Il mondo nelle mani della Cina

di Antonino Papa-

Come la questione Russo-Ucraina influisce sugli scenari economico-finanziari globali

Il dado è tratto, le forze russe sono penetrate all’interno del perimetro che delimita in confini del libero Stato dell’Ucraina ed è di colpo iniziata una nuova era, storica ed economico-finanziaria cui il pianeta si dovrà adeguare.

Che Putin avesse intenzione ferrea di perseguire i suoi target era una cosa logica, e soltanto chi crede alle favole poteva pensare che avrebbe rinunciato al tentativo di annettere l’Ucraina alla Russia. Uno dei pretesti è stata la ventilata ipotesi dell’Ucraina nella NATO in un futuro non lontano seguita poi da altre provocazioni mirate ad ottenere nuovi alibi quali la volontà dei cittadini del Donbass di separarsi dall’Ucraina e, di conseguenza, l’intervento armato per difenderli dagli attacchi ucraini ingiustificati.

Sappiamo tutti che la realtà è ben diversa da come il capo del Cremlino, in perfetto stile cinese, la ribalta all’opinione pubblica e di come nessuno sia riuscito a scongiurare tale atto di prevaricazione in nome della tutela della vita umana e di interessi economici, aggiungo quale mia personale opinione.

Conseguenza di ciò, ed anche per effetto delle durissime sanzioni annunciate dal blocco Occidentale nei confronti della Russia, stiamo assistendo ad una forte tempesta che sta mandando a fondo i principali mercati finanziari mondiali con ovvia e prevista fuga di capitali dalla Russia, svalutazione del Rublo ed indice MOEX (borsa di Mosca) in caduta libera a -33% dopo aver sfiorato l’abisso del -50%.

Le sanzioni decise da USA, UE, Regno Unito, Canada, Giappone ed Australia mirano di fatto a paralizzare l’economia interna Russa: si va dal congelamento dei beni liquidi e di tutti gli asset detenuti direttamente dal Governo russo all’estero, o da magnati e lobbies riferite anche indirettamente al cerchio magico intorno a Putin, allo stop per le banche russe ai mercati europei, giapponesi ed Usa, dal divieto di esportazione verso la Russia di materie prime per lo sviluppo tecnologico fino all’attuazione di politiche strategiche mirate ad indebolire settori di prima necessità.

La domanda che ci poniamo, non essendo questa la prima volta che sono state decise sanzioni contro la Russia, è: funzionerà tutto ciò ? Farà ritornare Putin sui suoi passi fino a liberare l’Ucraina dai carri armati con la stella rossa ?

Una eventuale risposta non può prescindere da una considerazione fondamentale, ovvero che al fianco della Russia di Putin c’è la Cina ed una solida alleanza militare ed anche di carattere economico-finanziario; e proprio in virtù di questi patti la Cina ha condannato pubblicamente l’adozione di sanzioni contro la Russia.

Il Governo guidato da Xi Jinping ha infatti la stessa visione del mondo e dei diritti umani che ha l’establishment di Putin ed è trasparente come l’acqua che fiumi di denaro di provenienza cinese sfoceranno in Russia quale sostegno nei settori più critici.

Il primo intervento che la Cina potrebbe porre in essere a sostegno della Russia è a difesa del rublo con interventi di liquidità mirati ad evitare una svalutazione incontrollabile che condurrebbe al baratro, ricordiamo che la Cina attualmente è una cassaforte all’interno della quale esiste anche l’equivalente di miliardi di dollari in valute di tutte le principali economie e non sarebbe di conseguenza difficile un intervento a sostegno del rublo.

Ma il pericolo più grande, sempre in ottica di una politica economica cinese a supporto della Russia, è ben più preoccupante; la Cina, ad esempio, è il più grande creditore del debito pubblico USA ed una eventuale ritorsione a difesa dei russi potrebbe portare alla dismissione anche di una piccola quota di bonds americani, per spaventare sul serio la Nazione a stelle e strisce e l’intero Occidente.

Inoltre, grazie alle politiche perseguite dalla Cina negli ultimi anni, al fine di appropriarsi del mercato del silicio (per la produzione di microchip), litio e cobalto per dominare il mercato delle batterie, lo sviluppo del settore tecnologico russo sarebbe sostenuto da esportazione di queste risorse verso la Russia e probabile ricatto all’Occidente.

Se pensiamo inoltre a quante aziende occidentali hanno impiantato catene produttive in Cina e a quante banche d’affari e società d’investimento vi hanno asset di miliardi di dollari, si comprende che Xi Jinping ha tra le mani due coltelli, ed entrambi dalla parte del manico.

Allo stato attuale la Cina è l’ago della bilancia che tiene a galla il mondo ed è purtroppo al fianco della Russia, pertanto ciò che le sanzioni Occidentali toglieranno alla Russia dalla porta principale rientrerà probabilmente dalla finestra cinese.

 

 

 

 

 

 

 

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