Roma, manifestazione per Gaza. Foto salernonews24

Le mobilitazioni nelle piazze del mondo

di Carlo Pecoraro-

Tutta l’Italia si è mobilitata per Gaza, per la Palestina e per la Global Sumud Flotilla sequestrata illegalmente in acque internazionali. Un movimento partito dal basso, che in tutto il mondo ha fatto sentire la sua voce e lo ha fatto in maniera pacifica. Anche se a Salerno, al porto, dove transitano le navi cariche di armi dirette ad alimentare l’arsenale israeliano, i manifestanti sono stati caricati e manganellati. I video, che circolano sui social, riportano alla mente altri video tristemente tragici: quelli del G8 di Genova del 2001 dove perse la vita Carlo Giuliani. Ma i manganelli volavano anche durante i cortei studenteschi della Pantera nell’89.

I manganelli sono il contraltare ingiusto contro chi protesta per la pace, per i diritti, per il lavoro, per lo studio. Sono il contraltare sbagliato figlio di una cultura repressiva, che si ostina a non voler dare il giusto peso ai mille significanti di una protesta. Eppure, il manganello non ha mai arrestato le diverse voci. Mentre le marce, in tutto il mondo, pacificamente, hanno cambiato la storia. Così, giusto per sfuggire da certa logica da bar, secondo la quale uno sciopero non serve a nulla ma serve solo a dare fastidio, coltivando, come cantava Fabrizio De André in Smisurata preghiera “l’orribile varietà delle proprie superbie”, è bene ricordare a certa gente cosa hanno fatto gli scioperi e le marce nella storia.

Partiamo dagli Stati Uniti, la patria di Donald Trump, quello che sta incendiando il Mondo, quello che riceve su un tappeto rosso Putin e stringe la mano a Benjamin Netanyahu. C’è un film che vi invito a guardare, un film del 2014 diretto da Ava DuVernay che si intitola “La marcia di Selma”. Questo film racconta la storia della campagna per il diritto al voto per i cittadini afroamericani, che nel 1965 subivano violente discriminazioni e abusi. Anche in questo caso a Selma, in Albama – quella cantata benissimo da Neil Young –  i manganelli volteggiarono, ma quella marcia alla quale poi prese parte anche Martin Luther King, costrinse Lyndon Johnson a cedere sul Voting Rights Act, la legge che impedì le discriminazioni razziali per il voto. Sempre in America, nel 1964, 250mila persone marciarono su Washington D.C. per il lavoro e la libertà. Quella fu la marcia nella quale Luther King Jr pronunciò lo storico discorso “I Have a Dream”. Il risultato contribuì al Civil Rights Act che mise fine alla segregazione legale. Poi ci furono tutte le marcie e le lotte e le canzoni e i concerti e i raduni che tra gli anni Sessanta e Settanta fecero cambiare opinione a milioni di americani sulla guerra in Vietnam contribuendo, anche con l’aiuto della stampa libera, al ritiro progressivo delle truppe USA. Nel 2017, cinque milioni di persone nel Mondo si schierarono contro il sessismo e le politiche di Trump rafforzando il movimento femminista moderno e spingendo tante donne a candidarsi nel 2018.

Sempre negli Usa, ma il movimento fu globale, nel 2020 il Black Lives Matter, le proteste che iniziarono subito dopo l’uccisione di George Floyd avvenuta il 25 maggio 2020 nella città di Minneapolis, da parte della locale polizia. La protesta fu tale che si dovette intervenire con una riforma di polizia in vari stati. Ma molti anni prima, era il 1930, un signore chiamato Mahatma Gandhi diede vita a un movimento pacifista e con la storica “Marcia del sale” 380 chilometri per protestare contro una tassa imposta, sul sale, dal governo britannico. Un atto di disobbedienza civile e punto di svolta per l’indipendenza indiana che arrivò nel ’47. In Sudafrica, nel 1956 un’altra marcia entra nella storia; è quella delle donne di Pretoria. Siamo nel 1956 e ventimila donne scendono in strada per protestare contro le leggi dell’apartheid.

Negli anni Ottanta nasce il movimento Solidarność. Siamo nella Polonia schiacciata dal regime comunista. Qui operai e cittadini danno vita a una serie di scioperi nei cantieri navali di Danzica. A guidarli è un movimento clandestino, appunto il sindacato Solidarność costituito da cattolici e anticomunisti e guidato, all’inizio, da Lech Wałęsa, Nobel per la Pace nell’83. Questi scioperi porteranno alla legalizzazione del sindacato prima e alla fine del comunismo in Polonia poi. A seguito di questo movimento l’intero blocco orientale europeo iniziò ad alzare la testa. In Germania dell’Est, soprattutto a Lipsia furono tante le marce pacifiche contro il Muro che divideva la nazione. E furono proprio quelle marce a scardinare e far crescere una nuova consapevolezza tanto che nell’89 il Muro venne giù.

In Italia, prendendo spunto dai pacifisti anglosassoni che nel 1958, guidati dal filosofo Bertrand Russell, si radunarono ad Aldermaston per una protesta antinucleare, Aldo Capitini diede vita a una marcia tra Perugia e Assisi, 24 chilometri. Era il 1961. Quella prima marcia diffuse in Europa la cultura della nonviolenza e del pacifismo. Dall’Italia alla Cina con la storica protesta degli studenti di Piazza Tienanmen e di quella foto che fece il giro del mondo dello studente davanti ai carrarmati. Era il 5 giugno del 1989. Nella lunga lista dei movimenti da annoverare, personalmente ci inserirei anche il raduno Live Aid del 1985 organizzato da Bob Geldof e Midge Ure per raccogliere fondi per l’Etiopia e, nel tempo, diventato uno strumento potente. E chiuderei con il Fridays for Future del 2018, il movimento guidato da Greta Thunberg, la stessa che era a bordo di una delle imbarcazioni della Flotilla, che con la sua protesta ha consentito di inserire il tema dell’ambiente nelle agende politiche e nei programmi scolastici di molti paesi. Amen.

 

Foto a cura di salernonews24.it

Roma, 1 ottobre 2025

 

Carlo Pecoraro

Carlo Pecoraro

Giornalista professionista dal 2002. Nel corso della carriera ha collaborato con le principali testate locali del Gruppo L’Espresso ricoprendo per dieci anni, con contratto a tempo indeterminato, l’incarico di redattore per il quotidiano “la Città” di Salerno. Già collaboratore del settimanale “l’Avanti”. Consulente Scabec per il progetto ARCCA. In qualità di critico musicale ha collaborato con alcune riviste italiane specializzate in musica jazz. Ideatore della prima "Guida alla musica jazz in Italia". Nel 1998 ha pubblicato una monografia dedicata al contrabbassista Giovanni Tommaso. Per l’Enciclopedia Treccani, ha curato alcune voci del progetto Enciclopedia della Musica: 1900 - 2025 sotto la direzione scientifica di Ernesto Assante.

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