“Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia !”…davvero?
Storia, culto e tradizione -di Claudia Izzo
Il proverbio recita “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia !” In realtà non è proprio così. E’ infatti durante il solstizio d’inverno, che di solito capita il 21 o 22 dicembre, che si registra una maggiore durata della notte ed una minore durata delle ore di luce.
Perché, allora, il proverbio parla del giorno più corto che ci sia?
Il tutto sarebbe dovuto alla riforma del calendario introdotta da Papa Gregorio XIII nel 1582, quindi nei secoli sono stati accumulati circa 10 giorni di sfasatura ed il solstizio fu spostato al 21 dicembre, mentre il giorno di Santa Lucia rimase il 13. In precedenza, cioè, la festa di Santa Lucia cadeva in prossimità del solstizio d’inverno. Da qui il famoso detto.
Ma chi era Santa Lucia?
Venerata dalla Chiesa Cattolica e da quella Ortodossa è considerata la Santa protettrice della vista e degli occhi, dei ciechi e degli oculisti. Lucia, dal latino Lux, luce, fanciulla siracusana, nacque a Siracusa verso la fine del III secolo d.C., decise di convertirsi dal paganesimo al cristianesimo. I suoi genitori erano contrari e le imposero di sposarsi. Lucia non volle e fu perseguitata dal suo promesso sposo, umiliato dal suo rifiuto che l’accusò di appartenere alla religione cattolica in quanto Diocleziano aveva emanato i decreti che autorizzavano la persecuzione dei cristiani. Fu trascinata da due buoi lungo le strade del paese, ustionata con l’olio bollente, bruciata viva al rogo, maltrattata dai soldati ma Santa Lucia uscì indenne dalle torture e la sua fede non vacillò mai. Fu sgozzata con una spada e le vennero strappati gli occhi.
Il corpo fu tumulato lì dove fu compiuto il martirio, poi nascosto nelle catacombe di Siracusa. I veneziani nel 1204 si impossessarono di alcune reliquie e le portarono a Venezia nella Chiesa dei santi Geremia e Santa Lucia di Venezia. E’ la Santa protettrice di Siracusa.
Le origini dell’antica festa in onore della santa sono legate al ritorno del sole e della luce dopo il solstizio ed in alcune province d’Italia, Santa Lucia svolge il ruolo di consegnare i doni ai bambini. Palermo è molto legata alla tradizione di Santa Lucia, si crede infatti che fu l’intervento della Santa a salvare la popolazione dalla carestia, grazie ad un bastimento carico di grano che inaspettatamente arrivò in porto. In suo onore, il 13 dicembre, si preparano le arancine con lo zafferano, (a Catania e Messina troviamo invece gli arancini con il sugo).
In Campania il 13 e 14 dicembre le donne in stato di gravidanza devono stare lontane, secondo tradizione, dagli oggetti taglienti, dalle lame. Roma e Milano Santa Lucia si festeggia in gemellaggio con Stoccolma. Dall’8 al 10 dicembre le due città italiane ospitano il corteo di Santa Lucia, composto da giovani del liceo musicale Nordiska Musikgymnasiet di Stoccolma, tutti vestiti di bianco e con in mano una candela, guidati da una ragazza che impersona Santa Lucia con una corona di candele sulla testa.
A Vicenza il 13 dicembre vi è festa nel quartiere di Santa Lucia. In città si usa mettere una scarpetta fuori dalla finestra, insieme a un pezzo di pane per la Santa e a un po’ di latte per il suo asinello. A Mantova, Bergamo e Brescia, soprattutto in passato, in questo giorno i bambini ricevono dei regali, non a Natale, dunque e la santa diviene una Santa Klaus al femminile.
A Stoccolma il 13 dicembre la città si risveglia al suono delle canzoni natalizie e Santa Lucia viene festeggiata con concerti e sfilate, durante le quali le bambine donano brioche allo zafferano e biscotti allo zenzero agli spettatori.