Kursk, da Hitler a Putin
di Claudia Izzo-
L’oblast’, la regione di Kursk, situata tra colline e circondata da fitti boschi, è legata ultimamente nell’immaginario collettivo all’offerta fatta da Putin a Zelensky: «Comprendiamo l’appello del presidente Trump: se i soldati ucraini nella regione russa di Kursk depongono le armi e si arrendono, sarà loro garantita la vita e un trattamento dignitoso».
Intanto, lo stesso Zelensky ha negato che vi sia stato un accerchiamento da parte dei soldati russi.
Ma questo territorio cela, andando indietro nella Storia, una grande vittoria bellica da parte della Russia. Questo terreno, infatti, è stato scenario di una battaglia definita “la più cruenta tra carrarmati della Storia”.
il 5 luglio del 1943 la Germania nazista, dopo la sconfitta colossale di Stalingrado, decisiva per le sorti dell’intero conflitto, credeva ancora di potersi rifare per riprendere l’iniziativa nel secondo conflitto mondiale. Ma è proprio qui che crolla il sogno della Germania.
Sullo scacchiere vi sono i panzer tedesche della Wehrmacht e i T-34 dell’ Armata Rossa sovietica. Il contrattacco russo ha inizio solo quando i tedeschi vengono privati dei reparti blindati, vien messa così in atto la tattica “attesa-offesa”.
Stalin ha dato allo stratega russo, Zhukov, 11 armate, 3300 carri, 20200 cannoni, 2650 aerei. Tantissime le trappole in cui far cadere i nemici nazisti: mine, fossati, postazioni con artiglieria per far arrivare stremare il nemico già stremato al vero combattimento.
Sul terreno russo si avanza con difficoltà. Cingoli in movimento e colonne di fumo. La guerra è guerra, ieri come oggi.
La superiorità tecnologica tedesca viene meno. E’ così che il Kursk divenne una trappola per i tedeschi.
Oggi questo territorio è scenario di altre morti, di altre tragedie. Sudzha, nella regione russa di Kursk, conquistata con attacco a sorpresa nell’agosto 2024 dagli ucraini e sede di una stazione del gasdotto che portava gas russo in Europa attraversando l’Ucraina, sarebbe in mano russa, dopo limitati combattimenti, dopo l’indietreggiare degli Ucraini a poche ore dal vertice di Gedda in cui Washington e Kiev hanno proposto al Cremlino il “cessate il fuoco”.
“Il comando militare sta facendo ciò che deve fare: cercare di preservare la vita dei nostri guerrieri”, ha affermato Zelensky in questo assurdo massacro.
La Russia avanza, secondo dati, controlla territori che considera parte integranti: il 75% delle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson e oltre il 99% di Luhansk mentre l’Ucraina è sulla difensiva in uno scacchiere mondiale in cui l’Occidente deve decidere ancora come e quando muovere le sue pedine.
