Una piccola goccia d’inchiostro, il nuovo romanzo di Patanè
Da qualche giorno è uscito “Una piccola goccia d’inchiostro” di Vincenzo Patanè (Il ramo e la foglia edizioni). Un libro che esce proprio nel mese in cui in tutto il mondo si celebra il Pride, ovvero l’orgoglio di rivendicare la propria identità.
Lo spunto per scrivere la storia parte dalla conoscenza di Elvio, zio dell’autore e protagonista principale del romanzo, la cui figura riaffiora nella memoria di Patanè attraverso il ritrovamento di 66 intense lettere scritte tra il 1953 e il 1965.
Queste epistole attestano un percorso di consapevolezza e di passione nella Napoli popolare del dopoguerra. Le lettere, autentiche e commoventi, svelano turbamenti adolescenziali, l’amore verso gli uomini e l’irrinunciabile desiderio di diventare sé stessi, anche a costo dell’esclusione.
La città in cui si svolge la storia è la Napoli della seconda metà del Novecento: un periodo cruciale, in cui il Paese, ancora intrappolato nei residui ideologici del fascismo del dopoguerra, condannava l’omosessualità come deviazione. In questo contesto, le parole di Elvio emergono con forza, scandendo il tema della diversità sessuale come cifra di disagio familiare, ma anche di coraggio. Le parole semplici e prive di fronzoli rendono la storia semplice e naturale trasportandoci in un mondo lontano e sconosciuto, ma autentico.
Punto di svolta è il viaggio in Danimarca nel 1954. Elvio prova a sottoporsi al cambio di sesso, ispirato dalla nota vicenda di Christine Jorgensen del 1952. Si tratta di un momento di rottura con la società italiana, un tentativo di affrancarsi dalle aspettative genetiche e morali in un Paese ancora lontano da ogni forma di riconoscimento della comunità omosessuale.
Vincenzo Patanè, nato ad Acireale nel 1953 e cresciuto a Napoli, è docente di Storia dell’Arte a Venezia dal 1981. Laureatosi in Filologia romanza, ha proseguito un percorso accademico fino a divenire studioso di arte, letteratura, cinema – con particolare attenzione alle tematiche LGBTQ+ – e giornalista culturale su diverse testate giornalistiche. Molti i riconoscimenti ricevuti, tra cui premi dedicati a Lord Byron, figura di riferimento nel suo percorso saggistico.
In questo libro l’autore intreccia la documentazione storica alla memoria personale e familiare, restituendo al lettore una pagina di storia privata e collettiva, segnata dalla difficoltà di affermare l’identità in un contesto ostile. La diversità, trattata non come etichetta, ma come espressione di libertà, è il tema portante del racconto. Le lettere, che l’autore usa per scrivere questo romanzo, versano “una piccola goccia d’inchiostro” e, al tempo stesso, un mare di emozioni, speranza e dolore.
Un libro intenso capace di restituire un capitolo di storia italiana dimenticato. Patanè ci regala un romanzo squisitamente giornalistico, animato da rigore documentale e partecipazione emotiva, che mette al centro la dignità di chi, con coraggio, ha scelto di non nascondersi.
