Campionato stregato, ancora un 1 – 2, stavolta sorride la Roma, la Salernitana sprofonda

– di Sergio Del Vecchio

Il Calcio è bello perché è strano. C’è chi si affanna e si danna a cercare risultati e chi senza sforzo apparente se li ritrova per la via e deve solo chinarsi a raccoglierli. E’ quello che sta succedendo alla Roma dopo il cambio di guardia con De Rossi al posto di Mourinho, senza togliere meriti al nuovo allenatore, mette a segno due centri su due senza tuttavia impressionare nessuno. All’opposto la Salernitana, vittima sicuramente di qualche macumba, continua l’astinenza dai risultati in una striscia, si dirà, sfavorevole al pronostico, tuttavia uscendo sempre dal campo a testa alta, tra gli applausi di incoraggiamento della stampa sportiva ed i rimpianti della tifoseria.

Al di là dei soliti assenti, a Pippo Inzaghi manca ancora Fazio in difesa, 3-4-2-1 il modulo del tecnico granata con Daniliuc a sinistra, Gyomber centrale e Pierozzi a destra, i centrali di centrocampo sono Maggiore e Basic, gli esterni Bradaric e Sambia. Solito schieramento in avanti, con Candreva e Tchaouna dietro Simy.

4-3-3 per Daniele De Rossi, che non ha a disposizione Paredes, Renato Sanches, Smalling e Azmun. Kristensen, Llorente, Mancini e Karsdorp il quartetto difensivo, Pellegrini, Cristante e Bove a centrocampo, El Shaarawy, Lukaku e Dybala in attacco.

Il primo tempo

Al fischio d’inizio già si comprendono le intenzioni delle due squadre: fraseggio lento per gli ospiti, Lukaku  riferimento centrale supportato dai due esterni che giocano molto vicino alla punta; tentare il break sulla costruzione avversaria e ripartire veloci attaccando la profondità la strategia dei padroni di casa.

Nei primissimi minuti la Salernitana ha già prodotto diverse azioni pericolose. Subito un lancio interessante di Basic per Simy che lo mette in condizione di correre solo sulla destra, ma il suo filtrante per Candreva viene intercettato e deviato in angolo. Al 5’ Sambia mette al centro per Simy che non sfrutta il vantaggio e fa fallo su Mancini. Al 7’ottima punizione di Candreva in profondità a cercare Thaouna in buona posizione, ma in fuorigioco.

La Roma non riesce a trovare varchi, pur riuscendo a tratti ad avere il controllo del gioco, la Salernitana si difende in modo ordinato e aspetta l’errore degli avversari che puntualmente arriva. Soprattutto, i giallorossi mostrano una preoccupante mancanza di intesa nel reparto offensivo, tanti errori “non forzati” da parte delle punte e dei giocatori che si propongono in fase offensiva ma che restano troppo statici per creare superiorità e pericoli concreti.

Al 13’ l’arbitro Di Bello ferma il gioco perché Pierozzi perde sangue dal naso dopo un manata rifilatagli da Pellegrini. Il terzino granata si vendicherà più tardi stendendo l’avversario e costringendolo alle cure mediche con un colpo da tergo a centrocampo non sanzionato.

Ancora Salernitana, al 23’ magia di Candreva con tunnel a Bove e tiro da fuori di buone speranze alto sulla traversa. Al minuto 30, buon affondo di Bradaric che si fa largo superando Mancini e tentando il diagonale di sinistro, Rui Patricio è attento Ancora un minuto, Cristante perde palla a centrocampo Candreva è lesto a lanciare Thaouna in profondità, il suo affondo termina con un tiro sporco che si ferma sui guantoni di Rui Patricio.

La Roma tenta di fare possesso palla, la Salernitana è brava a creare densità nella sua tre quarti rendendo la vita difficile agli avversari. Dybala non sembra in grande serata.

Di tiri verso la porta se ne vedono solo di colore granata. Ancora al 34’ Bradaric apre per Candreva spostato sulla destra, il tiro di prima intenzione dal limite termina alto di poco. Al 38’ ci prova Simy di testa su cross di Candreva da destra, la sua spizzata è deviata da Llorente in angolo.

Il primo tempo termina con i giocatori che si ammassano attorno all’arbitro Di Bello che aveva appena estratto soltanto il giallo per una brutta scivolata in ritardo di Pellegrini su Sambia sull’out di destra.

Il secondo tempo – il rigore di Dybala

Dopo un primo tempo non entusiasmante per la Roma, giocato a ritmi lenti, piuttosto bloccato nel risultato e nelle azioni, cosa può cambiare il verso della partita se non un calcio di rigore ancora una volta regalato dai padroni di casa?

50’, El Shaarawy dal quadrante sinistro della tre quarti la butta in mezzo a tagliare l’area, salta più in alto di tutti Cristante che tenta di metterla al centro, ma il suo passaggio incontra il braccio di Maggiore in perfetta posizione da giocatore di volley. E’ un film già visto, sembra di rivedere il fallo di Lovato di una settimana fa, è una sensazione strana per tutti, forse anche per l’arbitro Di Bello che si sarà sorpreso pensando magari che in allenamento i difensori granata provano questo tipo di movimento con le braccia larghe.

Dal dischetto Dybala spiazza Ochoa ritrovando il gol che mancava dalla partita con l’Atalanta del 7 gennaio.

Il solito paradosso, dopo il vantaggio la Roma si sblocca e prende a giocare con più scioltezza e tranquillità, cosa che mette in difficoltà la Salernitana che tuttavia riesce a raccogliere le forze per reagire, spostando il baricentro nella metà campo romanista.

Al 60’ una nitida occasione per i padroni di casa, Candreva crossa da destra per la testa di Simy che incredibilmente, vista la sua altezza, arriva scoordinato sul pallone e non riesce a trovare la porta.

Pippo inzaghi cerca di dare maggiore velocità alla manovra, entrano Martegani per Sambia e Kastanos per Basic.

Il raddoppio di Pellegrini

Anche Dybala, dopo un primo tempo abulico, dopo il calcio di rigore sembra uscire dal letargo. Al 64’ si vede una sua invenzione con un pallonetto a scavalcare la difesa e a trovare El Shaarawy libero in area, Ochoa lo ferma, ma Di Bello ferma tutto per offside

Due minuti dopo ancora un lampo di Dybala, stavolta decisivo: l’argentino sul vertice destro dell’area finta di volersi accentrare, in realtà attende l’arrivo di Karsdorp alle sue spalle e lo serve con un tacco perfetto quanto geniale, il cross al centro taglia la difesa granata che sta ancora tenendo la linea ed è completamente scoperta dal lato opposto. Pellegrini in posizione fotocopia del gol al Verona ringrazia e la spinge dentro. Grave la dormita generale della Salernitana ma in particolare di Pierozzi che va a coprire il centro forse pensando di avere qualcun altro in copertura a sinistra e di Tchaouna che si perde completamente Pellegrini.

Sembra il colpo del kappaò eppure i granata sono ancora vivi e dopo due minuti ci provano con Martegani dal limite, il suo sinistro non è controllato da Rui Patricio, ma arriva prima Llorente ad allontanare la palla prima dell’arrivo di Simy.

Il gol di Kastanos

Al 70’ la Salernitana accorcia. Tchaouna si fa spazio su Karsdorp sulla sinistra, il cross stavolta è perfetto al centro a pescare Kastanos che intelligentemente si inserisce nel corridoio centrale dove Pellegrini se lo perde. Il colpo di testa del cipriota è in realtà un appoggio in rete nell’angolo alla destra del portiere.

La semplicità dell’azione del gol di Kastanos, così come quella di Martegani dopo nemmeno un minuto nella partita contro il Genoa, suscita più di un interrogativo. Se questa squadra riesce a segnare con una tale facilità e linearità, perché per novanta minuti architetta invece azioni complicate tentando improbabili e difficili conclusioni?

E’ il momento dei cambi. Per la Roma esce Dybala per Aouar, per la Salernitana esce Gyomber per Lovato e Simy, ancora una prova non sufficiente la sua, per Ikwuemesi.

La Salernitana tenta il forcing finale schiacciando la Roma nella sua metà campo. Al 77’ Candreva prova a mettersi in proprio, il suo tiro è da posizione troppo angolata per fare male, ma Rui Patricio ancora una volta non blocca il pallone, confermando di non essere in serata su questa skill, Thaouna non ne approfitta.

Ancora un cambio per la Salernitana, entra Zanoli per Pierozzi ammonito. L’ex Napoli giocherà con intensità e personalità questi ultimi minuti di gara.

85’ Candreva pescato in area da Kastanos controlla il pallone mettendo fuori gioco Llorente che lo tocca con la mano sulla spalla, non tanto da provocarne la caduta, questa almeno l’interpretazione di Di Bello che fa segno di proseguire. Partono le proteste, gli animi si accendono, fioccano i cartellini. Ce n’è sempre uno per Pippo Inzaghi.

Ultime battute, ancora una protesta al 90’ e un’altra chiamata per Di Bello, Ikwuemesi e Mancini si strattonano in area e vanno giù. Anche stavolta l’arbitro lascia correre, forse influenzato dall’atteggiamento di Ikwuemesi, spesso portato a usare le mani nei contrasti di gioco.

Il finale è solo granata, al 92’ cross di Bradaric per Ikwuemesi che svetta e devia verso la porta, stavolta Rui Patricio blocca a terra.

Ancora una volta si tirano le somme e si fanno i conti col fatto che in fondo al sacco non si è raccolto nulla. Fa specie leggere i dati del tabellino, soprattutto quei 15 tiri in porta della Salernitana, di cui 5 nello specchio, contro i 2 tiri nello specchio della Roma. Le partite si vincono anche grazie alla tecnica individuale e alla capacità di gestire i vari momenti della gara, due fattori che, salvo rare eccezioni, non sono in questo momento nelle corde della Salernitana. Sul piatto della bilancia pesano però come un macigno gli errori individuali: non si può concedere ogni partita un handicap all’avversario in un momento del torneo in cui nemmeno il pareggio può bastare. Al netto delle assenze e della sfortuna si ha sin qui la sensazione che questa Salernitana anche spingendo più a fondo il piede sull’acceleratore più di tanto non possa fare.

Come dirà mister Inzaghi nel dopo partita, “aspettiamo il rientro di Dia e di Pirola”, ma soprattutto dopo le annunciate partenze, c’è da vedere quali sorprese regaleranno questi ultimi scampoli di mercato.

Sergio Del Vecchio Sergio Del Vecchio

Sergio Del Vecchio

Dottore commercialista, giornalista pubblicista, appassionato d’arte, di musica e di fumetto. Ama leggere, disegnare e dipingere. Nel suo percorso professionale si è occupato di formazione e terzo settore. Ha costituito l’Associazione Salerno Attiva – Activa Civitas con cui ha organizzato a Salerno 10 edizioni di VinArte, un format di successo che univa il mondo del wine all’arte nelle sue declinazioni. Nel 2017 è tra i fondatori dell’Associazione culturale Contaminazioni, con cui ha curato diversi eventi e l’edizione del libro “La primavera fuori, 31 scritti al tempo del coronavirus” di cui è anche coautore. Colleziona biciclette e tra i fornelli finge di essere un grande chef.

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