La dimensione trascendente del Conclave

di Claudia Izzo-

Il Conclave che si è avuto nei giorni scorsi  nel cuore della Città Eterna, con la solennità della sua ritualità, tra l’incedere dei 133 cardinali cinti del rosso purpureo,  intenti nel loro giuramento e nel loro voto,  con  le finestre della Cappella Sistina rigorosamente chiuse, a creare un luogo nel luogo;  con i suoi 45mila fedeli riunitisi in Piazza San Pietro a guardare il comignolo della Cappella Sistina fumare nero,  ha scomposto  la nostra realtà,  frammentandola in mille pezzi, introducendoci in  una nuova dimensione  spazio- temporale.

Il Collegio dei Porporati convocato in Conclave per l’elezione del Sommo Pontefice, ha fatto così riemergere il concetto dell’attesa.

Il tempo in questi giorni  si è dilatato: gli occhi del mondo sono stati tutti rivolti ai tetti della Cappella Sistina,; insieme, ci si è uniti in preghiera nell’ attesa che venisse eletto il  nuovo Capo della Chiesa nel mondo.

Se la modernità ci impone la velocità, la fretta, il tutto e subito,  anche in questa circostanza il mondo  trepidava per conoscere il nome del prossimo Vescovo di Roma, per  riempire al più presto quel posto  vacante.  La  Storia doveva fare il suo corso e tutti desideravamo che prendesse una direzione il più presto possibile, quasi a rassicurare i fedeli che tutto procedeva nel verso giusto. Ma ciò che invece si è  respirato, come è giusto che fosse,  è  il senso di attesa: tutto il  rituale  ha richiesto la pazienza dell’attesa, carica più che mai, di significato profondo.

Le campane del Vaticano, mute per il lutto, hanno vegliato il silenzio sacro con austera compostezza, in attesa anche loro, di poter accompagnare la fumata bianca affinché non vi fossero dubbi dell’ avevnuta elezione.

Di qui l’attesa si è fatta sospensione temporale che ha investito fedeli e luoghi, sospensione vestita di sacralità, comunione, condivisione,  purificazione, ascesi.

Il tempo, sigillato dallo Spirito Santo, ha creato secretezza, riservatezza, dove il voto dei vescovi risponde ad un atto di fede e di responsabilità.

Sotto pena di scomunica latae sententiae i cardinali non devono rivelare nulla di ciò che avviene nel Conclave: con l’Extra omnes, chiudendosi  la porta al mondo, si apre quella al cielo. Così in questo dialogo tra porporati, aprendosi lo spazio sacro, si è arrivati all’elezione di Leone  XIV.

Ecco che il Conclave ci ha condotto in una dimensione di trascendenza,  “al di là” rispetto a questo mondo,  vissuto come opera dello Spirito Santo, come  invito alla riflessione, al mistero. In questa realtà,  l’uomo tace per far parlare Dio.

Che Dio guardi il Papa e noi tutti!

Claudia Izzo Claudia Izzo

Claudia Izzo

Giornalista dal 2005, Direttore di salernonews24.it, fonda e dirige campanialife.it, cetaranotizie.com. Presidente dell’Associazione Culturale Contaminazioni è ideatrice e organizzatrice del Premio Nazionale Aristeia e di iniziative culturali sul territorio nazionale. Già membro della Commissione Cultura dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Campania per il triennio 22/24, è attualmente membro della Commissione Vigilanza. Docente di Giornalismo presso istituti scolastici. Ideatrice e conduttrice della rubrica Ex Libris sull’emittente RCS75. Già ghost writer per tre campagne elettorali, è ideatrice e curatrice del libro “La Primavera Fuori. 31 scritti al tempo del Coronavirus. (Il Pendolo di Foucault). Si occupa di comunicazione, storia, design e territorio.

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