La Terra della discordia ed il risveglio dell’Islam

di Antonino Papa-

Dissertare su ciò che è la storia d’Israele e le annose questioni mediorientali è un esercizio in cui si sono cimentati i più grandi studiosi, islamisti ed esperti di grandi questioni storiche che caratterizzano, da tempo immemore, gli eventi accaduti in quel sacro e dannato lembo di terra conteso da tre etnie religiose differenti.

Com’è noto, però, si usa dire che “la storia la scrivono sempre i vincitori” e pertanto, districarsi all’interno di infiniti labirinti religioso-ideologici, o deduzioni storiche precostituite e tesi sostenute da menti di differenti vedute, è un compito ancor più arduo se si considera che le verità che delineano i confini spirituali e fisici della Terra Promessa sono ben tre e non una sola.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, a dire il vero, tali verità sono diventate due ,in virtù delle quali, ebraici ed islamici, si combattono sacrificandosi per il proprio Dio, seminando odio e morte, non solo per legittimare la loro visione del mondo, bensì per spartirsi a suon di bombe una Terra senza confini e senza legge alcuna.

I cristiani, ormai, terzi incomodi e senza alcuna voce in capitolo in quella che è diventata una guerra per la sopravvivenza oltre la morte fisica, si sono ritirati in un angolo ed hanno passivamente accettato la verità ebraica; ciò in contrapposizione ai sempre più crudeli ed estremi combattenti in nome di un Islam esasperato quale reazione ad anni di imposizioni d’Israele, con alle spalle gli Stai Uniti, e prim’ancora le Nazioni Unite che, non dimentichiamo, imposero all’allora Palestina di rinunciare a parte della loro terra per far nascere lo stato d’Israele.

Con il passare degli anni, o meglio dei decenni, la terra una volta per l’80% palestinese e per il 20% israeliana è diventata al 90% ebraica ed agli islamici, o meglio ai legittimi proprietari, ovvero i palestinesi, sono state lasciate le briciole ed il popolo è stato relegato in un angolo dal quale non può venir fuori.

Perché tutto ciò? Anziché scrivere la storia da vincitori, cerchiamo le risposte mettendoci dalla parte dei “terroristi” (e lo specifico tra virgolette e caratteri cubitali perché chi scrive è contro ogni forma di violenza, guerra o terrorismo che dir si voglia; meglio ribadirlo onde evitare i soliti insulti di essere pro-terroristi, filo-Putin e simili esternazioni frutto di ignoranza ed autoreferenzialità).

Hamas è diventato per i palestinesi il simbolo della difesa dello Stato della Palestina, al pari di come nei territori occupati dalla criminalità, ove lo Stato è assente, i cittadini riconoscono le mafie come “Stato”. Tale situazione deriva da anni di soprusi imposti dai clan non  adeguatamente contrastati; di conseguenza, come verificatosi centinaia di volte, il popolo si ribella alle Forze dell’Ordine quando, in quei territori senza legge, si arrestano dei criminali.

Sebbene il paragone sia leggermente forzato è sufficientemente esplicativo a comprendere perché il terrorismo abbia rialzato la testa anziché essere definitivamente sconfitto come, erroneamente, si è preteso di pensare dopo l’Iraq e l’Afganistan.

La madre di tutte le domande è l’origine di tutti i mali: perché si è consentito ad Israele (che già aveva ricevuto la propria terra sottratta alla Palestina) di usurpare, in circa 60 e più anni, metro dopo metro, tutto il territorio palestinese spingendo uomini, donne e bambini in un angolo in condizioni di estrema povertà e prigionia?

Se la fisica, come la matematica, non è un’opinione, abbiamo studiato tutti il principio in virtù del quale ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Prima o poi i popoli oppressi insorgono, reagiscono ed escono fuori dal seminato facendo degenerare le proteste in terrorismo prima e guerra poi, in un’escalation inarrestabile per alzare la voce perchè nessuno al mondo ha mai ascoltato le loro giuste ragioni. Tutti i popoli  hanno il  diritto di esistere ma anche di vivere in pace e benessere, ovvero, ciò che i palestinesi  hanno sempre chiesto ai potenti del pianeta.

Coloro che hanno diviso il mondo dopo il Secondo Conflitto Mondiale, però, si sono sentiti in debito nei confronti degli ebrei per tutto ciò che hanno dovuto subire da regimi sanguinari come nazismo e comunismo (ricordiamolo e non facciamo finta di dimenticare!) e, dal momento in cui hanno deciso di far nascere lo Stato d’Israele è come se avessero implicitamente promesso per sempre protezione eterna agli ebrei.

Ma … nell’ambito di questa gigantesca operazione di solidarietà nei confronti del popolo d’Israele, si è andati un po’ oltre perché non è ammissibile che per difendere degli innocenti dai criminali, e dopo aver ammazzato i criminali persecutori, si facciano diventare  gli innocenti come i criminali ammazzati.

In parole povere, nude e crude, si è lasciato che Israele decidesse vita o morte dei palestinesi da mezzo secolo, spingendoli sempre più indietro fino a sottrargli quasi la totalità della loro terra; ciò  al netto dell’atavico odio dei paesi arabi per Israele che è stato, prontamente, addotto come pretesto nei decenni, per armare fino ai denti Israele ed arginare l’ascesa dei paesi Islamici, molti dei quali, messi all’indice come “sostenitori dei gruppi terroristici”.

Per comprendere appieno ciò che accade in quell’area del mondo è sufficiente chiedersi … perché si sostiene l’Ucraina contro “l’invasore russo” e non si sostiene la Palestina contro “l’invasore ebraico che usurpa da mezzo secolo”?

Ciò spiega anche la propaganda occidentale il cui fine è quello di indirizzare la pubblica opinione verso gli interessi delle nazioni i cui fini economici superano la “tutela dei diritti umani e dell’autodeterminazione dei popoli”.

Il terrorismo (non giustificabile in alcun modo) è soltanto una reazione, ed è la punta dell’iceberg di decenni di soprusi occidentali, in Medio Oriente così come in Ucraina, in Iraq, Siria, Libia, Afganistan ed ovunque si decida deliberatamente di non porre fine a guerre e distruzione.

Alla fine, si giunge sempre ed inevitabilmente alla solita conclusione: pecunia non olet.

Antonino Papa Antonino Papa

Antonino Papa

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