La Pillola del Lunedì: A proposito di Giubileo o Anno Santo

di Luigi D’Aniello-

L’Anno Santo, o Giubileo, rappresenta un momento di grande importanza spirituale e culturale per la Chiesa Cattolica e per i suoi fedeli. Ha origine dalla tradizione ebraica che fissava, ogni 50 anni, un anno di riposo della terra. Per segnalarne l’inizio si suonava un corno di ariete, in ebraico jobel, da cui deriva il termine cristiano Giubileo.

Il primo Anno Santo ufficiale fu proclamato da Papa Bonifacio VIII, il 22 febbraio 1300 ed inizia con l’apertura da parte del Papa della Porta Santa. Si tratta di una Porta che viene aperta solo durante l’Anno Santo, mentre negli altri anni rimane chiusa (una volta veniva murata).

La sua origine può essere ricondotta all’Antico Testamento, dove il concetto è introdotto (Levitico 25,8-17 ). In questo contesto, ogni cinquantesimo anno veniva dichiarato un anno di liberazione, dove coloro che avevano venduto se stessi come schiavi a causa di debiti venivano liberati, i debiti annullati e le terre restituite ai legittimi proprietari.

Tutto ciò aveva l’obiettivo di garantire la giustizia sociale e il rinnovamento spirituale del popolo; in poche parole rappresentava una sorta di purificazione sociale ed economica, una possibilità per chi era in difficoltà di ricominciare.
Nel Cristianesimo il Giubileo ha assunto poi una dimensione diversa, più approfondita., infatti intende offrire ai fedeli la possibilità di ricevere l’indulgenza, ossia la remissione della pena temporale per i peccati, attraverso la partecipazione a specifici atti di penitenza e devozione.

I pellegrini, recandosi a Roma e visitando le basiliche principali, ricevono grazie spirituali e indulgenze straordinarie. Ma il Giubileo, nei secoli, oltre alla funzione Spirituale di riconciliazione con Dio attraverso la confessione e partecipazione attiva alla vita della Chiesa, ha sempre avuto anche una funzione sociale stimolando la costruzione di opere pubbliche, la promozione della carità e il supporto ai più bisognosi.

Infatti, nonostante la sua sacralità, alcuni Papi hanno utilizzato l’Anno Santo per affrontare questioni contemporanee, come i conflitti, le ingiustizie sociali e le sfide del mondo moderno con l’introduzione di nuovi elementi, come l’importanza della misericordia enfatizzata dal Papa Francesco durante il Giubileo della Misericordia nel 2015 non ultimo oggi per lanciare appelli alla speranza di pace e giustizia sociale.

Con il passare del tempo, la celebrazione dell’Anno Santo ha subito varie trasformazioni, per esempio, inizialmente veniva celebrato ogni 100 anni, ma successivamente, con la cresciuta responsabilità della Chiesa verso i suoi fedeli, la frequenza è aumentata, diventando quinquennale fino a trovare una certa stabilità nel ciclo di 25 anni, come stabilito nel XX secolo.

L’Anno Santo è, in definitiva, un momento di profonda riflessione e unione per i cristiani di tutto il mondo. Le sue origini antiche, unite alle trasformazioni che ha vissuto nel tempo, lo rendono un elemento dinamico della spiritualità cristiana. Attraverso la sua celebrazione, i fedeli sono chiamati a rinnovare il loro impegno verso Dio, verso gli altri e verso il mondo, contribuendo alla costruzione di una società più giusta e solidale.

Il Giubileo è un dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene incontro! (Papa Francesco)

Comunque a mio giudizio, senza negare il valore del Giubileo come opportunità di riflessione e riconciliazione, ritengo che sia necessaria un’applicazione più autentica e meno commerciale della sua essenza perché il Giubileo nel corso dei secoli è diventato un evento troppo commercializzato, con una forte enfasi su aspetti turistici e economici piuttosto che su quelli spirituali. La vendita di memorabilia, pacchetti turistici e la grande affluenza di pellegrini lo fanno sembrare più un business che una vera esperienza di fede.

 

 

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Luigi D'Aniello

"Non si è sconfitti quando si perde ma quando ci si arrende"

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