La Scuola Medica Salernitana candidata all’Unesco come futuro Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità
Una buona notizia sembra, forse, chiudere questo terribile 2020: il 6 Novembre è stata una data storica particolarmente importante per la città di Salerno, che vede finalmente protocollata l’intesa tra il Comune di Salerno nella persona del Sindaco Vincenzo Napoli, la Fondazione Scuola Medica Salernitana col Presidente Corrado Liguori, l’Università degli Studi di Salerno rappresentata dal Rettore Vincenzo Loia e la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino nella persona di Francesca Casule, per la candidatura all’Unesco della “Scuola Medica Salernitana” nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immanentale dell’Umanità. Come afferma il Primo Cittadino della città: “…è un lavoro che dura da tempo che prefigura un futuro di grande momento per la Scuola Medica Salernitana per la diffusione della sua storia e dei suoi valori nel mondo. Noi faremo in modo che divenga oltre a uno strumento culturale importantissimo, un elemento di marketing territoriale che potrà avere dei risvolti economici sulla nostra comunità.”. Per l’Assessore alla Cultura, Tonia Willburger questa intesa risulta essere: “…un passo molto importante per la storia di Salerno e della sua identità storica…, quindi la trasmissione dei suoi valori che sono appunto quelli dell’accoglienza, dell’inclusione e del benessere. Tutto questo è possibile grazie a un progetto di rete tra le Istituzioni più importanti del territorio dal punto di vista scientifico e culturale…per creare una serie di attività che servono per arricchire il dossier della candidatura. Quindi non solo lo storico e tutto quello che è stato realizzato fino a adesso ma una serie di attività che andremo a fare. Una tra queste è un ciclo di conferenze che il Dipartimento dell’Università ha intenzione di svolgere. La prima sarà a fine Novembre-inizio Dicembre, in remoto, sul tema della Scuola Medica Salernitana. Un ciclo di attività realizzate non solo dall’Università ma anche dalla Soprintendenza e da tutte le associazioni che adesso faranno parte del comitato promotore, per promuovere all’interno della città la memoria storica della Scuola che è un modello di sviluppo anche economico per la nostra comunità. La presentazione del dossier è per fine Marzo, ci vorranno 4 anni per avere il riconoscimento, e l’importante è aver siglato il primo passo.”Sono veramente tanti i luoghi storici legati alla Scuola Medica Salernitana, in primis il Giardino della Minerva: primo orto botanico del medioevo e primo laboratorio medico all’aperto, in cui il medico e botanico Matteo Silvatico coltivò e sperimentò centinaia di specie vegetali.
Il Complesso di San Pietro a Corte, con la sua magnifica Cappella Palatina, palazzo voluto dal longobardo Arechi II intono all’VIII secolo, fu sede di riunioni per l’Amministrazione della città, per poi essere eletto, dal XIII secolo anche a luogo istituzionale per il conferimento delle lauree della Scuola Medica Salernitana.
Altro luogo non direttamente collegato alla famosa Scuola Medica, ma importante contenitore di molti attrezzi e strumenti medico-chirurgici datati tra il XVII e il XX, è il Museo “Papi”, situato all’interno dello storico Palazzo Galdieri su via Trotula de Ruggiero. A questa strada è legato un nome importante per la storia della stessa Scuola, poiché Trotula è stata la prima donna medico vissuta intono all’XI secolo e operante al suo interno, la quale approfondì studi sulla ginecologia e l’ostetricia. Alla fine di Viale Unità d’Italia, in pieno centro cittadino, fu realizzato, poco più di un anno fa, un murales dedicato a Trotula voluto su iniziativa della Fondazione Alfonso Gatto in collaborazione con Salerno Mobiltà.
L’opera è un’idea realizzata dal grande artista napoletano Jorit Agoch (il pittore dei grandi volti). Non lontano e sempre all’interno dell’area di parcheggio, è presente un’ulteriore opera realizzata dall’artista salernitano Green Pino che ha tradotto in “forma d’arte su strada” un libro (trattato a carattere educativo-didattico) molto importante per la Scuola, il “Regimen Sanitatis Salernitanum” realizzato tra il XII e il XIII secolo, anche se alcuni studiosi lo fanno risalire addirittura all’XI secolo. Nel cuore del centro storico vi è, inoltre, un interessante museo virtuale dedicato alla Scuola Medica Salernitana. All’interno dell’antica chiesa di San Gregorio, posta su via Mercanti, infatti, si possono ammirare, grazie a tecniche interattive e ricostruzioni stereoscopiche, preziosi codici medioevali conservati nelle più importanti biblioteche d’Italia e d’Europa.
Altro luogo legato all’importante Istituzione salernitana è l’antico monastero di San Benedetto realizzato molto probabilmente nel IX secolo e ampliato nel 1057 dal longobardo Abate Alfano (uomo di grande cultura dedito alla poesia, alla musica e alla medicina frequentando la Scuola Medica).
S’impegnò nel campo della letteratura di stampo medico e molto probabilmente realizzò all’interno del monastero uno “scriptorium” in cui sono stati copiati e miniati diversi codici di medicina. La stessa Cattedrale di Salerno è stata non solo luogo di cerimonia delle lauree dal XVI secolo in poi, ma anche sede di lezioni. Di particolare interesse storico-artistico sono i busti dei santi Martiri salernitani donati, nel XVII secolo, dall’Almo Collegio Medico di Salerno.
Numerose sono, infine, le leggende legate alla Scuola Medica Salenitana, tra le quali si ricordano quella del “Povero Enrico” o di Barliario (medico-alchimista vissuto tra l’XI e il XII secolo d.c.) che si dice abbia realizzato, grazie all’apporto delle scienze occulte, l’Acquedotto dei “Ponti del Diavolo”.
