La Pillola del Lunedì: Bisogna pensare prima di parlare

di Luigi D’Aniello-

Quando sento parlare della morte del povero Ramy , come razzismo di Stato, o che il carabiniere che guidava l’auto che li inseguiva fosse un razzista, sono sempre più convinto che oggi ci sono molte bocche che parlano e poche teste che pensano.

Mi chiedo come i carabinieri  avessero potuto sapere  che i due ragazzi in moto, che non si erano fermati ai controlli e che tra l’altro indossavano un casco, fossero extracomunitari ?

Se Ramy e il suo amico si fossero fermati ai controlli tutto questo non sarebbe successo.

Purtroppo viviamo in un’epoca caratterizzata da una sovrabbondanza di informazioni e da una comunicazione continua, frutto dell’avvento di internet e dei social media. In questo contesto, le “bocche che parlano” si moltiplicano, e spesso lo fanno senza ponderare il messaggio comunicato.

La diffusione virale di contenuti emozionali, polemici o sensazionalistici ha preso il sopravvento, relegando in secondo piano la necessità di una riflessione critica. Molti si limitano a condividere, commentare o reagire impulsivamente, senza prendersi il tempo necessario per esaminare le fonti, verificare i fatti o considerare le implicazioni delle loro parole.

In questo marasma comunicativo, le “teste che pensano” sembrano scarseggiare: siamo circondati da opinioni, che spesso mancano di analisi approfondite, di visioni strategiche e di riflessioni fondate. Manca l’abitudine di pensare criticamente, di mettere in discussione le informazioni e di sviluppare un’opinione personale basata su evidenze solide.

Si è persa poi soprattutto l’abitudine di stare in silenzio per ascoltare, riflettere, interiorizzare prima della parola.
Parlo di un silenzio fecondo, silenzio inteso non come semplice assenza di parole ma di un silenzio inteso come un momento di riflessione profonda, un’ opportunità che indaghi, che intuisca, che scopra, che costruisca, che sviluppi, che formi, il pensiero che permetta la parola, che diviene mediazione tra un pensiero pensato e un pensiero rivelato.

Parlo di un silenzio dove l’essere si ritrae e poi si espande, pensa e poi manifesta il suo pensiero perché senza il silenzio pensante la parola è chiacchiera-
In passato, la comunicazione avveniva attraverso canali più filtrati e controllati; gli autori di contenuti, dai giornalisti agli scrittori, avevano il compito di informare e educare il pubblico, seguendo standard di verifica e approfondimento. Oggi, chiunque abbia accesso a un dispositivo connesso può diventare un “autore” e condividere opinioni, fatti, o fake news con un semplice clic. Questo fenomeno ha portato a una democratizzazione della parola, ma ha anche generato una saturazione di informazioni, dove la qualità molto spesso è sacrificata a favore della quantità.

Luigi D'Aniello Luigi D'Aniello

Luigi D'Aniello

"Non si è sconfitti quando si perde ma quando ci si arrende"

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