Salerno e la Capitale della Cultura 2022 un legame nel segno dei Da Procida
-d Alfonso Mignone-*
Procida Capitale della Cultura 2022 potrebbe essere l’occasione per restituire l’identità perdita della nostra città nel segno del suo più illustre cittadino: Giovanni Da Procida.
L’evento oramai è alle porte ma a tutt’oggi non si segnalano iniziative che mettano in moto un “gemellaggio” tra i due Comuni legati a doppio filo a questa prestigiosa figura.
La storia di Salerno in età sveva e angioina è significativamente legata al nome del da Procida, e alla sua lunga attività di medico, diplomatico e ministro al servizio della casa sveva, prima con Federico II e poi con Manfredi.
Nato a Salerno nel 1210, Giovanni da Procida è ampiamente e in più luoghi citato come appartenente a quella famiglia che dal feudo procidano prese il cognome.
Al lungimirante uomo politico salernitano sono legati l’istituzione, nel 1259, di una fiera mercantile di rilevanza mediterranea che attirava mercanti catalani, provenzali, fiamminghi, fiorentini, genovesi, greci, maghrebini e levantini.
La Fiera di San Matteo (come fu chiamata poiché voluta fortemente anche dal Clero) si svolgeva a settembre e dal 1308 per volere di Carlo I D’Angio’, anche a maggio.
La Fiera era “franca” ossia libera da imposizioni daziarie e permetteva ai mercanti di smerciare i loro prodotti senza gabelle di alcun tipo.
Soppressa nel 1806 da Gioacchino Murat riprese ad intermittenza ma da allora non è mai stato attuato un progetto di grande respiro per rievocare tale evento identitario, ricordare la figura del nostro illustre concittadino e farne un Expo’ per dare spazio a temi di cultura ed economia marittima, quest’ultima vocazione primaria del territorio con un porto che è collocato strategicamente nel Corridoio Scandinavia -Malta delle Reti Transeuropee TEN-T e che è collocato tra gli scali presso i quali sorgono aree defiscalizzate (ZES) come ai tempi della Fiera.
Infatti, per potenziare i flussi via mare nel 1260, Giovanni Da Procida intercede presso Re Manfredi per ampliare il porto con la costruzione del molo che, dal sovrano svevo, prende il nome con cui ancora oggi è conosciuto. A testimonianza di tale opera strategica vi è una lapide conservata nella Sala delle Crociate del Duomo di Salerno, ritrovata tra i flutti nel 1545 e recentemente (2018) riprodotta in uno degli ingressi della Stazione Marittima di Zaha Hadid grazie alla sinergia tra Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale, Salerno Stazione Marittima spa, Rotary Club Salerno a.f. 1949 e The International Propeller Club Port of Salerno.
Procida 2022 è un’occasione da non perdere per recuperare un pezzo fondamentale della propria memoria.
* Avvocato in Salerno
Immagine Di Michele Parascandolo – Scan from the book Michele Parascandolo: Procida dalle origini ai tempi nostri, L. de Martini e figlio, 1893. Scanned by it:utente:Retaggio., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=718297
