Guerra in Ucraina: il ritorno del professore ostracizzato, il caso di Alessandro Orsini (LUISS)
di Giuseppe Esposito
Ritorniamo sulla vicenda del professor Orsini vittima del neoconformismo e criticato anche dalla stessa università, in cui è docente di Sociologia Internazionale, la LUISS, per le sue idee sul conflitto russo ucraino, espresse nella trasmissione televisiva “Piazza pulita”, condotta su La7, da Corrado Formigli. Il giornalista per evitare di ritrovarsi con l’etichetta di ipocrita e conformista, attaccata addosso, ha invitato di nuovo in trasmissione il professore, dopo lo scalpore suscitato dal suo precedente intervento.
Durante la sua seconda partecipazione al talk show televisivo Orsini ha avuto modo di esporre una sua idea sul tipo di sanzioni irrogate alla Russia dai paesi occidentali. E su quelle che a suo parere dovrebbero invece essere adottate.
Prima di esporre le idee del professor Orsini giova, forse, illustrare le condizioni in cui versava l’Ucraina, già prima del proditorio e vile attacco russo.
Nel paese vi sono più di 100.000 bambini orfani, ospiti di circa 600 istituti sparsi in tutto il paese. Essi sono rimasti privi dei genitori a causa del conflitto che, da circa otto anni, insanguina la parte est del paese. Si tratta della zona del Donbass dove la maggioranza degli abitanti è russofona e ha cercato di sfuggire al controllo del governo centrale. Dopo molti scontri con le i reparti dell’esercito ucraino sono nate le autoproclamate repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk, da poco riconosciute ufficialmente da Putin. Ma gli orfani non mancano nemmeno nella parte occidentale dell’Ucraina. Essi sono stati abbandonati dalle famiglie perché troppo povere per mantenerli. La condizione del paese è generalmente molto disagiata essendo l’Ucraina una delle più povere fra le ex repubbliche socialiste dell’ex Unione Sovietica, dilaniata, da anni, da conflitti interni tra filorussi e filoeuropei.
Ora, su quello sventurato ed instabile paese si è abbattuta la tragedia dell’invasione russa. L’esercito invasore utilizza condotte di guerra spietate ed incivili bombardando senza sosta anche obbiettivi civili e quindi facendo crescere a dismisura il numero degli orfani, già, di per sé, notevole.
Dall’inizio dell’invasione le cifre ufficiali parlano di 474 vittime civili, nella zona orientale, di cui 41 sono bambini. Ma le vittime civili abbondano anche nella restante parte del paese. Secondo l’ONU il numero reale delle vittime sarebbe assai più alto di quello conosciuto, poiché le condizioni attuali del paese impediscono un censimento preciso dei deceduti.
Ora, secondo le teorie del professor Orsini il tipo di sanzioni irrogate dai paesi occidentali alla Russia, non sono quelle al momento più adatte.
Egli, rifacendosi ai suoi studi sulla guerra civile scoppiata nel 2016 nello Yemen ricorda che, in quel caso, l’ONU si comportò in maniera diversa, fissando per le sanzioni un obbiettivo più circoscritto e quindi più facilmente raggiungibile. Dal Palazzo di Vetro, infatti, si decise di legare le sanzioni al numero di bambini uccisi e l’Arabia Saudita, colpevole di quelle morti, fu inserita nella lista nera dell’ONU, con la minaccia di ulteriori inasprimenti delle sanzioni, nel caso che il paese arabo non avesse cercato di ridurre il numero di piccole vittime perite sotto i bombardamenti dei suoi aerei militari.
A quel punto a Riad fu istituita una commissione che aveva il compito di vagliare la condotta dei piloti militari e di prendere seri provvedimenti disciplinari nei confronti di quei piloti che durante le loro missioni causavano vittime tra i minori.
In questo modo il numero di bambini vittime dei bombardamenti calò drasticamente e nel l’ONU tolse i sauditi dalla sua lista nera.
Nella black list dell’ONU vengono inseriti persone, entità e gruppi coinvolti in atti terroristici che sono soggetti a misure restrittive riguardanti il congelamento dei capitali e delle attività finanziarie. Alle misure restrittive si aggiunge poi la collaborazione delle polizie giudiziarie di tutti paesi nella cattura dei soggetti della lista. Questo modo di procedere è tuttavia graduale e le misure non sono applicate da subito, al momento dell’inserimento dei vari soggetti nella lista nera.
Ora ciò che ha sostenuto il professor Orsini a “Piazza Pulita” è il concetto di legare le sanzioni alla Russia ad un obbiettivo circoscritto, quale la riduzione delle morti di bambini a causa dei bombardamenti, allo stesso modo di quanto accaduto con l’Arabia Saudita. Per ottenere tale risultato i russi dovrebbero attenuare i bombardamenti su obbiettivi civili e ciò porterebbe anche ad una riduzione del numero globale delle vittime, poiché è ovvio che i bambini vivono, generalmente, in seno alle famiglie.
Oggi invece avendo legato le sanzioni alla Russia ad un obbiettivo complessivo più difficile da ottenere si rischia di provocare un numero di vittime civili troppo alto e di non ottenere perciò alcun risultato utile dal punto di vista umanitario.
Ora appare del tutto evidente che la guerra in Ucraina difficilmente potrà cessare nel breve periodo e dunque appare più saggio fare ricorso ad un uso strategico delle sanzioni cercando di arrivare ad un cessate il fuoco generale per gradi e lasciando alla diplomazia il tempo per esperire i suoi tentativi.
