Il Festival di Sanremo un mese dopo, si fa ancora sentire
-di Graziella Di Grezia
E’ trascorso un mese da quando noi Italiani siamo stati attratti, distratti, coinvolti nel Festival per eccellenza della canzone.
Dopo settantaquattro anni e tante generazioni che si sono susseguite, la favola del nazionalismo nella musica leggera funziona ancora, o forse ancora di più.
In questi anni ci siamo cresciuti, abbiamo associato le canzoni più note ad eventi della nostra vita privata e per qualcuno è diventato lavoro.
Ho dialogato con Alessandra Cianciaruso, che del Festival ha vissuto il prima e il dopo, il dentro e il fuori. Lei, Senior Advisor Branded Entertainment, ci ha raccontato le sue emozioni, che reggono al tempo che corre e che dopo un mese si fanno ancora sentire…e allora vuol dire che sono intense e durevoli.
“Perché Sanremo è Sanremo” declama un’ indimenticabile sigla della kermesse. Era il 1995: conduceva Pippo Baudo , Giorgia vinceva e Fiorello si piazzava quinto. Quasi 20 anni sono passati e mai tormentone è stato -da allora- più in grado di sintetizzare in poche parole un’inconfutabile verità. Sanremo non si discute, Sanremo è Sanremo. Evento nazional popolare, rito mediale per antonomasia , cerimonia da “consumare” rigorosamente in compagnia, spettacolo d’arte varia: il Festival conferma ogni anno la sua identità di «rito» condiviso, capace di parlare a tutti e di “ contaminare” anche la città .
Alessandra non ci racconta soltanto ciò che si vede, ma soprattutto ciò che non si vede, ciò che va toccato con mano, di persona, raggiungendo la capitale della canzone, per essere nel posto giusto al momento giusto.
Tutto quello che non vediamo in televisione è infatti riversato nelle vie della cittadina ligure che durante la kermesse diviene letteralmente un parco giochi a cielo aperto. Nella “Settimana Santa” del Festival l’ Ariston diviene, manco a dirlo, meta di pellegrinaggio e foto, metal detector delimitano aree e varchi d’accesso, sosia di cantanti famosi per strada firmano autografi, mentre amanti di karaoke e di performance danzanti si esibiscono senza soluzione di continuità. Una festa della musica consumata con allegria, con grande soddisfazione di albergatori, ristoratori, tassisti e NCC. Mancano appena altri 11 mesi al prossimo Festival . Che dire se non .. W il Festival. Parappappapapparà.
E allora questa atmosfera che da poco è trascorsa lasciando un retrogusto di felicità, vive lo slancio verso il 2025, a cui ci auguriamo di partecipare, perché in fondo ogni italiano prima o poi pensa di sedere su una poltrona dell’ Ariston, anche soltanto per dire “io c’ero”.
