L’evoluzione di Internet, da Netscape ai browser del mondo digitale
di Antonino Papa
Chi ha vissuto l’era della diffusione di internet (invenzione del 1969), inizialmente confusa con il concetto di WorldWideWeb, non può non ricordare uno dei primi browsers: il mitico Netscape Navigator con la famosa “N” che ruotava ad ogni richiesta di pagina alla fulminea (si fa per dire) velocità di 256 Kbps.
Oggi si viaggia a 10 Giga, impensabile a quell’epoca e, naturalmente, questo progresso ha forzato soprattutto le software house ad adattare i browsers alle nuove ere digitali che si sono succedute fino ad oggi.
Idem è accaduto con i dispositivi elettronici, siano essi personal computers, notebook o smartphones e tablets (che allora non esistevano).
Internet è stata la più grande rivoluzione del mondo moderno perché ha generato milioni di nuovi posti di lavoro, creato nuove professioni e sviluppato il settore hi-tech dal quasi nulla alla Silicon Valley, dall’offline all’online; soprattutto ha letteralmente messo il mondo tra le mani di tutti gli abitanti del pianeta, parafrasando un passaggio di un noto film … “nei luoghi più remoti della terra non hanno le strade ma hanno internet”.
Oggi nessuno può fare a meno del web, delle comunicazioni digitali e delle interconnessioni in tempo reale che sono il cuore pulsante di tutto il “sistema mondo” dal quale non si può più tornare indietro.
Ogni nostra azione passa attraverso la rete, ogni nostro respiro è captato così come ogni centesimo che spendiamo e tutte le nostre abitudini di vita incluse preferenze in ogni ambito, prigionieri? Non ancora ma siamo ad un passo dalla dipendenza totale da chips ed intelligenze artificiali.
Il business di internet è stato immediatamente fiutato dalle più grandi companies che dal 1994 in avanti, e principalmente per accaparrarsi il mercato detenuto da Netscape, hanno creato browsers sempre più performanti ed aggiornati costantemente con nuove funzionalità ed anche con integrazione di add on, plug in o browser extension se preferite.
Nel ’95 è stata Microsoft a lanciare Internet Explorer nella sua prima versione, questo browser ha dominato il mercato di riferimento per circa un decennio durante il quale sono state rilasciate nuove versioni con regolarità rendendolo non solo un punto di riferimento ma integrandolo alla perfezione con Windows.
Il monopolio del browser dalla grande “e” ha iniziato ad accusare una notevole flessione a partire dal 2002 quando la comparsa di Mozilla Firefox, tecnologicamente più avanzato, versatile, veloce e compatibile con tutti i sistemi operativi, ha iniziato a sottrarre velocemente milioni di utenti a Microsoft; nello stesso anno, però, ha fatto il suo debutto anche Opera, un browser anch’esso concettualmente simile a Firefox per versatilità e compatibilità ma con qualche innovazione che ha attratto molti navigatori seriali.
L’anno successivo, il 2003, l’uscita di Safari di Apple ha innescato una battaglia senza esclusione di colpi tra i principali players di mercato lasciando leggero vantaggio ai concorrenti essendo compatibile, inizialmente, soltanto per i sistemi Apple per poi tentare una sortita fuori casa per qualche anno fino a tornare, per scelta, ad essere appannaggio della sola Casa di Cupertino che era in fortissima ascesa.
Per cinque anni i quattro (in quel periodo) principali browser si sono divisi il mercato mondiale lasciando le briciole a software house minori che hanno tentato di ampliare la loro utenza senza successo; giungiamo così al 2008 quando scende in campo una Big Company: ovvero Google che lancia Chrome, un browser velocissimo e reattivo che ha fatto leggere targa, come si dice in gergo, ai concorrenti e, soprattutto, è iniziata una guerra vera e propria tra Apple e la stessa Google.
È nata così, tra il 2009 ed il 2011, l’era di internet del nuovo millennio che ha dato vita al boom delle companies hi-tech a selle e strisce che da allora non si sono più fermate sfornando software ed hardware a ritmi impressionanti, Apple, Samsung (che utilizza sistemi Google), Microsoft e Google, principalmente, hanno dettato legge finché non sono arrivati i cinesi con i loro brands che stanno conquistando il mondo.
Durante tutti questi anni l’evoluzione dei browsers ha visto la nascita dei dispositivi mobili, i citati tablets e smartphones, che hanno gettato benzina sul fuoco ed intensificato gli sforzi della Big per assicurarsi anche il monopolio dei mobile browsers e, praticamente, non v’è stata concorrenza, Apple e Google (tramite il sistema Android) sono diventati i padroni assoluti del mercato.
Si è giunti così all’era dei browser avanzati (nel 2020 è rientrata in gara anche Microsoft con Edge) ed integrati perfettamente nei sistemi operativi di cui sono elemento fondamentale, ad eccezione degli immortali Firefox, Opera ed altri che rilasciano versioni per tutti i sistemi; ed anche in questo campo l’ha spuntata Chrome che non solo è compatibile con tutti i sistemi ma da esso è derivato anche il sistema operativo di Google.
Oggi i browser sono le applicazioni più utilizzate al mondo proprio in virtù dell’importanza che ha assunto internet e grazie alla tecnologia che ha portato la banda ultra-larga nelle case di tutti e nelle reti di telefonia mobile.
Ognuno di noi è diventato libero e “schiavo” allo stesso tempo, libero di essere connesso da qualsiasi parte del mondo ma schiavo di non poter fare a meno di restare connesso ed il browser è così diventato il reale Grande Fratello incredibilmente descritto da Orwell nel 1949 … quando non esisteva neanche la parola internet.
