Mission to Kiev: con il dr Busoni il progetto italiano per la cura delle cicatrici in Ucraina

di Claudia Izzo-

Nasce in Italia da un’idea di Maurizio Busoni, Professore presso il Master di Medicina Estetica delle Università di Barcellona e Camerino, al secondo anniversario dell’ inizio della guerra in Ucraina, la missione umanitaria “Mission to Kiev” con il patrocinio  dell’Università di Verona con la collaborazione del Dott.ssa Anna Shemetillo, Medical Director Academy of Advanced Aesthetics UA di Kiev. e dell’Ingegner Sheila Veronese, del Professor Francesco D’Andrea dell’Università Federico II di Napoli, del Dottor Andrzej Ignaciuk, Past Presidente UIME Union Internationale de Mèdicine Esthétique di Varsavia.

Si tratta, come ha affermato il dr Busoni,  di un  progetto ambizioso, a titolo gratuito, a scopo umanitario, rivolto a coloro che durante la guerra sono vittime di ferite terribili. La tecnologia è innovativa:  parliamo della  metodologia Biodermogenesi per la rigenerazione dei tessuti cutanei che sarà messa a disposizione dei medici ucraini aderenti all’iniziativa che erogheranno le terapie ai pazienti dopo specifica formazione. Referente in Ucraina è la Dott.ssa Anna Shemetillo, Medical Director Academy of Advanced Aesthetics UA di Kiev.

La presentazione del progetto si è tenuta a Roma, presso il Leon’s Palace Hotel di Roma. Durante l’incontro, si è evinto che solo 18 gli studi esistenti sulle cicatrici di guerra indicizzati su PubMed, prevalentemente dedicati alla chirurgia maxillofacciale e ad alcuni dati statistici che indicano agli eserciti dopo quanto tempo possono richiamare i feriti alle armi. Da tali studi sappiamo che le principali ferite sono da ustione, conseguenza del fatto che intorno alle zone con esplosioni l’aria diventa rovente per un raggio di decine di metri e tutti coloro che vengono coinvolti da tali onde d’urto termiche sono esposti a lesioni a mani, volto e collo, le parti generalmente non coperte dall’abbigliamento. Per offrire cure a chi porta ogni giorno i segni della guerra sulla propria pelle, nasce il progetto RigeneraDerma Mission to Kiev.

In collegamento da Kiev, vi è stata la Referente in Ucraina, Anna Shemetillo, Medical Director Academy of Advanced Aesthetics UA di Kiev. “La Russia ha iniziato l’invasione non nel 2022 ma nel 2014 con l’invasione della Crimea e del Donbass, ed ora si è arrivati ad una situazione di crisi umanitaria  molto importante. Il  mercato farmaceutico, ha affermato, “ha registrato un calo significativo dal marzo 2022, la mancanza di risorse finanziarie è un ostacolo fondamentale per l’acquisto di farmaci necessari.  Nel 2024, 14,6 milioni di persone ha bisogno di assistenza umanitaria  in Ucraina…Nel febbraio 2023 il governo Ucraino ha accertato che il 23% degli ospedali del paese sono stati danneggiati, così come il 4% dei centri di assistenza sanitaria ed il 21% delle ambulanze.. 14,8 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria e protezione. RigeneraDerma ha accumulato esperienze estremamente positive nella terapia delle ustioni e delle cicatrici in genere grazie a Buodermogenesi  e questo ha permesso di sviluppare dei protocolli terapeutici per le cicatrici di guerra, generalmente più complesse rispetto a lesioni simili  maturate in ambiente civile.”

“Varie sono le cicatrici traumatiche  di origine chirurgica legate ad altre patologia; le ferite da guerra sono legate a delle armi con caratteristiche molto peculiari, oltre al trauma meccanico, abbiamo agenti chimici. Si tratta infatti di ferite spesso estese, di tipo lacerocontuso, infette e con perdita di tessuto. La guarigione di tale ferite è verso cicatrici di tipo patologico, ispessite, spesso dolenti e retraenti con associati disturbi funzionali se localizzate in zone flesso estensorie, quali arti e collo. La terapia non è di facile realizzazione” ha affermato il Professor Francesco D’Andrea, Direttore del Dipartimento di Chirurgia plastica ed estetica del Policlinico Federico II di Napoli e past president della SICPRE Società di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. “Questi sono problemi che devono essere risolti nell’immediato, infatti le cicatrici da guerra che possono sembrare un elemento secondario nello scenario di guerra sono importanti per la qualità della sopravvivenza.”

Per l’Ingegner Sheila Veronese, esperta di Medicina rigenerativa,  presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche, Biomediche e del Movimento dell’Università degli Studi di Verona, “le cicatrici da guerra, causate da arma da fuoco o esplosivo, sono causate da  una scottatura termica associata ad una bruciatura chimica. L’effetto termico  dura fino a 48 ore dall’evento poi si esaurisce con il raffreddamento dei tessuti. L’effetto chimico  invece, può perdurare erodendo anche in profondità i tessuti  vanno così aggiunte sostanze che possono aiutare a rimuovere l’egente chimico. Curare questo genere di danni significa ristrutturare tutti i tessuti coinvolti, talvolta rigenerandoli.”

“Nella cicatrice noi abbiamo un esempio di quello che avviene in ogni parte del corpo durante l’invecchiamento, ma in modo acuto. Si generano, infatti, fenomeni di atrofia, di ipertrofia, che portano ad un tessuto fibrotico con problemi vascolari, come succede nei tessuti invecchiati. È come se il tessuto invecchiasse nel giro di pochi giorni o mesi. Oggi abbiamo a disposizione delle metodiche in grado di ringiovanire il tessuto.  L’Università di Verona da tempo studia il trattamento presentato sia dal punto di vista anatomico-funzionale, sia bio-ingegneristico,” ha affermato il Professor Andrea Sbarbati, Ordinario di Anatomia Umana, Direttore della sezione di Anatomia Umana e Istologia, Università degli Studi di Verona.

«Nonostante la storia dell’umanità sia stata scandita dalle guerre, nessuno si è preoccupato di curare le cicatrici dei feriti sopravvissuti, che sono stati abbandonati a loro stessi. Ad oggi non esiste un protocollo terapeutico convalidato, né una scala di valutazione del danno. Pertanto siamo partiti dallo studio delle cicatrici di guerra e delle loro conseguenze, quali ad esempio dermatiti gravi e talvolta croniche o devastanti forme di tumore cutaneo come le ulcere di Marjolin, sviluppando una scala di valutazione di tali cicatrici che abbiamo chiamato POWASAS, Patient and Observer WAr Scar Assessment Scale. La scala verrà adottata per tutta la durata di Mission to Kiev e permetterà inizialmente di determinare la gravità delle lesioni e successivamente di valutare i miglioramenti apportati. Saranno quindi raccolti i dati di tutti i pazienti curati al fine di pubblicare degli studi clinici destinati a ridurre il vuoto informativo nell’ambito della cura delle cicatrici di guerra», conclude Maurizio Busoni.

Dal mese di marzo, grazie ad una metodologia italiana saranno attive cliniche e poliambulatori ucraini, situati in luoghi dove il conflitto è meno impattante e saranno resi noti i risultati.

 

 

Claudia Izzo Claudia Izzo

Claudia Izzo

Giornalista dal 2005, Direttore di salernonews24.it, fonda e dirige campanialife.it, cetaranotizie.com. Presidente dell’Associazione Culturale Contaminazioni è ideatrice e organizzatrice del Premio Nazionale Aristeia e di iniziative culturali sul territorio nazionale. Già membro della Commissione Cultura dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Campania per il triennio 22/24, è attualmente membro della Commissione Vigilanza. Docente di Giornalismo presso istituti scolastici. Ideatrice e conduttrice della rubrica Ex Libris sull’emittente RCS75. Già ghost writer per tre campagne elettorali, è ideatrice e curatrice del libro “La Primavera Fuori. 31 scritti al tempo del Coronavirus. (Il Pendolo di Foucault). Si occupa di comunicazione, storia, design e territorio.

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