo. Dimesso trovò lavoro come operaio in una officina grafica. Ma la sua voglia di rivalsa e la sua tenacia ben presto gli permisero di farsi strada.
Con il premio di 850 lire ottenuto al diploma in orfanatrofio e coi suoi risparmi riuscì a mettersi in proprio come tipografo indipendente e fondando la Società Editoriale Angelo Rizzoli.
Grazie al suo impegno ed ai suoi sacrifici la società si dotò delle più moderne macchine da stampa ed imboccò un percorso di crescita inarrestabile. Dopo alcune decine di anni Angelo si ritrovò ad essere l’editore di molte delle più diffuse riviste dei suoi tempi. Le sue testate erano: Novella, Il Secolo Illustrato, La Donna, Il Bertoldo, L’Omnibus, Lei, Sette Giorni, Bella, Candido, Il Mondo, Sorrisi e Canzoni ed infine l’Europeo.
Creò le celebri collane dell’Enciclopedia Rizzoli Larousse e la Biblioteca Universale Rizzoli (BUR). Negli anni del boom economico italiano divenne uno dei più importanti editori del paese e la sua notorietà ebbe una crescita vertiginosa.
Accanto all’attività di editore, avviò, sin dagli anni Trenta, quella di produttore cinematografico, avendo intuito, col proprio fiuto che la settima arte era destinata ad occupare un posto importante nel panorama artistico ed economico mondiale.
Fu lui a finanziare alcune delle pellicole che possiamo considerare vere e proprie pietre miliari del cinema mondiale, prodotte dalla sua casa di produzione Cineriz:“La signora di tutti” di Max Ophuls (1933), “Le grandi manovre” di René Clair (1955), “Il quartiere dei lillà” di René Clair (1957), “La dolce vita” di Fellini (1960), “L’anné dernier a Marienbad” di Alain Resnais (1961), “L’eclisse” di Antonioni (1962), “Otto e mezzo” di Fellini (1963)E molti altri film di grande successo.
Quando nei primi anni Cinquanta mise piede, per la prima volta ad Ischia era insomma uno dei personaggi più in vista del paese. Il motivo della sua presenza nell’isola era legato alla richiesta che il dottor Pietro Malcovati gli aveva fatto di partecipare alla ristrutturazione delle terme di Lacco Ameno.
Sbarcò dal suo panfilo, il Sereno, con la sua immancabile sigaretta in bocca e nonostante le lamentevoli condizioni in cui versava l’isola ne intuì le potenzialità di sviluppo turistico e si innamorò dei luoghi. Da quel momento il destino di Lacco Ameno e dell’intera isola non sarebbe sato più lo stesso.
La scelta di investire nell’isola poteva apparire, a molti, rischiosa, ma il commenda decise di scommettere sul futuro di Ischia. Il risultato superò ogni più rosea previsione e portò Ischia a rivaleggiare con la più celebre Capri che, oramai da tempo era divenuta celebre nel mondo intero e meta del turismo di élite internazionale.
Rizzoli acquistò villa Arbusto, una residenza nobiliare del Settecento e ne fece il suo quartier generale ischitano. Lì cominciò ad elaborare numerosi ed ambiziosi progetti di edilizia turistica che prevedevano, oltre alla costruzione delle terme e degli alberghi di Lacco Ameno e di Casamicciola, anche la realizzazione di importanti opere di natura sociale. Il suo intento era quello di avviare uno sviluppo, rispettoso dell’ecosistema, su tutto il territorio dell’isola, mediante la realizzazione di terme, di strutture ricreative e di tutte quelle infrastrutture necessarie al benessere della popolazione locale. In tal modo intendeva fare dell’isola un’unica grande stazione turistica capace di attirare ospiti da tutto il mondo e con un’offerta a misura di ogni categoria.
In quel programma, immaginato da Rizzoli, trovavano posto a Lacco Ameno le ricostruzione delle Terme Regina Isabella (1950 – 1954); la sistemazione della piazza del Municipio (1951); il progetto per un albergo a Villa Arbusto (1952); la demolizione del vecchio albergo Santa Restituta e delle relative terme per costruirvi il nuovo e lussuoso Albergo Regina Isabella e del Royal Sporting (1951 – 1957); la riqualificazione del quartiere di baracche Genala (1953); la costruzione dell’albergo La Reginella e dell’annesso cinema teatro (1953 – 1957); la creazione di una funivia che unisse Lacco Ameno al Monte Epomeo. A Casamicciola era prevista la ricostruzione delle Terme Manzi e dell’accluso hotel, oltre alla ristrutturazione di tutti gli altri edifici termali esistenti, ma oramai vetusti ed in stato di abbandono.
A Barano Rizzoli aveva previsto di rilanciare le sorgenti di Olmitello e di Nitrodi, unitamente alla costruzione di un complesso sulla spiaggia dei Maronti.
A Ischia Porto prevedeva la costruzione di un lussuoso albergo a Corte Romana e l’ampliamento delle strutture termali esistenti. A Forio, in zona Campotese avrebbe dovuto essere realizzato un campo da golf a nove buche ed un piccolo aeroporto.
La villa neogotica di Mezza Torre, sita a punta Cornacchia, avrebbe dovuto ospitare un casinò.
Nel programma erano inoltre previste tutta una serie di infrastrutture di pubblica utilità. Di esse furono realizzati solo l’Ospedale, unico in tutta l’isola, intitolato Anna Rizzoli, dal nome della moglie ed un campo di calcio a Forio.
Il commenda intendeva insomma fare dell’isola la sua personale Sabbioneta dei tempi moderni. Il tutto sarebbe stato gestito da una società avente un capitale di due miliardi e mezzo, gran parte dei quali messi a disposizione dallo stesso Rizzoli.
Grazie al suo incessante lavoro l’isola decollò dal punto di vista turistico e davvero, cominciò a competere con la più famosa Capri. I giornali di Rizzoli e la sua casa di produzione cinematografica funzionarono da cassa di risonanza ed attirarono nell’isola i personaggi più celebri del tempo dallo scià di Persia a Richard Burton e Liz Taylor, da Ester Williams a Clark Gable. Walter Chiari era di casa lì, al tempo della sua relazione con Ava Gardner. Il famoso chirurgo sudafricano Christian Barnard, subito dopo il primo trapianto di cuore da lui eseguito, fu ospite sull’isola, dove conobbe la sua futura moglie. A Villa Arbusto erano ospiti di continuo ministri, intellettuali, industriali, personaggi dello spettacolo ed uno stuolo di belle donne.
Al cinema Reginella si tennero le anteprime di famosi film, tra cui “Un re a New York” di Charlie Chaplin, che inaugurò la sala cinematografica del Reginella. Al celebre attore e regista Rizzoli regalò un prezioso organetto del Settecento, acquistato alla galleria El Prado, che aveva aperto i battenti in piazza Santa Restituta a Lacco Ameno.
Nonostante le benemerenze acquisite, non mancarono i contrasti con le autorità politiche locali ed anche nazionali. Contrasti che resero difficile portare a termine i progetti di Rizzoli. Inoltre gli anni avanzavano e d’improvviso la vecchiaia, quella che era per i latini Senctus ipsa malus, lo sorprese e fiaccò lentamente la sua voglia di vivere. Nonostante ciò dopo la sua morte avvenuta il 24 settembre 1970, Indro Montanelli scrisse, a proposito dell’ultima volta in cui si erano visti:
“Lo vidi tre mesi fa nel suo feudo di Lacco Ameno e non immaginavo neanche che quello fosse il nostro ultimo incontro … Ad Ischia diceva di volersi prendere un periodo di riposo, ma lo trascorreva studiando e discutendo dei progetti di nuove installazioni.”
Dopo la sua morte il figlio Andrea ipotecò tutti i beni ischitani del padre, per acquistare il Corriere della Sera. Avventura questa che ebbe una tragica fine. Ma l’avvento di Andrea pose fine anche alla meravigliosa avventura ischitana della famiglia Rizzoli ed ai sogni degli isolani di competere con le stazioni turistiche più famose al mondo e che attirano il turismo d’élite.
Oggi Ischia sebbene risollevata dalle misere condizioni in cui aveva vissuto fino alla metà del secolo scorso è meta di un turismo di massa che la rende assai diversa da quella immaginata da Angelo Rizzoli, soprattutto dal punto di vista del rispetto dell’ecosistema. La mancanza di rispetto della natura e la cementificazione incontrollata ha portato ad eventi assai gravi e luttuosi. Non ci rimane che sperare nel rinsavimento di chi è preposto alla gestione della cosa pubblica. Una cosa è certa: un’altra figura come quella del vecchio martinitt difficilmente potrà apparire all’orizzonte ischitano.
L’imprenditore Angelo Rizzoli, ritratto eseguito a Milano. Emilio Sommariva. Public domain
