Se solo avesse ascoltato sua moglie: l’ultima notte del Duce
di Pierre De Filippo-
Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase che è un misto tra sessismo e femminismo? Che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna! Tante volte, tantissime. Spesso è vero. Ma mi piace ricordare anche Rita Levi Montalcini che, invitata a un gran galà di scienziati, alla domanda: “è qui con suo marito?” rispose sagacemente “sono io mio marito…”.
Donna Rachele, invece, al suo posto ci stava e ci sapeva stare, sobbarcandosi anche una generosa porzione di corna, ma certo non era donna silente e remissiva.
Alla vigilia del 25 luglio – che è giorno di tragedia per il suo Benito – aveva ben inteso quali nuvoloni si stessero profilando all’orizzonte. E al Duce l’aveva detto con chiarezza.
“Falli arrestare tutti ancora prima di cominciare la riunione” gli aveva urlato con passione, prima che suo marito uscisse dall’uscio di casa.
Lui l’aveva rassicurata ma poi, durante la riunione, s’era convinto – da uomo suggestionabile e fallibile quali tutti siamo – d’aver fatto cambiare idea alla maggioranza dei gerarchi. Quindi, non solo non li aveva fatti arrestare ma aveva concesso loro di mettere ai voti l’ordine del giorno che aveva presentato Dino Grandi. E la storia aveva preso la piega che prese: 19 votarono contro Benito, 8 gli rimasero accanto ed uno, Giacomo Suardo, si astenne.
Era finita.
Quando era tornato a Villa Torlonia erano le quattro di mattina e Rachele l’aspettava sveglia: “li hai fatti almeno arrestare tutti?”.
Lui, a quel punto, sfatto, sudato e anche un po’ “sfastidiato”, pare le abbia detto: “adda passà a’ nuttata, Raché…”. E la nottata passò.
Alle 9 è già nuovamente a Palazzo Venezia per salvare il salvabile o per fare gli scatoloni. In pomeriggio è atteso a Villa Savoia da Re Vittorio Emanuele, che fa chiamare più volte a Villa Torlonia.
Ad ogni “sì, pronto!” di Rachele la richiesta, pervicace e ridondante, è sempre la stessa: “dite a vostro marito di venire in borghese. Che qua fa assai caldo!”.
Lei lo aspetta, gli riporta l’imbasciata e gli dona un consiglio: “Non andare Benito. Ma non capisci? Vogliono che tu non ti metta la divisa per non dare nell’occhio quando ti arresteranno”.
Ma la lungimiranza del Duce è proverbiale: “quando mai…”.
Lo arrestarono.
“Non andare, non ti lasceranno tornare a casa!”. Non tornò.
“Benito” gli dice il Re “io ti voglio bene e ti ho sempre sostenuto ma ora tu sei l’uomo più odiato d’Italia. Solo io ti sono ancora amico. E proprio perché ti sono ancora amico…ti arresto”.
Salvando le apparenze, che in Italia hanno sempre il loro peso. E allora l’ambulanza sulla quale Mussolini sarà fatto salire dovrà aspettare fuori dai cancelli di Villa Savoia. Non sia mai che si colleghino le due cose.
E poi, certo, “sempre per il tuo bene sarà Badoglio a prendere il tuo posto, che formerà un governo di funzionari. Per ora tu firmami queste dimissioni volontarie” – come usiamo chiamarle da noi – “e poi fra sei mesi le faremo sapere”.
Deve lasciare Villa Savoia in ambulanza per la sua sicurezza, alla quale Vittorio Emanuele tiene moltissimo. Ed ancora lì, in quel momento, mentre a casa Rachele si strappa i capelli, lui tergiversa, si interroga su quelle curiose modalità di uscita di scena, spera di tornare a Villa Torlonia.
Nemmeno quando l’ambulanza prende la strada della caserma dei carabinieri lui rinsavisce: “che giro strano che stiamo facendo. Sarà per farmi conoscere meglio Roma?” si chiede dubbioso.
Invece lo arrestano, proprio come aveva profetizzato sua moglie. Che se solo l’avesse ascoltata…
Il Re comunque si è tolto un grand peso. Pensa di aver salvato la monarchia gettando la ventennale eredità della dittatura sul marito di Rachele e di aver messo l’Italia al sicuro nelle mani del generale Badoglio.
Che, ad un certo punto, non sapendo bene cosa dire, se ne uscirà con “la guerra continua…” ma poi, non sapendo con precisione cos’altro aggiungere, aveva preferito rimanere sul vago, lasciando sul foglio tre neri, ovali e penetranti puntini sospensivi.
Ci avrebbe pensato poi. Stava iniziando un’altra storia.
Benito MUSSOLINI con la famiglia.-Amichito Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0
