E’ morto il fumettista argentino Quino, creatore di “Mafalda”
-di Sergio Del Vecchio-
Mafalda è stato il personaggio uscito dalla matita di Joaquín Salvador Lavado Tejòn, pseudonimo di Quino, morto oggi all’età di 88 anni a causa di un ictus.
Nominato nell’agosto 2010 Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle lettere dal Ministro della Cultura e Comunicazione francese Frédéric Mitterrand, Quino, ha dato vita a vignette di umorismo talora pungenti facendo sorridere e riflettere.
rimasto adolescente orfano prima di madre nel 1945 e di padre tre anni dopo, terminata la scuola dell’obbligo si iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Mendoza che abbandonò due anni dopo. L’anno successivo riuscì a vendere il suo primo fumetto di pubblicità ad un negozio di tessuti. Il suo sogno divenne quello di diventare fumettista. I suoi disegni compariranno da allora regolarmente sulla pagina umoristica di centinaia di quotidiani e periodici latino americani ed europei prima di dedicarsi anche alla grafica pubblicitaria.
E’ nel 1963 che nasce Mafalda, doveva servire per pubblicizzare una marca di lettrodomestici, ma restarono alcune strisce che furono pubblicate da Gregorio, supplemento umoristico della rivista Leoplán, di qui la regolare pubblicazione di mafalda su altre testate e poi libri. Nel 1969 viene pubblicata Mafalda la contestataria con la prefazione di Umberto Eco.
Seguiranno pagine di umorismo pungente su svariate testate e mostre su Mafalda.
E su Mafalda ricordiamo l’opinione di Umberto Eco: “eroe del nostro tempo”; “non sembri questa una qualifica esagerata per il piccolo personaggio di carta e fumo che Quino ci propone. Nessuno ormai nega che il fumetto sia (quando raggiunge alti livelli di qualità) una spia del costume: e in Mafalda si riflettono le tendenze di una gioventù irrequieta, che qui assumono l’aspetto paradossale di un dissenso infantile, di un eczema psicologico da reazione ai mass media, di un’orticaria morale da logica dei blocchi, di un’asma intellettuale da fungo atomico. Siccome i nostri figli si avviano a diventare – per nostra scelta – tante Mafalde, non sarà allora imprudente trattare Mafalda col rispetto che merita un personaggio reale”.