La Pillola del Lunedì: Devianza giovanile

Di fronte ad una violenza sempre più diffusa tra gli adolescenti, l’aumento della pena può essere l’unico provvedimento?

di Luigi D’Aniello-

Negli ultimi anni si sta assistendo ad un incremento preoccupante di episodi di violenza tra gli adolescenti; i ragazzi fuori casa portano con sé coltelli, pronti a fare risse, furti, stupri, spaccio di droghe, senza regole sociali. Un fenomeno questo che sta mettendo in crisi i valori fondamentali della nostra società che appare sempre più smarrita nel rispetto della vita e della convivenza civile.

Purtroppo, queste manifestazioni di aggressività coinvolgono giovani di diverse età, con danni profondi  non solo fisici, ma anche emotivi.
Recenti fatti di cronaca evidenziano questa tendenza crescente: a Napoli un quindicenne accoltella un coetaneo con numerosi fendenti allo stomaco durante una discussione per futili motivi; a Frascati, un sedicenne è stato accoltellato da un ragazzino di due anni più piccolo, forse come punizione per una felpa non pagata; a Torino, una quattordicenne ha sfregiato una coetanea per motivi di gelosia; a Bergamo, un ragazzo di 26 anni è stato ucciso con una coltellata alla schiena da un 19enne, in seguito a uno sfottò legato a uno scontro calcistico. Anche se ad avere queste forme di comportamento in prevalenza sono ragazzi, non bisogna sottovalutare l’aumento di episodi in cui sono le ragazzine a essere protagoniste di aggressioni emotive e verbali.

A fronte di questa escalation, il Governo come possibile soluzione ha deliberato un aumento delle pene, considerandolo un deterrente efficace. Tuttavia, questa misura da sola è insufficiente per fronteggiare la complessità di questo problema perché la violenza tra i giovani non è solo il risultato di impulsi incontrollati, ma quasi sempre deriva da problemi psicologici, carenze affettive, insicurezze e situazioni familiari irrisolte.

L’uso massiccio dei social media e la cultura di emulazione e una giustizia molto permissiva hanno contribuito ad un diffuso senso di impunità e normalizzazione di comportamenti violenti che stanno alimentando un circolo vizioso difficile da interrompere.

Quindi, per cercare di risolvere questa difficile realtà è fondamentale adottare un approccio multidimensionale che coinvolga tutti i livelli della società. Innanzitutto, è necessario rafforzare i programmi di educazione civica e di educazione alle emozioni nelle scuole affinché i giovani imparino a rispettarsi, tollerarsi e gestire le proprie emozioni in modo costruttivo; poi è cruciale ii coinvolgimento di famiglie e comunità. Soltanto, infatti,  con un sostegno costante e valori condivisi si può contrastare la deriva violenta.

Inoltre, è importante promuovere iniziative di sensibilizzazione riguardo ai rischi legati alla violenza e all’uso scorretto dei social media.
Infine, l’incremento delle risorse rivolte all’assistenza psicologica e al supporto sociale, offrendo ai giovani in difficoltà un aiuto concreto per affrontare i propri problemi e prevenire comportamenti a rischio, può fare la differenza,

In poche parole, sebbene un aumento delle pene possa contribuire a risposte immediate, tale soluzione rappresenta soltanto una misura reattiva. La vera sfida consiste nel creare ambienti educativi e sociali che favoriscano la convivenza rispettosa e pacifica, investendo sulla prevenzione, sulla formazione di valori e sulla crescita di una cultura della pace. Solo così si potrà invertire questa tendenza e ricostruire un senso di umanità e di rispetto per la vita tra i giovani.

Luigi D'Aniello Luigi D'Aniello

Luigi D'Aniello

"Non si è sconfitti quando si perde ma quando ci si arrende"

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