Soldati israeliani in vacanza in Italia per “decompressione”
di Claudia Izzo-
Notizia di questi tempi riguarda i militari dell’esercito israeliano, Idf, che già nel 2024 sono stati ospitati dall’Italia per effettuare periodi di “decompressione”. In guerra, con questo termine si intende un periodo di riposo dei soldati dopo intensi combattimenti.In parole povere, dopo tanto genocidio, i soldati delle Forze Armate di Tel Aviv hanno permessi speciali, un periodo di “vacanza”, per intenderci, per limitare le conseguenze psicologiche del genocidio che essi stessi commettono, per curare quello che viene definito stress postraumatico, stress causato, dunque, dall’inferno che essi vanno quotidianamente perpetrando, sindrome di cui soffrono 3770 soldati israeliani sui 130 mila impiegati, senza contare i 16 suicidi registrati nel solo 2025.
Insomma il Bel Paese ha accolto regolarmente i soldati israeliani attentamente sorvegliati da agenti della Digos che registra ogni loro movimento, per periodi di riposo mentre si procede ad ultimare il genocidio nella Striscia di Gaza, Tutelati, dunque, inquanto considerati “obiettivi sensibili”. Già nel 2024, infatti, sarebbero state le Marche ad accogliere gli ospiti, fatti passare per turisti, in abitazioni in località come Sirolo, le grotte di Frasassi, Porto San Giorgio, Fermo. Poi, ad inizio settembre 2025, si parla di un centinaio di militari in un resort di 200 posti, pacchetto turistico di lusso, a Santa Teresa di Gallura, il comune più a Nord della Sardegna, in un hotel del gruppo Hilton. Costo medio 4-500 euro a notte.
Ci si chiede quale sia il ruolo del Governo italiano nell’accoglienza di questi militari. Insomma, da una parte l’Italia accoglie i bambini palestinesi ed offre loro le cure, dall’altra l’Italia che ospita, per un periodo di vacanza i soldati Israeliani, autori di ferite e mutilazioni degli stessi bambini palestinesi? L’incoerenza fatta nazione.
Insomma dopo sole, mare e cielo italiano, ritemprati e distratti da bei paesaggi e dalla buona cucina italiana, una volta decompressi da tanto stress, i soldati israeliani ritornano in seno alle milizie per ultimare il lavoro.
Perchè l’Italia? La scelta dipende dalla reputazione che l’Italia ha agli occhi di Israele, di “paese amico e sicuro”.
Di qui le proteste degli attivisti, la necessità di comprendere come l’Italia possa accogliere soldati accusati di genocidio o crimini contro l’umanità, che dir si voglia. Le interrogazioni parlamentari sono volte a capire chi abbia autorizzato queste operazioni, quali gli accordi con Israele e, se i gruppi politici di opposizione si impegnano per fare chiarezza, la società esprime dissenso e si mobilita.
Santa Teresa di Gallura Capo Testa Bathing.jpg . Stahlkocher. Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0







