Odessa: un pezzo d’Italia sulle sponde del Mar Nero

E’ di alcuni giorni fa l’iniziativa dell’orchestra dell’Opera di Odessa, che alla presenza di alcune decine di persone riunite in piazza ha tenuto un concerto dedicato alla libertà e alla pace. La città, adagiata sul Mar Nero, nell’area meridionale dell’Ucraina, come molti altri centri urbani del paese, da giorni vive il terrore di un assedio da parte delle truppe russe; ciononostante per esortare la tenacia e la resistenza del popolo offeso, oltre all’Inno Nazionale, il Coro del Teatro ha recitato il “Va pensiero” famosa aria tratta dal “Nabucco” di Giuseppe Verdi (1842). Il video ha mostrato, agli occhi di milioni di spettatori, la grande piazza con il celeberrimo teatro Nazionale della città sullo sfondo, elemento di alto pregio architettonico. La città, assai poco conosciuta, mi ha suscitato particolare curiosità e da una rapida ricerca salta fuori la storia di una realtà urbana che ha vissuto periodi di particolare splendore tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX. Su tale area, l’Europa occidentale e in particolar modo l’Italia è stata, nel corso dei secoli, costantemente presente. Di fatto già tra il XIII secolo e il XV sull’area della Crimea si stanziano alcune colonie e possedimenti da parte della Repubblica di Genova che costruiscono la prima rete di interscambi economici con l’Italia. Nella seconda metà del XVIII secolo i Turchi edificano, sull’area su cui oggi sorge Odessa, la fortezza di Eni-Dunja attorno alla quale sorge il villaggio tartaro di Khadjibey. Pochi anni dopo, nel 1789, José De Ribas, nato a Napoli da nobile famiglia iberica, sottotenente della Guardia del Regno di Napoli, con le sue truppe combatte al fianco dei russi dell’Imperatrice Caterina la Grande per poi prendere parte, dal 1783, alla guerra per la conquista della Crimea e poi alla guerra russo-turca. Espugnata l’area dell’attuale Odessa, De Ribas propone all’imperatrice la realizzazione di un nuovo importante porto sul mar Nero. Grazie a De Ribas (divenuto nel frattempo contrammiraglio e comandante della flotta russa sul mar Nero e conosciuto col nome di Mikhailovich de Ribas) il piccolo paese di pescatori si trasforma, col definitivo volere dall’Imperatrice Caterina la Grande nel 1794, in pochi decenni in una città grande e importante. La stessa imperatrice, poi, nomina De Ribas anche Amministratore Capo della città nuova. La presenza di italiani immigrati nella nuova città, particolarmente elevata già all’inizio del XIX secolo, aumenta con l’amministrazione di Richelieu, sotto il quale l’area urbana cresce prosperamente grazie alla sua felice posizione geografica, e alla presenza dei fertili terreni agricoli, assistendo allo sviluppo di una economia locale sempre più florida, basata in particolare sul commercio via mare. Elevata è la presenza di marinai napoletani, livornesi e genovesi; inoltre iniziano a presentarsi in numero sempre più ampio artigiani, architetti ma anche insegnati e farmacisti, tutti di origine italiana e in generale dell’Europa occidentale. Come una sorta di effetto domino, si insediano progressivamente le prime fabbriche di pasta e pane volute da società italiane e di seguito assistiamo all’apertura di numerosi caffè, ristoranti e alberghi dove si parla sempre più italiano. Nel giro di pochi anni, la città diviene una sorta di ponte tra l’occidente e l’oriente europeo, fulcro multiculturale grazie alla presenza di molti letterati e artisti. Sempre in questo periodo si assiste anche alla realizzazione di numerosi edifici progettati da italiani ed europei dell’ovest, progettisti che applicano il tipico stile architettonico dell’epoca. Possiamo affermare, quindi, che il centro più antico di Odessa ha un carattere tipicamente italiano. Tra gli architetti che hanno contribuito nello sviluppo del nucleo urbano di Odessa, rendendolo di particolare bellezza ed eleganza ricordiamo: il sardo Francesco Boffo, il napoletano Ivano Dall’Acqua, Giorgio Torricelli di Lugano del Canton Ticino, i partenopei Giovanni e Francesco Frapolli, Francesco Morandi, Alessandro Digdi. Formato all’Università di Torino, Francesco Boffo giunge a Odessa nel 1818 e per ben quattro decenni lavora nella città ucraina ricoprendo la carica di “Architetto cittadino”. Numerosissime sono le sue opere di stampo sia pubblico che privato nel cuore della città.

Posterrr, CC BY-SA 4.0
Pedro J Pacheco, CC BY-SA 3.0

Laddove sorgeva la fortezza turca di Khadjibey, realizza tra il 1827 e il 1830 in onore del Principe Mihkhail Semyonovich Vorotsov (Governatore di Odessa) un palazzo (Palazzo Vorontsov) e un colonnato non lontano che sovrasta il porto della città, posti alla fine dell’elegante e alberato Boulevard Primorsky.

Odessa port Potemkin Stairs 2016 by Roberto Maldeno is marked with CC BY-NC-ND 2.0.

In stile neoclassico, con le sue numerose colonne bianche e i capitelli in stile dorico, la struttura sorge non lontana da una ulteriore successiva realizzazione del Boffo: le famose scale Potemkin, uno dei simboli più conosciuti di Odessa, divenute celebri grazie al film muto di Sergei Eisentein del 1925 (Battlescip Potemkin).

Odessa by lil’latvian is marked with CC BY-ND 2.0._LI

Sempre dell’architetto Boffo sono i palazzi che circondano la piazza semicircolare, posta sulla sommità della scalinata, con un monumento al centro dedicato al Duca Richelieu.

radnice by hribisko is marked with CC BY-NC-SA 2.0.

Tra le numerose strutture pubbliche progettate, Boffo realizza anche il Municipio di Odessa (sede della vecchia Bosa cittadina), sempre in stile classicheggiante, realizzato su due livelli, con colonnati e capitelli corinzi. Alcuni palazzi dell’architetto sardo eretti su Boulevard Primorsky mostrano anche un particolare stile neorinascimentale italiano come il palazzo al civico 5 o quello al civico 11. In città lavora per più di trent’anni anche l’architetto partenopeo Ivano Dall’Acqua, progettando e realizzando numerosi palazzi in elegante stile neoclassico. Alcuni di essi li ritroviamo lungo via Ekaterniskaja ai civici 2,7 9 e 11, bei palazzi di elegante e raffinata architettura di stampo europeo occidentale e dal fascino tutto italiano. Nei primi anni del XIX secolo si affacciano sulla scena urbana anche i napoletani Giovanni e Francesco Frapolli, ottenendo entrambi la carica di “Architetto Cittadino”.

Rue Richelieu, Odessa, Ukraine, Russian Empire, ca. 1895 by trialsanderrors is marked with CC BY 2.0.
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Francesco assieme all’architetto Tom de Thomson realizza il primo teatro cittadino tra il 1804 e il 1810. Anch’esso in stile neoclassico, si tratta, per l’epoca, di un grande teatro con più di 800 posti, in una città nata da pochissimo, da appena vent’anni. Vera e propria istituzione culturale voluta dal Richelieu, il teatro fa parte della città che diventa anche un importante centro culturale, oltre che commerciale e industriale. Sfortunatamente distrutto nel 1872 da un incendio causato da una fuga di gas, l’edificio viene successivamente ristrutturato (tra il 1884 e il 1887), su progetto degli architetti V. Fellner e G. Gelner in stile neo-barocco viennese.

Orthodox churches of Odessa by CharlesFred is marked with CC BY-NC-SA 2.0.

Oltre ai numerosi palazzi, gli architetti Frapolli realizzano anche luoghi di culto come la chiesa della Trinità, costruita nel 1804 al posto di un altro edificio sacro in legno.

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E’, invece, dell’architetto Francesco Morandi aiutato dal collega architetto Gasiorowskiego (quest’ultimo realizza nella seconda metà dell’800 il Museo Archeologico, vero e proprio gioiello di architettura in stile neoclassico con il suo tipico grande portico d’ingresso) un’altra chiesa quella dedicata all’Assunzione della Beata Vergine Maria: costruita tra il 1844 e il 1853, realizzata con pianta a tre navate con cupola a croce.

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Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.

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