Il fiore dal nome fiero e dall’aspetto gentile: le Bocche di leone

Bocche di leone

Fiori di mura, macchie di colore,

bocche di leone, figlie dell’aria,

del sole compagne,

ballerine danzanti al suono del vento e

al canto di rondini di cielo ubriache.

Tenaci si aggrappano

ad antiche crepe, ancelle fedeli

del tubare di tortore e

di frinire di grilli, testimoni

di un lontano passato.

Leggiadre fanciulle di solitaria

bellezza, madri prodighe

di semi a Zefiro leggero.

Sagome dipinte su antichi tetti,

su diroccati dirupi,

dimenticate su disadorni muri.

Vividi schizzi di colore

su svettanti campanili,

su pietre sconnesse,

su solitari eremi, testimoni silenziosi

del miracolo misterioso della vita

 

La bocca di leone comune, antirrhinum majus, è una piccola pianta originaria dell’Europa meridionale e del Nord America. Essa deve il nome alla sua forma che ricorda la bocca e il muso di un leone. La sua denominazione latina deriva dalle parole greche “anti”, che significa simile, e “rhin”, che significa naso o muso. Infatti il nome completo può tradursi in “simile ad un muso“. Ai 73 tempi di Nerone, il medico botanico greco Dioscoride Pedanio (40-90d.C) ne apprezzava in modo particolare i semi, dai quali veniva estratto un olio che, mischiato all’olio ricavato dal giglio, aveva il potere di rendere la pelle più bella. Anticamente, infatti, la pianta veniva coltivata ed usata per estrarre dai suoi semi un olio alimentare.

Fotografia Pixabay License

Clotilde Baccari

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