Ricomincio da 6.000

A Napoli il 30 ottobre si è conclusa la manifestazione RICOMINCIO DAI LIBRI. Fiera che ha riunito molti piccoli editori che si è svolta sotto la Galleria Principe di Napoli. Tre splendide giornate ricche di cultura, incontri, parole e soprattutto tanti visitatori che hanno affollato per tre giorni la Galleria di fronte il Museo Archeologico Nazionale. Daria Bignardi, Lorenzo Marone, Diego De Silva, Gianni Solla, Ezio Mauro…e molti altri autori che sono intervenuti per parlare non solo dei loro lavori ma anche per affermare, ancora una volta, lo straordinario potere della lettura e della parola scritta. Tutto bene? No, sembra di no.

Il Comune, che ha patrocinato in un primo momento la manifestazione, ha poi richiesto il canone per l’occupazione del suolo pubblico: 6.000 euro.

Personalmente non voglio entrare nel merito della vicenda perché non sono a conoscenza dei dettagli e delle sfumature che andrebbero approfondite per esprimere un giudizio quanto più oggettivo possibile. Il vero problema è un altro: perché deve essere così faticoso organizzare manifestazioni di qualità?

Il problema non sono i 6.000 euro richiesti, che sono stati onorati.

Una manifestazione che cerca di dare vita ad un luogo misteriosamente abbandonato al degrado e all’incuria di cui nessuna istituzione si occupa da anni, diventa, improvvisamente, oggetto del contendere da parte del Comune che pretende quanto legittimamente dovuto per poter fruire di uno spazio pubblico.

Ma l’imprenditoria privata non andrebbe sempre sostenuta? Chi si fa carico di pensare, ideare, organizzare e progettare eventi che rendono vivo il territorio, che generano un indotto, non andrebbe supportato dalle istituzioni sempre e comunque?

L’occupazione del suolo è una tassa e in quanto tale va onorata. Vero, giustissimo.

Non credo che una cifra come quella di cui si è parlato in qualche modo contribuisca a risanare il bilancio comunale storicamente disastrato del comune di Napoli, personalmente avrei preferito sapere che il Sindaco, gli assessori, il comune e tutte quelle figure sempre pronte a ricordarci i nostri doveri, ogni tanto facessero uno sforzo per collaborare con chi prova a costruire qualcosa di buono nella nostra città.

Questo episodio, piccolo ma significativo, ancora una volta ci ricorda quanta distanza separi le istituzioni dalla quotidianità. Esiste un mondo parallelo fatto di imprenditori coraggiosi e associazioni che tengono acceso un barlume di luce sul buio in cui a tutti i costi vogliono farci vivere. Meno male.

Chiariamo una cosa: le tasse vanno pagate sempre e comunque quando dovute, ci mancherebbe altro.

La mia amarezza è di tutt’altra natura: sono un personaggio atipico perché sono uno di quegli strani animali che si trova a proprio agio tra le parole e i libri. Leggo in media 6/7 libri ogni mese e vedere ostacolata una manifestazione che andrebbe unicamente supportata sempre e comunque, mi dispiace.

Spero che in futuro la manifestazione torni di nuovo lì, negli spazi della Galleria Principe di Napoli.

Spero di tornarci e vedere che finalmente sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza: le reti che tappezzano le pareti di quel monumento sono lì oramai da anni e i lavori per ripristinare gli stucchi e i bassorilievi non sono mai iniziati. Non inizieranno neanche grazie a questi 6.000 euro, lo sappiamo tutti.

Questo episodio mortifica tutti: sicuramente gli organizzatori, ma ancor di più i cittadini che non smetteranno mai di chiedersi cosa significhi occuparsi della cosa pubblica.

Se lo chiederanno ancora a lungo perché è una risposta che aspetto da 55 anni e ancora nessuno è stato in grado di fornirmi.

Umberto Mancini

 

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