Cum clave, al via l’elezione del Pontefice

di Antonietta Doria-

Chiuso con la chiave, sottochiave, questo il significato del termine Conclave che sta ad indicare il collegio cardinalizio della Chiesa cattolica che si svolge cioè nel massimo riserbo tra i 15 ed i 20 giorni successivi alla morte del Papa. In piena lotta per le investiture il primo Papa eletto cum clave fu Gelasio II con i cardinali riuniti nel monastero di San Sebastiano sul Palatino. Fu poi Papa Gregorio X ad istituire realmente il Conclave nel 1274 con la costituzione apostolica Ubi Periculum in seguito all’episodio che lo vide coinvolto a Viterbo, allora sede papale: stanchi di anni di indecisione sulla scelta del capo della Chiesa, furono proprio gli abitanti a chiudere a chiave i cardinali nella sala del Palazzo Papale scoperchiando parte del tetto per costringerli all’elezione nel più breve tempo possibile.

Tutto è pronto, dunque,  per l’elezione del 267esimo figlio di Pietro, i 133 cardinali elettori sono a Roma, alle 10 erano nella Basilica di San Pietro per partecipare alla messa votiva, secondo procedura,  “Pro Eligendo Romano Pontefice”.

A scegliere il Papa sono  i cardinali elettori che devono avere un’età inferiore agli 80 anni. Nel tempo tante procedure sono cambiate, per esempio,  nel 2007 Benedetto XVI ha emanato il  motu proprio che ha ripristinato la norma sulla maggioranza richiesta nell’elezione,  oltre a quella sul ballottaggio. Nel febbraio 2013 Papa Benedetto XVI ha emanato il motu proprio, apportando alcune modifiche tra cui quella concessa ai cardinali di poter anticipare l’inizio del Conclave se sono presenti tutti i cardinali.

Oggi saranno 133 i cardinali con diritto di voto, numero che supera la soglia massima di 120, norma spesso derogata. Papa Francesco ha creato 149 cardinali di cui 108 elettori; mentre Giovanni Paolo II, 41 cardinali di cui 5 elettori; Benedetto XVI 62 di cui 22 elettori.

Dalla Cappella Paolina alla Cappella Sistina.

Gli elettori  si riuniranno nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, in abito corale per cantare le litanie dei santi e il Veni Creator Spiritus,  per andare poi   insieme nella Cappella Sistina dove, giurando sulla Bibbia, s’impegneranno a mantenere il segreto.

La fumata.

Dal 1878 è la Cappella Sistina il cuore del Conclave: qui vengono allestiti i banchi per la votazione, qui viene montata la stufa dove vengono bruciati i voti. Si avrà una fumata bianca, data da clorato di potassio, lattosio e colofonia, nel caso venga eletto il Papa e nera, data da  perclorato di potassio, antracene e zolfo, nel caso in cui nessun cardinale abbia ottenuto la maggioranza richiesta. Ogni giorno possono esserci fino a due fumate, una alle 12, una alle 19,le schede si bruciano ogni due scrutini. Se il nome del nuovo Papa arriva al primo voto mattutino, la fumata si avrà prima delle 19. nella Cappella Sistina  le finestre restano, per tutto il tempo, rigorosamente chiuse.

Extra omnes.

Prima si ha il giuramento di tutti i cardinali, poi viene pronunciata, dal maestro delle celebrazioni liturgiche del Pontefice, la celebre espressione ” Extra omnes”, “fuori tutti” invito  ad uscire rivolto a tutti i cardinali che non siano elettori.

Meditazione.

L’ecclesiastico incaricato, prima espone i problemi, le difficoltà della Chiesa in base ai quali ci si interroga su quali siano le caratteristiche che deve avere il prossimo Papa, poi abbandona il Conclave. Nella cappella Sistina restano solo i cardinali elettori.

Elezioni per scrutinio.

Se dal 1621 i cardinali potevano eleggere il papa per “ispirazione” o “acclamazione”, accordo unanime per ispirazione dello Spirito Santo, per “compromesso”, affidando il compito a un ristretto manipolo di cardinali o con “votazioni a schede” per cui la maggioranza prevista era di due terzi,  dai tempi di Giovanni Paolo II, l’elezione è ammessa solo per scrutinio e consta di tre fasi: Antescrutinium, Scrutinium vere proprieque, Post scrutinium. Si procede così dalla consegna delle schede al conteggio dei voti, alle schede bruciate nella stufa.

L’accettazione.

Per diventare Papa, non basta il raggiungimento della maggioranza necessaria, il cardinale votato deve accettare  e comunicare ai presenti il nome pontificale scelto. Nella sacrestia della Cappella Sistina, detta Stanza delle Lacrime, indosserà i paramenti bianchi e la talare bianca  con cui si mostrerà al popolo dei fedeli dal balcone  in Piazza San Pietro. Sarà il cardinale protodiacono a pronunciare l’Habemus Papam che comparendo benedice Urbi et Orbi.

 

 

 

 

 

Antonietta Doria

Già docente di Lingue e Letterature Straniere, ama la lettura, la civiltà greca, l'enigmistica e la sua Volcei. Appassionata di antiquariato è una profonda conoscitrice del mondo Shakespeariano, di miti e Leggende. La scrittura è la sua nuova frontiera.

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