Al via il ciclo di incontri ai “Morticelli”

«La vita non è quella che uno vive, bensì quella che uno si ricorda e come se la ricorda per raccontarla». Prendendo spunto dalle parole di Gabriel García Márquez, apre il primo ciclo di incontri “Vite narrate. Raccontaci la tua storia” dedicati al racconto di sé: un invito a riscoprire la potenza della narrazione come gesto artistico, collettivo e profondamente umano.

Da un’idea di Paolo Apolito, già autore della rubrica “antropologo a domicilio” insieme a Erminia PellecchiaAlessandro Basso e Francesco Sicilia, sarà un appuntamento per chi crede che raccontare – e ascoltare, resti ancora un atto rivoluzionario. Dare voce non solo a personaggi noti, protagonisti di questi incontri saranno le persone con le proprie storie di vita quotidiana, di resistenza, di cambiamenti, di sogni. Ciò che conta è la forza della parola, la sua capacità di colpire, di evocare altre storie, di accendere altri ricordi, perché ogni esistenza umana, comune o straordinaria che sia, custodisce un racconto degno di essere condiviso.

A tu per tu con il pubblico, nell’hub culturale “iMorticelli” in Largo Plebiscito, a Salerno, spazio a domande, conversazioni, memorie che richiamano altre memorie.

Svelati i primi due ospiti, partendo da Roberto Faccenda, che si racconterà mercoledì 11 giugno, alle 19 in punto. Entra in seminario all’età di diciotto anni e diventa sacerdote a venticinque, ora è il direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ruolo che ricopre da cinque anni. È anche referente per la pastorale scolastica e cappellano della squadra di calcio della Salernitana, che segue sugli spalti da grande tifoso. Don Roberto Faccenda, il “prete rock” che parla ai giovani con chitarra e orecchino, battute in dialetto e cuore in mano, è il volto di una Chiesa vicina, credibile e senza filtri.

Il secondo appuntamento, in calendario a fine giugno, accoglie Maria Esposito in Rispoli, memoria vivente della Salerno antica, è l’anima della storica Merceria Rispoli in via delle Botteghelle: un secolo di artigianato, resilienza e passione tramandato per generazioni. Ma perché oggi, in un mondo iperconnesso, sentiamo ancora il bisogno di raccontare ad alta voce e in pubblico? «Ogni narrazione è, a suo modo, un’opera d’arte. Raccontare a voce restituisce senso alla parola, genera vicinanza, crea legami. La voce che narra è musica viva: risuona, tocca, coinvolge. Perché raccontare è anche un atto di cura collettiva: chi parla si affida, chi ascolta accoglie. Un gesto semplice e potente che ci ricorda chi siamo – spiega Paolo Apolito – E perché, senza rinnegare il digitale, abbiamo bisogno di tornare alle radici fisiche del racconto. Quando i dispositivi si spengono, restano i corpi, le voci, gli sguardi. Lì nasce lo spazio autentico dell’incontro». “Vite narrate. Raccontaci la tua storia” verrà presentato in anteprima alle 11 di questa mattina, al Liceo Artistico “Sabatini-Menna” per una puntata speciale, in occasione della quale la dirigente scolastica Renata Florimonte, si racconterà ai suoi studenti, oltre il proprio ruolo sociale. Appassionata di poesia, cinema e teatro, storica e ricercatrice di formazione, dal 2022 unisce rigore accademico e visione educativa nel guidare l’istituto, luogo d’arte e ispirazione per le nuove generazioni. L’ingresso agli appuntamenti è libero.

Redazione Salernonews24

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