La pillola del lunedì: Privacy, chi è costei?
di Luigi D’aniello-
Di fronte all’ennesimo post di “A” che è con “C” e altre sei persone, mi sorge spontanea la domanda: privacy chi è costei?
Viviamo in un’ un epoca in cui tutti parlano di privacy, ma ad onor del vero i fatti ci dimostrano che, realmente, nessuno la desidera.
Una volta si temeva il pettegolezzo e si era gelosissimi della propria vita privata, si taceva su tutto ciò che avveniva all’interno delle mura domestiche, ed imperava il motto: i panni sporchi si lavano in famiglia e non era di moda la oggi tanto strombazzata privacy.
Una volta le celebrità cercavano la riservatezza, ma i giornalisti di cronaca rosa ed i paparazzi li perseguitavano tanto da provocare incidenti perfino mortali, vedi la morte della sfortunata Diana Spencer.
Invece oggi c’è una corsa da parte della stragrande maggioranza della gente a comunicare i propri fatti usando compulsivamente Whatsapp, Facebook, Tik tok, Messenger, entrando in quanti più gruppi possibili, esibendo l’ultimo vestito, postando su Facebook il piatto che si sta consumando, il nome del ristorante, il lido dove si sta, l’evento a cui si sta partecipando per mostrare senza ombra di dubbio che in quel momento si è li.
Come cambiano rapidamente le mode ed i costumi, quello stile di vita riservato che ha caratterizzato la generazione dei nostri genitori e dei nostri nonni è preistoria, oggi impera l’edonismo più sfrenato, c’è una corsa all’ostentazione e ad esibire anche l’evento più insignificante della propria vita su internet.
Oserei dire che oggi di riservato esistono solo i parcheggi per gli invalidi, le poltrone agli spettacoli e i posti ai tavoli dei ristoranti.
