Ricordi calcificati in “Nervature” del poeta livornese Marco Corbi

di Denata Ndreca

Un esercizio – è l’autore stesso a condurci in questa stanza di poesia, ovvero dentro le pagine di questo libro che si apre cercando di animare ciò che abitiamo, la propria casa. Parliamo di Nervature (MdS Editore maggio 2023) del poeta livornese Marco Corbi, già autore della silloge poetica Zero (2013) e Eptagoni (2018).

Una tessitura solitaria svolta lungo il mare di Livorno, un raccogliere ricordi che vanno a calcificarsi. Quell’esercizio dove i numeri lasciano il posto alle parole – versificandosi in verticale, cercando di sintetizzare e comprimere tutto ciò che è reale. Una ricerca di luoghi che si muovono nei concetti e preconcetti di ciò che porta la mappa mentale e sentimentale dell’autore che, non vuole perdere la lucidità della propria parola (unico modo per arrivare all’esecuzione), utilizzandola come un coltello in mano, impugnato con fermezza fino all’umido degli occhi, dove brevemente appare un attimo di antica tenerezza. Si snoda in filastrocca l’analisi di una società dove gli avvocati divorzisti non saranno mai più tristi – scelta (forse) come modo diretto per comunicare con il lettore o (forse) perché zingaro è il vento che smuove l’autore.

È l’amore – il filo che lega queste pagine con i tradimenti senza pentimenti, con la ricerca continua di spazio – tempo, con gli appunti di un diario calcistico che conta le undici figurine e le bottiglie. È quel sogno che va ricercando, ancora, piano, senza mai dormire.

Il ricominciare – dopo aver lavato lo sporco della vita.

Poesie scelte da Nervature (MdS editore 2023)

La chiave

La chiave ce l’ho io.

Lo sai.

Come?

Ah, non vuoi che la usi.

Certo, sei libera adesso.

Così legata, così denudata dall’armatura del tuo essere tu.

Sei davvero libera.

Spogliata di tutte le cose che hai ma che non vuoi.

Naufraga.

Sbattuta da venti foresti su una spiaggia in lattice.

Stai lì, e assapori la tua cercata, rivoluzionaria, liberatrice

schiavitù.

Sei qui.

La chiave ce l’ho io.

 

Telaio

Spazio e tempo

trama e ordito

quando il fato si fa subbio

e le umane gesta liccio

con il pettine delle ore

dei giorni

degli anni

tessono l’esistenza

allungata stirata strappata dal tirapezza.

 

 Latitudini solitudini

E a queste latitudini

a queste solitudini

a queste desuetudini

ti abituerai.

E saluterai l’amico

di cui non sai il nome

né la storia.

 

 

 

Denata Ndreca

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