I Portici di Bologna, finalmente Patrimonio dell’Unesco
È di stamattina la bella notizia che tutti i bolognesi e non solo aspettavano da tempo: il simbolo storico-urbanistico della città emiliana, i portici, sono diventati Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. L’annuncio della stessa organizzazione è stato subito rigirato con un tweet dal Ministro della Cultura Dario Franceschini: “Anche Bologna con i suoi meravigliosi portici ad oggi è Patrimonio dell’umanità Unesco”. Anche il Sindaco di Bologna, Virginio Merola ha subito commentato: “Un’immensa soddisfazione e un grande riconoscimento che ci rende felici. L’iscrizione dei portici di Bologna tra i siti Patrimonio dell’Umanità è il raggiungimento di un obiettivo da tempo perseguito ed è il riconoscimento del grande lavoro di questi anni portato avanti dalla Vicesindaca valentina Orioli e da tutta la struttura che ha dedicato a questa causa passione, competenza e capacità di relazione. Un grande ringraziamento al Ministero della Cultura, al Ministro Dario Franceschini e alla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, al Ministero degli Esteri Consigliere Paolo Bartorelli a all’Ambasciatore d’Italia presso l’Unesco Massimo Riccardo. Questo titolo rappresenta un grande onore e una grande responsabilità per Bologna, saremo all’altezza di questo riconoscimento”. Ricordiamo la motivazione alla candidatura dei Portici come Patrimonio Unesco: “Un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori, e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”. Nel settembre dello scorso anno così scrivevo in riferimento alla candidatura dei Portici a Patrimonio Unesco, riportando in breve i passaggi più salienti della visita di Oliver Poisson (ispettore delegato da Icomos – International Counsil On Monuments and Sites, l’organizzazione internazionale che ha come principale obbiettivo la valorizzazione e la protezione dei monumenti e siti d’interesse culturale).
“Sono 12 le aree valutate e candidate per il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità” previsto, si spera, nella primavera del 2021. La candidatura è del marzo dello scorso anno, mentre del febbraio 2020 è la presentazione del dossier e del progetto per la valorizzazione dei portici bolognesi. L’ispezione, iniziata mercoledì 23, ha percorso ambienti e spazi urbani differenti anche dal punto di vista storico. Nel primo giorno si è percorso il portico del Pavaglione, l’area di piazza Cavour e quella suggestiva di Santo Stefano per concludersi su via Zamboni, non lontano dalle due torri. Nel secondo giorno, l’architetto Poisson ha attraversato gli assi viari di particolare interesse storico-urbanistico, come via Galliera o Strada Maggiore, sempre in pieno centro cittadino. Nell’ultimo giorno sono stati ispezionati i portici così detti “extraurbani”, ovverossia quello di Santa Caterina, poi San Luca, della Certosa e Barca. Ricordiamo che la situazione dei portici, poco prima della venuta dell’Ispettore Poisson, era particolarmente delicata per via di numerosi graffiti che hanno imbrattato il monumentale porticato di San Luca. Le scritte, a firma di alcuni anarchici, contro le carceri e la Chiesa, sono state tutte rimosse a tempo di record, grazie all’Associazione di volontari “Succede solo a Bologna”. Non resta che aspettare, col fiato sospeso, l’esito sperato in considerazione del fatto che Icomos, al momento, non divulgherà alcuna valutazione. Come giustamente ha affermato con grande fiducia la Vice-sindaca Valentina Orioli, che ha curato in prima persona il progetto per la candidatura a sito Unesco dei portici, il responso sarà “come una finale di Champions League”. Se l’esito dell’ispezione sarà positivo, Icomos contatterà il Comune di Bologna per ulteriori valutazioni e riflessioni in attesa della definitiva deliberazione da parte da parte dell’organismo consultivo dell’Unesco, atteso per i primi mesi dell’anno prossimo”.
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