Napoli, incendiata la Venere degli Stracci, Odg Regione Campania: “colpita al cuore la cultura”
di Claudia Izzo-
Si stava ancora a parlare del suo messaggio e della sua modernità che già l’hanno distrutta.
Napoli si è risvegliata colpita al cuore della cultura.
Parliamo della “Venere degli stracci”, installazione realizzata nel 1967 dall’artista piemontese Michelangelo Pistoletto, riproduzione questa della statua Venere con mela dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvvaldsen, affiancata dal Pistoletto ad una montagna di stracci.
Un urlo di protesta della seconda metà degli anni ’60, quella del Pistoletto, esposta in Piazza Municipio dal 28 giugno scorso, che stanotte, alle 5.30, è stata data alle fiamme. Le autorità sono al lavoro per stabilirne le cause, per comprendere se l’incendio sia stato di natura dolosa. Piazza Municipio sembra addirittura più vuota senza quella presenza fuori dagli schemi, eppure eloquente come solo le espressioni artistiche sanno essere.
Parte integrante dell’esposizione “Napoli Contemporanea”, curata da Vincenzo Trione, che mira a valorizzare la modernità proprio attraverso testimonianze artistiche progettate per siti museali e spazi aperti, l’opera ha colpito per la sua grande originalità.
“La Venere rappresenta l’umanità di oggi, chiamata a esprimere il suo lato migliore” aveva detto il suo artista.
Emblema dell’ Arte Povera che, andando oltre la tradizione, impiega materiali antiartistici, inglobando la vita, elementi del quotidiano nell’arte stessa, la “Venere degli stracci” sarebbe stata presa di mira, come ha affermato il sindaco di Napoli, Manfredi, da una gara sui social di gente che invitava a bruciare l’opera.
Distruggiamo l’arte, distruggiamo il bello, distruggiamo tutto ciò che ci induce a riflettere.
Il mondo del giornalismo campano, capitanato dal Presidente dell’Ordine, Ottavio Lucarelli, resta sgomento innanzi a tale atto di barbarie.
“Brucia la Venere degli Stracci di Pistoletto, brucia negli animi di quanti vedono nella cultura una leva di riscatto” commenta Francesco Bellofatto, giornalista e docente universitario, Presidente della Commissione Cultura dell’Ordine dei Giornalisti della Campania.
Al netto delle responsabilità penali – sulla pista dolosa, sono stati trovati due barattoli di liquido accelerante, saranno gli inquirenti ad esprimersi – c’è una responsabilità collettiva che risiede nell’incapacità di arginare quel sentimento antimoderno che ingessa la città e le impedisce di andare avanti.
Il rogo di piazza Municipio richiama alla mente quelli della Terra dei Fuochi, del Tribunale e quello di Città della Scienza, dove, anche in quest’ultimo caso, le fiamme hanno distrutto un simbolo internazionale di conoscenza e innovazione.
Ma perché colpire proprio la cultura? Evidente la forza di impatto di un linguaggio universale, che non conosce barriere di parte, e che porta in sé, elabora e comunica, sintesi di secoli di storia, ribaltandola e riabilitandola. Se non parte da dentro di noi questa voglia di riscatto, da un sentire comune che guarda oltre gli interessi di parte, saremo condannati, da ‘pezzenti’, a subire questo ed altri roghi.”
Un fascio di fiori bianchi, accanto a ciò che resta della Venere del Pistoletto, brilla di speranza con un un biglietto su cui si legge “Che dalle tue ceneri possa risorgere una città migliore”. E poi un altro fascio con un altro biglietto “In memoria di quella Napoli che ha partorito artisti, filosofi, poeti”. La grafia da ragazza chiude la frase con un Rip ed un cuoricino che ci ricorda che Napoli continua ad avere in seno figli sensibili che sapranno dare alla città la spinta definitiva per essere quel che è sempre stata e che deve continuare ad essere, capitale di arte, cultura e bellezza.
Le immagini sono a cura di Claudia Izzo e Luigi D’Aniello
