Intervista a Nicholas Tolosa, “il pittore degli sguardi”

di Claudia Izzo-

La città di Napoli, le sue mille luci ed ombre, i suoi vicoli ed atmosfere caratteristiche e suggestive sono alla base del docufilm “Nicholas Tolosa: il pittore degli sguardi”, proiettato  presso il Salone degli Specchi dell’Istituto Pontano (Palazzo Cariati), a Napoli. Quello che si mostra al pubblico è un ritratto intimo del talentuoso pittore campano, docufilm diretto da  Umberto Santacroce, prodotto dall’Associazione di Promozione Sociale GOnaples, che  sottolinea l’influenza dell’affascinante città sulla crescita artistica dell’artista.

Nicholas Tolosa si lascia ispirare da Napoli e lo fa anche con delle opere visibili dal cielo. Non lascia nulla di inesplorato: sul tetto di un palazzo di otto piani, nel quartiere Miano, realizza un dipinto dal titolo Hippos (991x1075cm) trasformando una anonima superficie su un ultimo piano di copertura in guaina che,  facendo parte del tuo studio, ricrea uno spazio urbano espositivo. Un’opera visibile dall’alto, riservata dunque a pochi, a coloro che hanno la possibilità di scoprirla, quasi a dire che è lo sguardo che deve saper cogliere …

Come nasce quest’opera, tela a cielo aperto che richiama alla mente statue equestri e che, come  le altre due opere  crea collegamenti ideali con musei campani ?

“Hippos” fa parte della trilogia di opere realizzate per il progetto “Studio come opera d’arte”.  Si tratta di tre opere realizzate sul tetto di questo edificio. Sono opere monumentali, una sorta di dialogo  tra la storia e il contemporaneo. Hippos, la mia ultima opera, guarda verso Paestum e Velia, al Cavallo della così detta Tomba della Finanza, in quanto salvata dai finanzieri nel porto di Taranto, prima che fosse trafugata per sempre, oggi custodita nelle collezioni dei Parchi Archeologici. L’ho reinterpretato in chiave contemporanea, trasformandolo in una figura di forza e libertà, ma anche come guardiano della memoria.
È un cavallo che non corre, ma osserva, un ponte tra la storia e l’oggi, tra la materia antica e il gesto pittorico contemporaneo. Il progetto comprende altre due opere.   Con Capodimonte dialoga il Vesuvio di Warhol, simbolo di un’energia visiva che unisce tradizione e cultura pop, un omaggio alla capacità di Napoli di reinventarsi continuamente. Con il Museo Archeologico di Napoli, invece, parlo attraverso la maschera antica, Prosopon, simbolo di identità, finzione e svelamento, un volto che ci osserva dall’alto per ricordarci il teatro eterno della vita. 
Le tue opere trovano posto sulla pareti esterne dello studio con maschere africane “Nefrinapoli”, sulle pareti esterne di edifici scolastici a Bagnoli, Secondigliano, quartiere Miano.  Cos’è l’arte per te?
Per me è un modo per trasmettere emozioni, anche profonde, che possono toccare le corde del nostro animo. Abbiamo bisogno di fruire di arte concettuale, figurativa, ne abbiamo un bisogno ancestrale, primordiale.
Come si è evoluta secondo te, l’arte nel tempo?
L’arte si sta muovendo in tante direzioni dando vita a tante forme espressive. Io stesso sono un artista che si muove in piena libertà e ciò che mi piace è proprio esprimere qualcosa.
Non guardare ” è il titolo di una tua opera molto suggestiva in bianco e nero  che ben riassume questi tempi bui che stiamo vivendo dove l’orrore della guerra dilania ogni vita: un invito alla riflessione, alla difesa dell’empatia, dell’umanità…
Infatti l’opera raffigura  bambina che copre gli occhi alla sua bambola per non farle vedere gli orrori della guerra, per non perdere la propria umanità, identità…
E’ così, con le sue opere,  Tolosa tesse trame verso il divenire, indaga in modo critico la società,  rimanda colori al cielo, con l’essenzialità delle forme, mostra il suo coraggio: intinge i colori nell’anima e narra i tempi, l’antico, il moderno, sempre in modo accorato dove l’arte diviene un mezzo per conoscere prima noi stessi, poi, per esplorare il mondo.

Nicholas Tolosa nasce a Eboli (Sa) il 19 Aprile 1981. Matura una profonda esperienza artistica diplomandosi dapprima nel 1999 alla sezione Accademia del Liceo Artistico Statale “Carlo Levi” di Eboli e poi conseguendo nel 2005 la Laurea di I livello in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2007 consegue un Master in Management dei Beni Culturali. Nel 2008 è docente esperto esterno in “scenografia/teatro” per il laboratorio teatrale del progetto PON F-2-FSE-2007-106 c/o Liceo Scientifico Statale “E. Medi”, Battipaglia (Sa). Proseguendo gli studi, nel 2009 consegue l’abilitazione all’insegnamento in “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e un Master in Catalogazione dei Beni Archivistici e Librari. Nel 2010 consegue un Diploma di Perfezionamento in Storia dell’ Arte presso For. Com. in Roma e collabora per il “Napoli Teatro Festival Italia” in qualità di assistente scenotecnico per lo spettacolo “Romeo and Juliet” al teatro Mercadante di Napoli in prima nazionale con la regia di Alexander Zeldin. Nel 2011 consegue la Laurea Specialistica di II livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo Scenografia per il Teatro presso l’ Accademia di Belle Arti di Napoli e partecipa ad Artexpo Arezzo. Ha partecipato a diverse mostre collettive in Italia. E’ del 2009 la partecipazione alla Biennale Internazionale di Firenze. Vive e lavora tra Eboli e Napoli.

 

 

 

 

 

                                            

 

 

 

Claudia Izzo Claudia Izzo

Claudia Izzo

Giornalista dal 2005, Direttore di salernonews24.it, fonda e dirige campanialife.it, cetaranotizie.com. Presidente dell’Associazione Culturale Contaminazioni è ideatrice e organizzatrice del Premio Nazionale Aristeia e di iniziative culturali sul territorio nazionale. Già membro della Commissione Cultura dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Campania per il triennio 22/24, è attualmente membro della Commissione Vigilanza. Docente di Giornalismo presso istituti scolastici. Ideatrice e conduttrice della rubrica Ex Libris sull’emittente RCS75. Già ghost writer per tre campagne elettorali, è ideatrice e curatrice del libro “La Primavera Fuori. 31 scritti al tempo del Coronavirus. (Il Pendolo di Foucault). Si occupa di comunicazione, storia, design e territorio.

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