L’addio ad Arnaldo Pomodoro: autorevole artista contemporaneo di fama mondiale.
Ci lascia, all’età di quasi 99 anni, un grande artista, scultore e orafo tra i più importanti esponenti dell’arte contemporanea: Arnaldo Pomodoro. Fratello maggiore di Giorgio Pomodoro, anch’egli scultore, incisore e scenografo di grande talento, Arnaldo nasce nel Montefeltro nel 1926, vivendo gli anni della giovinezza e della sua formazione culturale a Pesaro.

Il geometra Pomodoro, animato anche da una passione per la scenografia, si trasferisce a Milano nel 1956, dove inizia a sperimentare, attraverso la scultura, le sue prime forme artistiche come gli altorilievi. La sua opera si muove continuamente, alla ricerca della tridimensionalità scultorea: forme perfette come una sfera, una piramide, una colonna, un cono vengono, per così dire, grattate al loro interno come una sorta di corrosione che le rende imperfette. Questi squarci nelle volumetrie esprimono, in realtà, una tensione alla ricerca del mistero racchiuso all’interno dei volumi che sono per lo più in rame ma anche bronzo e, a volte, cemento. All’inizio degli anni ’60 assieme all’artista Lucio Fontana e altri esponenti, Arnaldo collabora per un gruppo dal nome “Continuità”. Al suo interno prosegue la sua ricerca di forme espressive che esaltano la contrapposizione tra le geometrie perfette e la complessità, a volte caotica, della loro parte interna. Nel 1966 realizza, per la prima volta, una grande sfera di tre metri e mezzo di diametro, da mostrare all’Expo di Montreal. L’opera è attualmente collocata davanti alla Farnesina a Roma. Lo scultore definisce così la forma geometrica sferica: “La sfera è una forma magica. La superfice lucida rispecchia ciò che c’è intorno, restituendo una percezione dello spazio da quello reale, e crea mistero. Rompere questa forma perfetta mi permette di scoprire le fermentazioni interne mostruose e pure.”. Molte sue opere artistiche trovano la loro naturale collocazione in spazi urbani che creano particolari suggestioni e sensazioni emozionali, lavorando non solo in Italia ma anche in Europa e negli Stati Uniti.


Per quanto riguarda le collocazioni pubbliche delle sue opere Pomodoro afferma: “Per me la massima aspirazione è quella di avere come ambiente, per le mie opere, l’aperto, la gente, le case, il verde. Sono perciò contento che molte mie sculture siano collocate in importanti piazze del mondo e in luoghi significativi, come il Piazzale delle Nazioni Unite a New York, il Cortile della Pigna dei Musei Vaticani a Roma o ancora la sede della Casa editrice Mondadori di Segrate, progettata da Oscar Niemeyer. Ma oggi risulta sempre più difficile collocare opere davanti agli edifici; infatti l’architettura stessa sembra spesso gareggiare con l’opera d’arte contemporanea.”.

Oltre che scultore, Pomodoro è anche progettista di varie opere ambientali tra cui, ad esempio, il Cimitero di Urbino del 1973, da realizzarsi all’interno di una collina (ma mai messo in opera a causa di numerosi contrasti a livello locale).

E’ autore anche della Sala d’Armi per il Museo Poldi Pezzoli di Milano, e in Sicilia di una grande opera, connubio tra arte e paesaggio, “Moto terreno solare”, nient’altro che un grande murale in cemento realizzato per il simposio di Mio a Marsala, grande capolavoro ambientale frutto di una profondo studio tra memoria e materia.



Non possiamo tralasciare un’altra grande realizzazione presso una cantina vinicola in Umbria a Bevagna, il “Carapace” che nasce dallo studio dei luoghi riflettendo il paesaggio collinare in cui si integra perfettamente. La struttura richiama, in parte, alla forma di una tartaruga, simbolo di longevità e stabilità oltre che di unione tra cielo e terra. In tale realizzazione c’è il sunto di tutto l’estro artistico di Arnaldo che a tal proposito afferma: “Per la prima volta nella mia vita ho avuto l’emozione di poter camminare, parlare e bere all’interno di una mia opera”. Numerose sono le sue mostre antologiche con esposizioni itineranti che si sono susseguite in quasi tutti i paesi del mondo. Fin dall’inizio della sua lunga carriera è stato premiato e riconosciuto per il suo geniale talento. Ricordiamo i Premi di Scultura alle Biennali di Sao Paulo, nel 1963, e a Venezia l’anno successivo. Nel 1990 riceve il Praemium Imperiale per la Scultura della Japan Art Association e il Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Awrd dell’International Sculpture Center di San Francisco nel 2008. Nel 1992 gli viene conferita la Laurea in honoris causa in lettere alla Trinity College dell’Università di Dublino. Mentre nel 2001 riceve quella di Ingegneria edile-architettura dell’Università di Ancona.

Delle opere italiane, ne ricordiamo alcune come ad esempio la Sfera ai Musei Vaticani nel Cortile della Pigna realizzata nel 1980 e collocata nel cortile 10 anni dopo, al cui interno un meccanismo si muove roteando mosso dal vento. Ancora a Roma la Sfera realizzata per il Concorso nazionale bandito dal Ministero dei Lavori Pubblici nel 1965, realizzato per la decorazione degli ambienti del Palazzo della Farnesiana a Roma e collocato sopra una fontana di marmo bianco.

Sempre a Roma, in occasione del Giubileo del 2000, Pomodoro realizza “obelisco Novecento” inaugurandolo però solo nel 2004. L’opera si richiama agli obelischi egizi, ma anche alla famosa torre di Babele. La spirale che si erge verso l’alto altro non è che il passare del tempo con l’aggiunta di elementi geometrici e sagome astratte. L’opera è collocata nella vasca di Piazzale Pier Luigi Nervi all’Eur. Nel Museo del Novecento a Milano, dal 2021, sono custodite due opere dell’artista realizzate negli anni ’60: “La colonna del viaggiatore” e “Sfera n°5”.

Sempre a Milano, infine, in Piazza Meda (inizialmente collocato a Vigevano poi spostato al Castello Sforzesco) ritroviamo il “Disco Grande”: posizionato su un’aiuola, è costituito da un doppio cerchio di bronzo dorato che insiste su una struttura girevole, e riflette le proporzioni dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci.
