Il Venerdì rileggiamo Poesia “i tuoi vicini più veloci del tuo fiato”
di Graziella Di Grezi-
Oggi torniamo a riflettere su una poesia potente dal titolo semplice ma disarmante: “Home”, della poetessa britannica di origini somale Warsan Shire.
Il testo, tratto dalla raccolta “Teaching My Mother How to Give Birth” del 2011, è diventato un inno contemporaneo per chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà, dando voce al dolore e alla disperazione dei migranti, ma anche di tutti coloro che nella casa non trovano un rifugio, ma un posto da cui partire e allontanarsi per poter sopravvivere. Dal significato letterale a quello simbolico, la casa è da sempre uno dei luoghi più esplorati e motivo di ispirazione per tutta la letteratura in versi e in prosa.
Nata a Nairobi nel 1988 e cresciuta a Londra, Warsan Shire è una delle voci più influenti della poesia contemporanea. I suoi versi esplorano temi come l’identità, l’esilio, la violenza e l’amore, spesso intrecciando storie personali con quelle collettive della diaspora africana.
La sua scrittura, cruda e lirica insieme, ha raggiunto un vasto pubblico anche grazie alla collaborazione con Beyoncé per l’album Lemonade (2016).
Shire ha detto:
“Scrivo perché sopravvivere non è abbastanza.
Scrivo perché nessuno dovrebbe sentirsi solo nel proprio dolore.”
Questa poesia è la disperazione tangibile di chi fugge, come una scelta obbligata per garantire a se stessi e ai propri cari la sopravvivenza.
“Nessuno lascia casa
a meno che casa non sia la bocca di uno squalo”.
Potremmo definirla una poesia visiva, in cui i versi lasciano spazio all’ immaginazione del lettore, che vede di fronte a sé le scene descritte “vedi l’ intera città scappare con te”.
Le immagini sono concrete “il ragazzo con cui andavi a scuola che ti baciava stordita” e restituiscono il senso dell’ urgenza.
E ora rileggiamo la poesia “Casa” di Warsan Shire
Nessuno lascia casa a meno che
casa non sia la bocca di uno squalo
corri verso il confine solo quando
vedi l’intera città scappare con te
i tuoi vicini più veloci del tuo fiato
il respiro sanguinante in gola
il ragazzo con cui andavi a scuola
che ti baciava stordita dietro la vecchia fabbrica di latta.
Home
No one leaves home unless
home is the mouth of a shark
you only run for the border
when you see the whole city
running as well
your neighbours running faster than you
breath bloody in their throats
the boy you went to school with
who kissed you dizzy behind the old tin factory.
