Sandro Pecchiari con “Atropo Lachesi Cloto”

Atropo Lacchesi Cloto – Sandro Pecchiari

 

Eppure il vero può nascondersi qui, dove si aspetta di terminare l’ inverno, dove si fanno scivolare i sassi nella mappatura di dimenticanze.  Nella radice sulla quale si può ricominciare.  E si inizia dalle sparizioni del dolore, sempre, da ciò che rimane nel non compiuto di una vita, da quel fiato corto che è più corto di una fitta.

Con la preghiera “portami via”, che nelle pagine de Atropo Lachesi Cloto  (Puntacapo editrice 2024), si fa strada interminabile  di poesia, dove il poeta Sandro Pecchiari, dona tempo a ciò che il tempo ha portato via. Nomi e persone che continuano a rimanere, anche se di loro, non ha nemmeno una fotografia.

 

***

far scivolare i sassi

in cerchi

in una mappatura di dimenticanze –

sono nomi da lanciare

nel dolore del tenere

per non cambiare niente

sfilano la protezione dello stare male

non riconoscersi nunc et semper

ogni rimbalzo il grido della gioia

dai, dai, 1, 2, 3, 4, ah, peccato! niente 5

ogni rimbalzo perde forza

e finalmente non si afferra

 

genitori genitoque

torno a voi per quel poco

amore di ricatti

per non farmi male

se qualcosa resta –

tovaglie

tovaglie spalancate mai

troppe stoviglie trattenute

le loro storie ammutolite

– il non compiuto d’una vita –

del padre non rimane nulla

se non l’aspro nella voce

le mani a grandine

di te un twin set rosso fuoco

il tuo viverti di lato

gli anni cinquanta

il buio del tuo chignon

aprirle è la frattura

       

 

 

portami del cibo

un po’ di vino su questa tovaglia a girasoli

qualche fetta di pane

tovaglioli di carta

– la carta per scrivere ce l’ho –

portami il sole di questo giorno intatto

i tuoi jeans che disegnano le gambe

con i tratti d’un pontormo

il tuo spostarti arioso attorno

portami il peso fulvo dei capelli

un abbraccio del tuo odore caldo

portami via

Denata Ndreca

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