Salerno Letteratura, programma completo del 15 Giugno

Seconda giornata della tredicesima edizione di Salerno Letteratura, in programma fino al 21 giugno, dal tema “In faccia ai maligni e ai superbi. Letteratura come contropotere”, curata da Gennaro CarilloPaolo Di Paolo e Daria Limatola per la Sezione Ragazzi e presidente dell’associazione Duna di Sale con la direzione organizzativa di Ines Mainieri.

Alle 11 all’Addolorata, incontro con Gianfranco Pasquino, autore di In nome del popolo sovrano. Potere e ambiguità delle riforme in democrazia (Egea). Conduce Gennaro Carillo. Fare riforme istituzionali è fondamentale, ma in Italia i risultati sono stati spesso deludenti. In questo saggio, Gianfranco Pasquino analizza successi e fallimenti della politica italiana, criticando l’attuale proposta di premierato come una distorsione della democrazia parlamentare. La Costituzione ha garantito stabilità, ma la qualità dei partiti e delle leggi elettorali è peggiorata, allontanando i cittadini. Eppure, secondo Pasquino, con elettori consapevoli e pochi interventi mirati è ancora possibile rafforzare le istituzioni. Con rigore e passione civile, il libro mostra la via per farlo.

Alle 12, negli stessi spazi, ci sarà Donata Maria Biase autrice di Fai un bel respiro e ascolta (Baldini+Castoldi). Conduce Brunella Caputo. Emma Valente è cresciuta con un dolore inspiegabile: dopo la morte dei genitori in un presunto incidente, solo la nonna Ada è stata il suo rifugio. Ma prima di morire, Ada le svela la verità: non fu un incidente, bensì qualcosa di molto più crudele. Sconvolta, Emma scivola nella depressione, ma proprio dal buio trova la forza di rinascere, grazie all’arte e a nuovi affetti. Come spesso accade, alcune verità troppo dolorose vengono taciute. Anche Emma, diventata madre, sceglierà il silenzio. Ma a quale prezzo?

La giornata prosegue alle 18.30 al Diocesano con Fabio Geda, autore di La casa dell’attesa (Laterza). Conduce Paolo Di Paolo. In Angola, accanto a un ospedale rurale, c’è una casa dell’attesa dove le donne trascorrono l’ultimo mese di gravidanza per proteggere sé stesse e i loro figli. Fabio Geda ci porta tra altopiani, strade affollate, memorie di guerra e speranze quotidiane, raccontando l’impegno di Medici con l’Africa Cuamm e la forza di un popolo resiliente. Un reportage intenso e toccante, dove l’attesa diventa simbolo universale della fatica – e della necessità – di continuare a sperare.

Alle 19 a Palazzo Fruscione, arriva Emanuele Stolfi, autore di Indizi e indagini in Grecia antica. Attività giudiziarie, storiografia, medicina (Mimesis). Conduce Gennaro Carillo. In un saggio memorabile Mario Vegetti confrontava il sapere di Edipo con quello di Tiresia. Mentre l’indovino cieco arriva alla verità grazie al dono divino della mantica (la verità gli è dunque rivelata), Edipo adotta un modello di razionalità del tutto svincolato dai precedenti arcaici. Conduce un’inchiesta procedendo per indizi, raccogliendo prove, elaborando congetture, in un clima di assoluta incertezza. In questo, Edipo personifica una vera e propria rivoluzione scientifica che coinvolge tutti i campi del sapere nella Grecia classica. Tra le parole chiave di questa rivoluzione, c’è senz’altro tekmerion, ‘indizio’. È un lemma usato tanto in ambito giudiziario, quanto in ambito storiografico (si pensi a Tucidide) e medico (nel Corpus Hippocraticum assume il valore di ‘sintomo’). Dall’indizio si inferiscono conclusioni, giudizi, responsi. Ne discutiamo con Emanuele Stolfi, fra i maggiori specialisti della storia del pensiero giuridico antico.

Alla stessa ora all’Addolorata, incontro con Francesco Fiorentino Giorgio Barberio Corsetti. Introduce Roberto D’Avascio. Giorgio Barberio Corsetti è tra le voci più alte della scena italiana. I suoi lavori hanno un tratto distintivo che li rende inconfondibili, a partire da un modo tutto peculiare di organizzare lo spazio teatrale. Si è parlato di teatro d’immagine, in antitesi a quello di parola, ma è un’etichetta forse approssimativa, se non riduttiva. Meglio non codificarlo in una definizione. Tra gli autori da lui più frequentati, Kafka è quello nei cui confronti ha intrattenuto forse la più lunga fedeltà, riuscendo sempre a ricrearlo poeticamente, portandone alla luce la teatralità implicita. Un esempio per tutti, la Metamorfosi, testo con il quale Barberio Corsetti ha interpretato il distanziamento fisico e sociale in tempo di pandemia. Di qui l’importanza di questo dialogo inedito con Francesco Fiorentino, germanista e studioso di teatro tedesco moderno e contemporaneo, tra Heiner Müller e Peter Handke.

Sempre alle 19, il centro storico sarà animato dallo spettacolo itinerante dal titolo L’oro del Boccaccio, di e con Flavia D’Aiello, musiche dal vivo di Daniela Somma, costumi La casa del gallo d’oro. Attenzione! Battaglione! Oggi nientemeno ‘cuntammo stu Decamerone! Il Pazzariello è stata una figura molto diffusa e caratteristica della Napoli di fine Settecento, che ha resistito almeno fino alla metà del secolo scorso. Egregiamente rappresentato nel film l’Oro di Napoli di Vittorio De Sica, ha nei secoli avuto il compito di fare pubblicità ad eventi e attività commerciali, attirando l’attenzione degli passanti a suon di viva voce, musiche e percussioni. Per l’occasione odierna invece, una inedita D’Aiello-Banditrice avrà il compito di pubblicizzare il Decamerone, l’opera più famosa del Boccaccio. In accordo alla figura del mercante e a quella “ragion di mercatura” di cui l’autore spesso parla, così come una volta si annunciavano le aperture di nuovi negozi e botteghe, così verranno declamate e ricordate le novelle del Decameron, con la Pazzariella accompagnata da una sorprendente concertista ambulante.

Alle 19, nello Spazio Matteotti, incontro con Enzo Lauria, maestro d’arte e docente in modellazione e animazione 3D, disegna per diverse testate italiane tra cui Topolino. Conduce Daria Limatola. Forte della sua esperienza dagli esordi come ghost pencil, fino all’approdo alla Disney Company Italia, passando per il mondo francofono, Lauria ci offre un breve excursus semiserio attraverso le storie e le tecniche del fumetto e dell’animazione, per comprenderne stili, linguaggi, differenze, potenzialità e sviluppi futuri, al netto di CGI e AI. Un’occasione questa per analizzare nel dettaglio affinità, luoghi comuni e non comuni del fumetto e dell’animazione, e rispondere ad alcune fondamentali domande sulla storia del fumetto, tra cui appunto “perché Topolino ha quattro dita?”,

A  largo Pomona, alle 19, incontro con Alberto Granese, autore di Consistency: L’universo cristallizzato in forma poetica, (Edisud). Conducono Rosa Giulio e Erminia Pellecchia. Nelle prime due delle quattro parti che compongono il volume, si attraversano i 760 anni di Dante (1265-2025) esplorando temi come gli influssi astrali e le polifonie paradisiache nella loro funzione strutturale. Accanto a questa indagine dantesca, l’attenzione si concentra su un tema spesso trascurato: l’intenso dibattito prerisorgimentale sull’indipendenza italiana e, soprattutto, sulla forma costituzionale da dare a una nazione finalmente libera. Una riflessione tra storia delle idee, politica e letteratura.

Alle 19.30 al Museo Diocesano ci saranno Elisabetta Moro Marino Niola, autori di Gatti neri e specchi rotti. Note sulla superstizione (Einaudi). Conduce Paolo Di Paolo. Gatti neri, specchi rotti, numeri fortunati, amuleti, riti scaramantici: da sempre ricorriamo a superstizioni per affrontare l’incertezza del vivere. Eppure, nonostante scienza, tecnologia e istruzione, l’immaginario scaramantico non arretra, anzi si rinnova e si moltiplica. Perché non è un semplice retaggio del passato, ma una risposta simbolica e istintiva al bisogno di controllare ciò che sfugge alla logica. Un modo per dare senso all’imprevedibile.

Alle 20 a Palazzo Fruscione, Marzio Mian, autore di Volga Blues (Feltrinelli) dialogherà con Corrado De Rosa. Marzio G. Mian attraversa la Russia seguendo il Volga, fiume-simbolo e arteria vitale della sua storia. In un viaggio di seimila chilometri, tra città e steppe, tra ortodossia e imperi, racconta un paese inaccessibile e sfuggente, sempre più lontano dall’Occidente. Un reportage potente e lucido che svela l’anima profonda della Russia post-sovietica, sospesa tra passato e presente, tra nostalgia imperiale e scontro geopolitico.

Alla stessa ora a largo Pomona, incontro con Leonard Cjapi Morava, autore di La danza delle pietre bianche (Marlin). Conduce Piera Carlomagno. Samir viene “acquistato” da una coppia albanese del sud, Ahmet e Asie, per una somma che permette ai genitori biologici di comprare un animale da stalla. Cresce tra l’amore per i libri di Asie, arrestata perché legge Camus e beve Calvados, e la ribellione di Ahmet, che si finge pazzo per sfuggire al regime. Nell’Albania in transizione dal comunismo alla falsa promessa della democrazia, Samir eredita cultura e spirito libero, ma è costretto a fuggire in Italia su un barcone. In Maremma inizia una nuova vita, lontano ma non immune dal dolore del passato, straniero in una terra che non lo riconosce.

Sempre alle 20, allo spazio Matteotti, arriva Paolo Guenzi, autore di Il marketing dell’ignoranza (Egea). Conduce Francesco Barra Caracciolo. L’ignoranza non è più un limite da colmare, ma un prodotto da vendere, ostentare, consumare. Con ironia tagliente e impegno civile, questo libro smaschera i meccanismi del marketing dell’ignoranza: un processo subdolo che trasforma il futile in valore, anestetizza il pensiero critico e altera la coscienza collettiva. Un’analisi provocatoria delle distorsioni culturali contemporanee, per risvegliare consapevolezza e generare anticorpi contro la banalizzazione del sapere.

L’evento clou della giornata di domenica 15 è alle 20.30 all’atrio del Duomo con Christoph Ransmayr in dialogo con Melania G. Mazzucco. In collaborazione col Forum Austriaco di Cultura. Introduce Gennaro Carillo. Christoph Ransmayr, austriaco, già insignito dei premi Canetti e Kleist, è tra le voci più alte della letteratura europea. Fin dall’esordio, Gli orrori dei ghiacci, i suoi libri si spingono fino alla fine del mondo, ripetendo nella scrittura le avventure – reali o immaginarie – dei loro personaggi. Non a caso, il suo romanzo più famoso s’intitola Il mondo estremo, ispirato alla relegatio di Ovidio a Tomi, sul Mar Nero, dove lo aveva mandato Augusto, per motivi mai del tutto chiariti. Nel suo ultimo romanzo, Il maestro della cascata (Feltrinelli, 2022), Ransmayr immagina un’Europa fatta di città-Stato, ognuna chiusa nel proprio territorio e gelosa dei propri confini (Amburgo è una polis!), un’Europa delle frontiere, in cui il vero potere risiede nel possesso dell’acqua. Non a caso, il protagonista è un ingegnere idraulico, figlio di un guardiano delle chiuse.

Alle 20.30 all’Arco catalano incontro con Valeria Pezza, autrice di L’invenzione della casa (Marinotti). Conduce Francesca Salemme. Quando nasce la casa urbana come spazio condiviso e ripetibile, fondamento della cittadinanza? A partire da Agrigento, antica colonia greca, si ripercorre la vicenda dei migranti ellenici che, dall’VIII secolo a.C., fondarono città regolate da principi di uguaglianza e condivisione (isonomia e isomoiria). La misura della casa – l’oikòpedon – divenne allora unità politica e simbolica, base dell’ordine urbano. In quella forma abitativa si incarnava un sistema di credenze che faceva della sfera domestica un luogo sacro di libertà, in contrasto con il controllo della polis. Una storia che invita a ripensare la tradizionale opposizione tra pubblico e privato.

Sempre alle 20.30 al Museo Diocesano, si terrà il Premio Demetra- Letteratura ambientale. Incontro con Carlo MontalbettiErmete Realacci e con Beatrice Peruffo, autrice di Segreti di ghiaccio la deriva di Larsen B (Linea Edizioni) e Patrizia Carrano autrice di Il cuore infranto della quercia (Aboca). In collaborazione con COMIECO. Conduce Daria Limatola. Giunto quest’anno alla quinta edizione, il Premio Demetra è stato istituito da Comieco per dare un riconoscimento ad autori ed editori indipendenti che trattano e approfondiscono nelle proprie opere temi legati a ecologia, ambiente, cambiamento climatico, ricerca scientifica, transizione ecologica ed economia circolare, ma anche allo sviluppo e all’impiego di nuove tecnologie. Cinque le sezioni in concorso: Saggistica, Saggistica straniera tradotta in italiano, Narrativa, Libri per ragazzi e Graphic novel italiana e tradotta. La letteratura ambientale è fondamentale per promuovere la cultura del rispetto di ambiente e territorio, e le case editrici indipendenti sono forse quelle che maggiormente investono nella pubblicazione di questi titoli. Ne parliamo qui con Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, Ermete Realacci, presidente della giuria del Premio, e due delle finaliste della sezione narrativa, Patrizia Carrano e Beatrice Peruffo.

Alle 21 all’Addolorata incontro con Alfonso Amendola, autore di Z Gen. Teorie e modelli di un racconto generazionale In dialogo con Alex Giordano. Introduce Martina Masullo. Chi sono davvero i ragazzi e le ragazze della Generazione Z, nati tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Dieci del Duemila? Cresciuti in un mondo digitale e globalizzato, questi giovani plasmano la propria identità tra schermi e reti, con una naturale padronanza degli strumenti tecnologici. Ma sono anche protagonisti di una nuova sensibilità culturale: attenti all’inclusione, all’ambiente, alle disuguaglianze sociali, portano avanti un immaginario collettivo fatto di attivismo e fluidità. Questo libro traccia un primo, vivido ritratto della Gen Z, esplorandone gusti, valori, consumi e linguaggi. Uno sguardo essenziale per comprendere una generazione che sta già riscrivendo il presente.

Alle 21.30 nell’atrio del Duomo, appuntamento con Emanuele Trevi, curatore con Paolo Parisi Presicce di Philip K. Dick, Opere scelte (Mondadori). Conduce Gennaro Carillo. Non c’era bisogno che Dick facesse il suo ingresso nei Meridiani per essere consacrato come un classico contemporaneo. Da tempo non è più considerato uno scrittore di genere. La fantascienza – quantunque gloriosa – gli sta stretta. Eppure è lì che ha cominciato, «operaio della penna, un infaticabile Martin Eden», come lo definisce Emanuele Trevi nel magnifico Profilo premesso ai due volumi dei Meridiani da lui curati con Paolo Parisi Presicce. Fin dagli anni dell’apprendistato Dick ha evidenziato una superiore capacità di cogliere lo spirito del tempo. Accanto a questa capacità, c’è poi un altro tratto distintivo, che lo rende pressoché unico: la visione del futuro. Dick non ha solo immaginato, ha visto quello che sarebbe accaduto. Quando Trevi scrive che in Dick «un simulacro di realtà usurpa i diritti della verità», verrebbe soltanto da dire: mutato nomine de te fabula narratur. Sta parlando di noi, di questi anni segnati dalla post-verità e dal cospirazionismo. Un discorso analogo va fatto per il controllo poliziesco: Dick ha intuito che contro le derive del capitalismo della sorveglianza la sola risposta poteva essere quella di rendersi opachi alle sonde, intrasparenti. Preservando l’ultimo spazio di libertà possibile.

Alle 21.30 al Diocesano arriva Oscar Farinetti, autore di Hai mangiato? (Slow Food). Conduce Francesca Salemme. Cibo come gesto d’amore, memoria e condivisione: Oscar Farinetti intreccia storie celebri e anonime ispirandosi alla frase di Elsa Morante: «Hai mangiato?». Tra tavole imbandite e vite vissute, sfilano Umberto Eco, Michelangelo Pistoletto, i vecchi di Langa, camerieri sognatori e fratelli in guerra. Con uno sguardo ironico e affettuoso, l’autore ci regala ritratti vividi e racconti che profumano di umanità, accompagnati dalle immagini di Bruno Murialdo.

Alla stessa ora a largo Pomona, ci sarà Rubens Shehu, autore di Il commerciale (Ventanas). Conduce Paolo Di Paolo. Un uomo di trentotto anni viaggia lungo le autostrade italiane su un’auto aziendale. Fa l’agente di commercio, vende carta – kraftliner, offset, white top – senza entusiasmo. Diviso tra desiderio di riscatto e pulsioni autodistruttive, vive su piani temporali sovrapposti: da un lato il venditore lucido e misurato, dall’altro un doppio che si nutre di pornografia, alcol, gioco d’azzardo e psicofarmaci. In tre estati, seguiamo il suo sprofondare in un delirio solitario. Un flusso di coscienza senza filtro né redenzione, politicamente e umanamente scorretto.

Alle 22.30 nell’atrio del Duomo, laboratorio sul teatro classico. Elena di Euripide messo in scena da allievi e docenti del Liceo De Sanctis di Salerno. Regia Anna Rotunno. Introduce Gennaro Carillo. L’Officina del dramma antico, attiva presso il Liceo De Sanctis di Salerno, è un meraviglioso laboratorio teatrale diretto dalla professoressa Anna Rotunno. Alunni e docenti del De Sanctis si misureranno con Elena, una tragedia così poco tragica da concludersi con un lieto fine. Euripide ‘corregge’ Omero: Elena non è mai stata rapita. La donna incantevole portata a Troia è solo il suo doppio, un simulacro. La vera Elena è in Egitto, dove ritroverà Menelao. Nessun adulterio, dunque. Elena è stata diffamata. Aveva ragione Gorgia a difenderla da accuse profondamente ingiuste. Ma quanto sangue è stato versato per un fantasma…

Alle 22.30 a largo Pomona, incontro con Riccardo Pedicone, autore di E sembra quasi vero (Rizzoli). Conduce Paolo Di Paolo. Riccardo ha pochi soldi ma sceglie sempre i libri, anche al posto del gelato. Da piccolo leggeva per far ridere la madre, da grande legge per abitare altri mondi, trovare scuse, consolare sé stesso. Tra le pagine cerca passaggi segreti per comprendere la vita, intrecciando esperienze personali e letture. In questo memoir letterario, i romanzi diventano mappa e rifugio: Morante, Cimatti, Saramago – e molti altri – sono voci che guidano l’autore nel raccontare una formazione fatta di silenzi, inquietudini e slanci. Perché leggere, ci ricorda, è vivere. E a volte, vivere davvero significa solo perdersi in un libro.

Da domani iniziano poi i corsi di Salerno Letteratura. TEMPO VIDEO per ragazze e ragazzi dagli 11 ai 13 anni, dal 16 al 21 giugno. SUMMER SCHOOL  per studentesse e studenti 16+,  dal 16 al 21 giugno. LABORATORIO DI TRADUZIONE DAL FRANCESE  per adulti dal 16 al 18 giugno.

Redazione Salernonews24

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