La (ri)scossa di Candreva: Salernitana Atalanta 1-0

di Sergio Del Vecchio-

Nella 35ma giornata la Salernitana a caccia della matematica salvezza incontra l’Atalanta che insegue un posto al sole in Europa. Gasperini, che ha una delle infermerie più affollate della serie A, schiera un 3-4-2-1, con Pasalic e Ederson alle spalle di Zapata ad offendere, Soppy e Zappacosta esterni. A specchio Sousa, che in attesa di recuperare Gyomber in difesa, schiera Lovato centrale fra Daniliuc e Pirola, a centrocampo non ci sono Sambia e Maggiore, che non hanno brillato ad Empoli, né Kastanos e Candreva non al 100%, in attacco Dia e Botheim dietro Piatek.

L’Atalanta parte bene andando sin dall’inizio in pressione molto alta sui portatori di palla granata e portando anche 7, 8 uomini nella metà campo avversaria, con il risultato di schiacciare la Salernitana creando densità sulla tre quarti, situazione certamente più favorevole agli orobici dotati di qualità tecniche superiori.

La squadra di Gasperini colpisce inoltre per le diverse soluzioni tattiche che riescono a disorientare gli avversari creando superiorità numerica: Ederson si sposta a sinistra, Koopmeiners si accentra per lasciare spazio a Soppy che va ad occupare la fascia destra, pronto a partire per affondare e andare al cross, Toloi dalla difesa si inserisce spesso in fase di rifinitura. Il risultato è un monologo di marca atalantina che nella prima mezzora ha già prodotto cinque azioni pericolose.

Pasalic gira di testa su angolo senza riuscire ad angolare; al 13’ un traversone pericoloso di Soppy dalla destra costringe Pirola alla deviazione disperata rischiando l’autogol; al 18’ Zappacosta pesca Zapata in area, ma il colpo di testa non è forte e permette la parata di Ochoa; un minuto dopo ancora il colombiano grazia la Salernitana spedendo alto un colpo di testa in tuffo a pochi passi dalla porta su un ottimo spunto del solito Soppy in percussione sulla fascia destra; al 27’ Ederson, molto mobile, ci prova da fuori impegnando l’attento Ochoa in tuffo.

La Salernitana dal canto suo ha il merito di essere molto ordinata, di giocare senza timori reverenziali e soprattutto di resistere alle continue incursioni avversarie, ma non riesce, nonostante le continue sbracciate di Sousa, ad alleggerire la pressione prendendo il possesso palla. Dia, non in grande giornata come confermerà anche nel secondo tempo, è in posizione molto arretrata, nello stretto è impreciso e perde spesso palla, in avanti soffre la marcatura di Toloi; Botheim è evanescente, a tratti spaesato, al 29’ scivola a centrocampo perdendo un facile pallone e innescando un pericoloso contropiede. Anche Mazzocchi soffre in fase di copertura e non trova spazio per nessuna delle sue fughe sulla fascia; che anch’egli non sia in giornata si vede al 40’, quando arriva il primo tiro in porta dei granata su calcio di punizione da buona posizione: il tiro in realtà è un passaggio a Sportiello fermo al centro della porta.

Dopo la mezzora del primo tempo il protagonista diventa il meteo, con un vero e proprio diluvio sull’Arechi che crea situazioni di gioco al limite. Prima ci prova Koopmeiners su punizione da destra a sfruttare le fortissime raffiche di vento che improvvisamente sferzano il terreno di gioco, il suo sinistro diventa velenosissimo e sfila di poco a lato, poi un lancio in avanti per Zapata rischia di diventare fatale perché il pallone si arresta nell’acquitrino, Ochoa intuisce il pericolo e tenta un’uscita spericolata ignorando Lovato che si è fiondato sul pallone, il colombiano non ne approfitta. Ancora Zapata è protagonista in negativo, mandando alto l’ennesimo colpo di testa da buona posizione, stavolta su cross di De Roon.

La ripresa inizia con il biondo Hojlund al posto di Pasalic. Non piove più ma il terreno è a dir poco pesante e questo condizionerà la seconda frazione di gioco. I giocatori fanno fatica a stare in piedi, si creano improvvise situazioni di pericolo, il gioco diventa falloso, si vedono i cartellini gialli. Sousa deve aver impiegato bene i minuti di pausa negli spogliatoi perché la Salernitana ora parte con un baricentro più alto, l’Atalanta sembra aver esaurito la spinta offensiva. Si vede Bradaric che ora ha più spazio sulla sinistra e comincia a pungere. Al 47’ la Dea è bendata: Soppy nel tentativo di rincorrere Bradaric si infortuna ed è costretto ad uscire, al suo posto Okoli.

Al 56’ la grande occasione per i granata: Zapata scivola sulla tre quarti, Daniliuc che gli sta addosso è lesto ad approfittarne e lancia Dia verso la porta, probabilmente il campo ne rallenta l’avanzata, ma l’attaccante arriva al tiro scoordinato e, solo davanti a Sportiello, calcia alto un rigore in movimento.

C’è tanto rammarico ma si ha la percezione che il risultato potrebbe cambiare a favore dei granata, anche perché l’Atalanta sembra spegnersi progressivamente.  Passano due minuti e gli spettatori sono ancora una volta con le mani in testa. Botheim corre sulla destra e mette al centro un pallone potenzialmente pericoloso, Sportiello esce e respinge in direzione di Piatek che si tuffa a tentare la ribattuta nella porta vuota, ma, forse per troppa foga, il colpo di testa finisce ancora una volta alto.

Entra Muriel per Zapata per dare una spalla al volitivo Hojlund, il giovane danese si muove molto e ingaggia un duello fisico con Lovato che gli tiene bene testa. Poco dopo si fa male anche il centrale Djimsiti, al suo posto entra Demiral, ma in pratica Gasperini ha finito i cambi. Per la Salernitana entra Kastanos al posto di Mazzocchi, in un momento della partita in cui ci sono tanti errori, anche per via del terreno bagnato, Sousa pensa bene di alzare il livello tecnico soprattutto in fase di rifinitura.

All’80’ la svolta, entra Antonio Candreva al posto di Botheim, nei suoi occhi anche dagli ultimi gradini degli spalti si legge la voglia di vincere la partita, è una scudisciata per i suoi compagni e una scossa per il pubblico che sembra impazzito e risponde ai suoi gesti di incitazione. Anche Piatek, che sin qui ha svolto bene il compito di cercare di far salire la squadra, ora incita i suoi e chiama la curva al rush finale, un suo tentativo dal limite è deviato in angolo dalla difesa.

L’Arechi è una bolgia, esce uno stanchissimo Vilhena (forse una sostituzione da anticipare) per Bohinen, siamo alla fine dei 90 regolamentari. L’arbitro assegna 5 minuti di recupero. Candreva al limite serve al volo Piatek che, spalle alla porta, sempre di prima gli restituisce la voleè in modo impeccabile. Il numero 87 si sposta a semicerchio sulla destra prendendo di controbalzo il pallone e indirizza un missile all’angolino che rende vano il tuffo di Sportiello.

E’ l’apoteosi.

Riprende il diluvio sull’Arechi ma la pioggia non la sente più nessuno. La salvezza è un diritto. Nel dopo partita si guarda già al futuro, alla prossima stagione, la presenza del Presidente Iervolino oggi in tribuna sembra un segno del destino, “dobbiamo dare continuità per far crescere questo progetto”- dirà Paulo Sousa – “ci sono tutte le premesse per poter alzare il livello”.

Lo stesso Gasperini, che all’andata aveva rifilato 8 gol alla Salernitana, ora ne tributa gli onori: “la Salernitana è in crescita e sono convinto che l’anno prossimo potrà salire ulteriormente di fascia, è una bella realtà”.

Sergio Del Vecchio Sergio Del Vecchio

Sergio Del Vecchio

Dottore commercialista, giornalista pubblicista, appassionato d’arte, di musica e di fumetto. Ama leggere, disegnare e dipingere. Nel suo percorso professionale si è occupato di formazione e terzo settore. Ha costituito l’Associazione Salerno Attiva – Activa Civitas con cui ha organizzato a Salerno 10 edizioni di VinArte, un format di successo che univa il mondo del wine all’arte nelle sue declinazioni. Nel 2017 è tra i fondatori dell’Associazione culturale Contaminazioni, con cui ha curato diversi eventi e l’edizione del libro “La primavera fuori, 31 scritti al tempo del coronavirus” di cui è anche coautore. Colleziona biciclette e tra i fornelli finge di essere un grande chef.

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