Non capisco perché, ma certe volte mi vergogno

di Giuseppe Moesch*

Il 7 ottobre 2023, terroristi di Hamas, penetrarono dalla striscia di Gaza in territorio israeliano uccidendo 1194 persone rapendo circa 250, tra uomini e donne, dei quali 32 bambini, catturati come ostaggi da usare come scudi umani e merce di scambio per le future trattative.

Dal 18 ottobre Israele ha contrattaccato per tentare di liberarli e distruggere le basi di Hamas, e ad oggi si sono trovati cunicoli sotterranei, per una lunghezza di circa 700 chilometri, utilizzati come centri di accumulo di armi, sedi logistiche dei capi e luoghi di detenzione degli ostaggi.

Ho avuto modo di pubblicare lo statuto di Hamas, nel quale l’ideologia del gruppo esplicita come obiettivo la distruzione dello Stato di Israele; le dichiarazioni ultime di quegli uomini sono state per il rifiuto dell’idea di due stati per i due popoli, come si era previsto negli accordi di Oslo.

La costruzione dei cunicoli può essere stimata nell’ordine di qualche miliardo di dollari sottratti dai fondi umanitari, mentre le armi utilizzate sono state fornite in prevalenza dall’Iran che rifornisce anche Hezbollah, che dal Libano si sono aggiunti agli attaccanti e gli Huthi che nel Mar Rosso stanno compromettendo la normale navigazione delle navi commerciali, con danni incalcolabili non solo per l’occidente ma anche per l’Egitto che da quei transiti ricavano la più parte del loro reddito; lo stesso Iran contribuisce alla fornitura di droni ai Russi per attaccare l’Ucraina, dove gli uomini di Putin hanno rapito 19000 (diciannovemila!) bambini da offrire alle coppie sterili del proprio paese.

La costruzione dei cunicoli è durata anni sotto gli occhi della popolazione palestinese, che ha assistito alla localizzazione dei centri militari dai quali sono partiti e ancora partono i missili che continuano a cadere su Israele, quindi consapevoli e conniventi dei terroristi che con cinismo aberrante usano i propri concittadini come scudi umani.

Questa piccola sintesi, senza tema di smentita, serve solo a chiarire la genesi immediata della situazione di guerra.

Se un osservatore venuto dallo spazio, ignorante della storia degli ultimi tremila anni, volesse rendersi conto di come stiano i fatti, ascoltando le cronache e i commenti dei cronisti presenti sul campo o negli studi di tutti i media, o leggesse i disperati appelli che appaiono sui social, o assistesse alle manifestazioni che si indicono giornalmente per le vie del nostro Paese, avallate da partiti politici paladini dei poveri e degli oppressi, dallo stesso Segretario Generale dell’ONU, della corte di giustizia, avrebbe una visione completamente diversa, e capirebbero chiaramente che il povero popolo palestinese subisce un martirio da parte dei cattivissimi israeliani, o meglio da parte degli ebrei, che compiono azioni considerate come genocidio.

Il solo problema che quei visitors si troverebbero a dover affrontare sarebbe quello di conciliare le esternazioni delle casalinghe di Voghera o degli intellettuali d’antan, o delle persone appassionate di gossip che esprimono le loro approfondite riflessioni sulle pagine di Instagram o di Facebook con gemiti sconsolati sui poveri bambini palestinesi, al grido di basta, ovviamente ignorando quelli israeliani o ucraini, vittime degli aggressori.

La cosa più drammatica è che tutto questo avviene negli stessi giorni in cui si FESTEGGIA, la ricorrenza del 27 gennaio ovvero di quel giorno individuato nel 2005 dall’ONU come giornata della memoria, dell’accesso delle prime truppe sovietiche nel 1944, nel campo di Auschwitz, dove increduli si trovarono di fronte ad un orrore inimmaginabile.

Ho scritto correttamente si FESTEGGIA consapevole del significato sia della parola che del contenuto.

Come si può essere così ipocriti da non capire che la situazione odierna non è altro che la riedizione di quanto avvenuto a partire dal settembre del 1938 in Germania e poi proseguita in Europa e nel nostro Paese dopo la proclamazione delle leggi razziali, e che già prima si era manifestata con la ghettizzazione e con i pogrom e le varie guerre di religione, come si può ignorare che i buoni cristiani avessero accusato di deicidio l’intero popolo ebreo, e come fare a non rileggere nelle parole della Chiesa di oggi una partecipazione accorata alla causa con visione cattocomunista che rinnega tutte le belle parole che si spendono in coincidenza della data del 27 gennaio?

Che sia chiara la volontà di fomentare l’odio lo si legge con chiarezza nella scelta di indire per domani una manifestazione pro Palestina che saggiamente è stata rinviata quasi dappertutto, con il rincrescimento di alcuni, vedi a solo titolo d’esempio le dichiarazioni del sindaco di Milano Sala e di altri esponenti politici.

Nulla da dire su questi nuovi fascisti, ma alto si alza il grido di BASTA, per la difesa di Israele.

Ci complimentiamo per il macabro turismo funerario che annualmente di svolge verso i campi di sterminio, accompagnando giovani studenti liceali a visitare quei luoghi dell’orrore, tuttavia tornando a casa si troveranno schiere di mestatori che li prepareranno per l’Università, dove potranno esprimere i loro veri sentimenti, partecipando a manifestazioni, contro la presenza di uno stand alla fiera, o contro le decisioni di controllare le manifestazioni di odio.

Mi capitò molti anni orsono di visitare uno stand allestito nel corso della Biennale di Venezia sulla Shoah e rimasi colpito innanzi ai km costruiti con la pelle di quei poveri uomini e donne e bambini uccisi da altri uomini in nome di una superiorità razziale inconcepibile.

Ho visto pezzi di sapone ottenuti dal grasso di quei corpi.

Non avrei mai voluto vedere tutto quell’orrore ma credo mi abbia fatto bene.

Non riesco a dimenticare come invece riesce bene alle signore annoiate, ai giovani leoni ed ai politici d’allevamento tesi a riuscire ad occupare un posto in Parlamento, o in un consiglio qualsiasi con qualsivoglia mezzo anche a costo di cancellare quella memoria, tronfi nella loro ignoranza.

La FESTA della memoria allora dovrebbe essere annullata, se non ci permette neanche di capire cosa stia succedendo, e in conseguenza di tale saggia decisione propongo di sostituirla con la Giornata mondiale della “porchetta” o della “tagliatella”, tutte iniziative che avrebbero ricadute assai positive sull’economia a beneficio di quei codardi che oggi dicono BASTA.

Non sarebbe certamente cosa singolare considerando l’elenco di tutte le Giornate Mondiali indicate dall’ONU.

 

 

*già Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno

 

Giuseppe Moesch Giuseppe Moesch

Giuseppe Moesch

Napoletano, già professore ordinario di Economia Applicata, prestato alla politica ed alle istituzioni nazionali ed internazionali, per le quali ha svolto incarichi e missioni viaggiando in quasi cinquanta Paesi attraversando l’umanità che li popola. Oggi propone le sue riflessioni scrivendo quando non riesce a capire quelle degli altri.

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