Quando la realtà supera il più terribile degli incubi: i risvolti del caso della piccola Elena Del Pozzo
Si parla di raptus, di sindrome di Medea. Si cerca di dare una spiegazione ad un omicidio premeditato che non ha nessun tipo di spiegazione e mai l’avrà perchè la piccola Elena è morta per mano di colei che avrebbe dovuta difenderla, a costo della sua stessa vita: sua madre. Sta iniziando l’estate, le mamme portano i bimbi al mare, tra sole e secchielli si scopre la bellezza delle atmosfere serene, tra le onde, la sabbia, i salvagenti colorati, le raccolte di conchigie e pezzi di vetri colorati, a fingere che siano gioielli preziosi di chissà quali forzieri.
Invece Elena del Pozzo, appena 5 anni da compiere il prossimo 12 luglio, è stata attirata dalla madre, Martina Patti, 24 anni, specializzanda in Scienze infermieristiche, a recarsi nelle campagne di Mascalucia, in un campo incolto a poca distanza dalla villetta in cui vivevano. Ed Elena ha accompagnato la madre con la serenità di una bimba che va in un luogo nuovo “per fare un gioco”. Così le aveva detto la mamma, avrebbero “fatto un gioco”. Ed i grandi sanno quel che fanno.
Dunque, in queste campagne e non a casa, come inizialmente si pensava, Martina Patti ha inferto alla sua piccola una decina di fendenti, colpendola alle spalle. Poi il piccolo cadavere è stato chiuso in un anonima bustona della spazzatura, occultata poi in una buca. La Patti avrebbe rotto anche una maniglia della porteira della Fiat 500 per dare veridicità alla messinscena del finto rapimento ad opera di tre uomini incappucciati, racconto di cui, almeno inizialmente, nessuno aveva dubitato. Ma nessuna altra impronta, oltre quella della Petti, è stata ritrovata nell’abitacolo. Di quei tre uomini nessuna traccia neanche attraverso le telecamere di videosorveglianza.
Tutto premeditato perchè nel bagagliaio la Patti aveva con sè coltello, zappa e sacchi neri per questo la donna è accusata di omicidio premeditato pluriaggravato con occultamento di cadavere.
Il motivo di tale follia sembrerebbe essere la feroce gelosia che la Petti nutriva nei confronti della nuova compagna dell’ex fidanzato, non voleva che Elena creasse un legame con lei.
Tante le ipotesi, anche che la bimba sia stata sedata dalla madre, ma per il momento è terminato l’esame autoptico e si può procedere con i funerali che si terranno presso la Cattedrale di Catania, mercoledi prossimo alle ore 17.
A noi restano nello sguardo quei frammenti registrati dalle telecamere di videosorveglianza dell’asilo di Elena, qualche ora prima dell’omicidio. Si vede la piccola che esce e va incontro alla mamma saltandole in braccio con la serenità di una bimba che stringe a sè la persona che avrebbe dovuto inondarla d’amore e di sicurezze.
