Il ruolo dei genitori e il problema delle relazioni precoci tra adolescenti
di Luigi D’Aniello-
Il recente tragico episodio di femminicidio avvenuto ad Afragola, che ha visto perdere la vita alla giovane Martina Carbonaro, 14 anni, uccisa con una pietra dall’ex fidanzato Alessio Tucci, 17 anni, ha riacceso il dibattito pubblico sulla prevenzione della violenza di genere e sulla tutela dei minori.
A commentare questa drammatica vicenda, condividendone in pieno il senso di urgenza e responsabilità, è stato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Le sue parole, che hanno suscitato reazioni e riflessioni, affermano: “Ho letto che era fidanzata da due anni con un ragazzo, cioè da quando aveva 12 anni. Non so… io dico …. Siate madri e padri.”
Con questa dichiarazione, De Luca ha sottolineato l’importanza centrale della responsabilità genitoriale nel guidare i figli, in particolare nella formazione delle relazioni sentimentali. La sua osservazione ha acceso un vivace dibattito sull’educazione, sulla presenza dei genitori e sulla diffusione delle relazioni precoci tra adolescenti.
Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le testimonianze e le analisi che evidenziano come sempre più spesso alcuni adolescenti instaurino rapporti affettivi molto precocemente, spesso sotto la pressione di fattori sociali, mediatici o familiari. Questa tendenza, se da un lato rappresenta una normale fase di crescita, dall’altro apre la porta a rischi significativi. Relazioni instaurate senza maturità, con un’educazione sentimentale insufficiente, spesso si traducono in situazioni di coercizione, manipolazione o violenza.
La mancanza di esperienza, di consapevolezza e di un sostegno stabile, facilmente può portare i giovani a coinvolgersi con partner non maturi o in rapporti in cui il rispetto del consenso e della reciprocità è compromesso.
Il caso di Martina, ancora una volta, ci ricorda quanto sia fondamentale intervenire con tempestività e attenzione per prevenire fenomeni di violenza e coercizione tra i giovani. La precoce instaurazione di relazioni sentimentali può esporre i minori a rischi elevati, specialmente in assenza di un’adeguata supervisione familiare per cui ritengo che le istituzioni devono investire con decisione in programmi di educazione sentimentale nelle scuole, in servizi di supporto psicologico e in campagne di sensibilizzazione rivolte a genitori e giovani.
Comunque, tutto ciò non può prescindere dal ruolo cruciale dei genitori che devono essere i principali protagonisti della formazione affettiva dei figli. La presenza attiva, l’ascolto e il dialogo aperto sono strumenti indispensabili per guidare i ragazzi attraverso le prime esperienze di amore, autonomia e responsabilità. Per cui a mio giudizio De Luca ha sottolineato correttamente che, senza una concreta presenza dei genitori, ogni intervento esterno rischia di risultare inefficace. La collaborazione tra società, scuola e famiglia è quindi essenziale per creare un ambiente di crescita più sicuro e consapevole.
