UNISA: Musica&Società, incontri open class con musicisti, giornalisti e studiosi
di Sergio Del Vecchio-
Con la lezione-concerto dal titolo “Bookends. L’America degli anni ’60 nelle canzoni di Simon & Garfunkel”, il 31 ottobre sono iniziati, all’Università di Salerno, gli incontri, open class, denominati “Musica & Società” un ciclo di seminari, lezioni-concerto, incontri d’autore curati del professore Alfonso Amendola, docente di Sociologia dei processi culturali all’Università di Salerno.
Venerdì 31 ottobre, nel secondo appuntamento, il giornalista e critico musicale Carlo Pecoraro e il dottorando Pietro Ammaturo, che insieme a Giovanna Landi, Camilla Masullo, Martina Masullo, Maria Beatrice Russo si occupa della direzione organizzativa degli incontri, hanno tenuto un seminario dedicato al cantautore Franco Battiato. Un incontro a due voci per esplorare due degli infiniti universi del musicista siciliano: cinema e musica.
Pecoraro ha raccontato dell’evoluzione musicale, dal pop melodico al mainstream, una parabola musicale rappresenta in una continua tensione tra melodia e ricerca, accessibilità e profondità. “È l’esempio – ha detto – di un artista che ha saputo evolversi insieme al proprio tempo, trasformando la musica leggera in uno strumento di pensiero e di libertà”. L’intervento è partito dalle prime incisioni per la casa editrice Nuova Enigmistica Tascabile di Corrado Tedeschi fino ad arrivare ai primi concept album degli anni Settanta: Fetus e Pollution usciti per la Bla Bla e costruiti attorno ai temi che il filosofo tedesco, Aldous Huxley teorizzò in un libro pubblicato nel 1932 dal titolo “Il nuovo mondo”.
“E il suono di quei primi dischi – ha raccontato il giornalista – erano pienamente in sintonia con la musica progressive di quegli anni, ma ci raccontano anche di una Franco Battiato capace di portare nella sua musica tanto la lezione del compositore americano John Cage tanto quella del tedesco Karlheinz Stockhausen- che Battiato conobbe nel 1972 e al quale dedico l’album “Clic” del ’74. Da qui, passando dal collettivo di musicisti contemporanei Telaio Magico, Battiato ritorna gradualmente alla forma canzone. “Ma lo fa – ha spiegato Carlo Pecoraro – sedimentando nella sua musica, la moltitudine di esperienze culturali e sonore accumulatesi nella sua lunga carriera. Utilizzando uno sguardo diverso dai suoi colleghi cantautori, troppo vicini a Brassens e Dylan, con un approccio più libero nella composizione, sia musicale che testuale”.
Dal canto suo, Ammaturo, critico cinematografico e cultore della materia presso l’Università di Salerno, ha centrato il suo intervento sottolineando il rapporto importante, che il musicista, ha avuto la forma del “video”.
“È stato attore (per cinema e teatro) – ha spiegato Ammaturo – e diretto personalmente i suoi videoclip dove, complici le voraci visioni di tutta la scena legata all’avanguardia, faceva ballare corpi in danze disarticolate e lentissime”.
Il suo percorso registico, iniziato a 57 anni con “Perdutoamor” nel 2002 dove vincerà il Nastro d’Argento come Miglior regista esordiente “è ricco di interessanti spunti di riflessione sulla contemporaneità e sul continuo mix tra musica, arte, storia, filosofia (attraverso l’apporto preziosissimo di Manlio Sgalambro) e, soprattutto, dimensione spirituale. Tutte queste componenti – osserva Ammaturo – vengono filtrate attraverso lo sguardo intimo, inedito e altamente sperimentale di Battiato che, oltre a essere continuamente ossessionato dagli aspetti tecnologici che il mezzo cinematografico (e non solo) gli potesse offrire, utilizza la Settima Arte per diffondere il suo pensiero ascetico, tra meditazione e reincarnazione, sempre pronto però a raccontare soprattutto l’affascinante viaggio della sua singolare vita”.
Un visionario, che ha saputo muoversi, “tra sperimentazione e scrupolosità nel mondo dell’audiovisivo, tra cinema (dirigerà anche “Musikanten” nel 2005 con Alejandro Jodorowsky nel ruolo di Beethoven e Niente è come sembra nel 2007), documentario (tre in tutto, uno stupendo su Giuni Russo) e televisione creando “Bitte, keine Réclame” (2004), un vero e proprio contenitore di “battiatismo”: esibizioni di musica classica, dialoghi spirituali, set di musica elettronica, danza Tai-Chi. “Running against the grain” cantava nel 2001 nell’album Ferro battuto. Mai frase fu più adatta a raccontare il suo viaggio tra i media”.
Gli incontri proseguiranno con un ricco programma di eventi a partire da domani, lunedì 3 novembre, sempre all’Università di Salerno con “Retromania: estetica della nostalgia, remix e nuovi media” il seminario di studio curato da Camilla Masullo che prevede un intervento di Francesco Brusco. Nei prossi giorni ancora, il cantautore Manù Squillante con Maria Beatrice Russo terranno una lezione-concerto dal titolo: “Il viaggio del cantautore. dalla voce, all’ispirazione, al processo creativo” (6 novembre). Nel corso degli incontri si parlerà di rap con Camilla Masullo; di David Bowie, con Paolo Sessa e Giovanna Landi; di blues con Paolo Attolino.







