Salerno dice addio a Leonardo De Meo. In ricordo di un amico.
di Luigi D’Aniello-
Settantadue anni. Di vita ne ho vissuta tanta, non ho perso un giorno, capito alcune cose pagandole una ad una. Ho lavorato da sempre con la fantasia, costruito tanti castelli, fortunatamente non tutti in aria. Molti hanno avuto una loro concretezza.
Non ho mai lasciato impigrire né il sentimento né la ragione. Ho imparato a vivere, conosciuto il mondo, ho attraversato tutto quello che un uomo può attraversare tanto da ritenermi immune da qualsiasi evento bello o nefasto che mi sarebbe potuto capitare…
E invece tu, caro Leonardo, con la tua inaspettata ed improvvisa morte, sei riuscito ad infrangere questa mia certezza e mi sono ritrovato a piangere, da solo, come un bambino.
Ho pianto l’uomo, il professionista, il fratello, il compagno di sogni e di progetti fatti la domenica mattina al tavolo del bar sotto il tuo ufficio, insieme all’amico Sergio, davanti ad una tazza di caffè che per non fartela pagare dovevo passare alla cassa prima che tu ci raggiungessi.
Non sempre ci riuscivo.
Ora che non ci sei più, per me sarà difficile passare sotto la finestra del tuo ufficio senza alzare la testa cercando di vederti, come sempre, seduto alla tua scrivania.
Ho sempre detto che gli uomini saranno ricordati per le cose che hanno fatto, non per quello che hanno detto.
Tu, caro amico di poche parole, di cose ne hai fatte.
Un ultimo abbraccio
