A nord delle mie costole. Il nuovo libro della poetessa italo-albanese Denata Ndreca

Poesie scelte da A nord delle mie costole (le tue coordinate nascoste) Bertoni Aprile 2023

 

Ogni giorno sappiamo dove – ogni –

nostro vero io andrà a finire,

dentro la notte

per le strade dei paesi e delle città;

ma poi di nuovo – il buio ventre –

sa di partorire –

raggi di luce – spasmi di felicità

 

 

Lasciare un pezzo di pane

per chi ha fame –

all’angolo della strada qualcuno ci attende,

giù per le siepi ciotole riempite di acqua

per il cane randagio che ha sete.

Lasciare aperta una finestra –

per la luce che raggiungerà nella notte buia.

Lasciarsi andare verso l’altro –

senza avere paura

 

 

E vede quello che anch’io vedo.

Case con muri bianchi, grandi ombre

che non si tendono la mano.

Vive lì una donna forse ancora viva –

fiamma che si spenge piano piano.

E vede quello che anch’io vedo.

Posate affilate che graffiano il marmo.

Pallido volto che si specchia in cucina –

su labbra ancora rosse – lastra d’acciaio.

 

Sento la carne che mi si stacca dalle ossa.

Amandoti

mi sono scavata con le mie mani –

la fossa

 

 

Gomitolo di vomito

trattengo in bocca.

Il mondo sordo –

vuoto ruota.

Ho finito il tempo.

Taglio la corda.

 

Luce in me – le sue tracce – “Con un’eloquente e citatissima metafora, Sklovskij, critico fra i più traguardanti di ogni stagione letteraria, viene a paragonare il superlativo universo lirico di Anna Achmatova a un raggio di sole penetrato, inatteso, in una stanza buia: una lama di luce a illuminare vividamente uno spazio angusto. Il rilievo, condiviso e ripreso da più correnti critiche, si riferisce a una poetica vista come massimamente circoscritta, polarizzata sulla sentimentalità e sull’interiorità: una narratio poetante che, scavando nel sommerso, personale e corale, si protende, sempre e comunque, verso la luce: bellezza suprema, sinfonia armonica di mille voci in voce sola, profezia di pace.

Ecco, proprio questa luce – in variazione tonale a declinarsi, ad accrescersi e ad affievolirsi, in prezioso giuoco di intarsi, ma mai a spegnersi – fessurante e intessente un quotidiano sovente oscuro sovente dolente, pare essere cifra, pronunciatura, paradigma, razò en si di questa ultima, rapente quanto compiutissima, raccolta di Denata Ndreca, nome di spicco negli ambiti dell’odierno diorama letterario, autrice, meritatamente pluripremiata, plaudita e da pubblico e da critica di settore. Che, con A Nord delle mie costole, questa la catturante titolazione prescelta, giunge al vertice estremo del dettato poetico: fondere, sublimandoli, significato e significante.

E si continua, fra un susseguirsi a cascata di immagini – riuscitissime – a farsi galleria di specchi, mosaico arioso di suoni e di fotogrammi, lacerti abitatissimi di privatissime solitudini, miniature cesellate dalla prismatica smaltatura, riespresse con un verso agile, scolpito, suadente, sempre aderente al tema, che, liberamente, si stringe e si dilata, in policromia versuale ipometrica e ipermetrica, donandoci settenari e novenari di incomparabile perfezione: ché l’autrice ha dominanza totale del linguaggio metrico più alto, quello che, senza forzatura alcuna, trattiene una musicalità interna naturalissima: stigmata della poesia, quella vera. Su tutto, un fiato di lucore astrale, filo conduttore e nucleo magmatico, prius e terra d’approdo, elemento fondativo e fecondativo della scrittura, vessillo del kantiano il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me. A ricordarci, in prezioso alfabeto di luce, che, A Nord della notte, A Nord delle perdite, A Nord del dolore come sale sulle ferite, sempre

Vi è un altro oltre/ oltre l’oltre.

Sempre vi è una Stella che indica la strada/nel buio della sera”

 

Dalla Prefazione di Marina Pratici saggista, scrittrice, candidata al Premio Nobel per la Letteratura.

 

Redazione Salernonews24

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