Una celestiale coalizione
di Giuseppe Esposito-
Il periodo che stiamo attraversando è davvero terribile, forse il peggiore dalla fine del secondo conflitto mondiale. I nostri imbelli rappresentanti politici, e non mi rivolgo solo a quelli nostrani, ma anche a quelli dell’Europa, ci stanno trascinando verso in guerra. Solo il Papa ha avuto il coraggio di chiamare col suo vero nome questa follia: terza guerra mondiale in cui siamo entrati inconsapevolmente e senza esservi preparati. I signori che si esprimono sulla base del pensiero unico dominante, continuano a volerci vendere la guerra in Ucraina come una difesa della democrazia contro l’aggressione di uno stato dittatoriale. In questo atteggiamento non si sa dove finisca la malafede e l’ipocrisia e quanti possano davvero essere convinti di quanto vanno affermando.
Ma la realtà è che la guerra in corso non è un conflitto tra Russia ed Ucraina ma uno scontro tra l’America e la Russia. È anzi la prima guerra che gli USA combattono senza avere uomini loro sul terreno. Infatti le armi usate sono quelle fornite degli americani ed anche la pianificazione e la realizzazione delle azioni condotte sul terreno sono pianificate direttamente oltreatlantico, facendo ricorso all’uso dei satelliti e della tecnologia che sfrutta i flussi telefonici. In tal modo il tiro delle artiglierie ucraine è diventato di una precisione quasi millimetrica.
Oggi, poi, tutti plaudono al successo di una controffensiva che ha permesso agli ucraini di riconquistare alcune delle aree già occupate dai russi. E tra gli gli altri il fantoccio Zelenskij appare sempre più ringalluzzito, ed ospitato nei più importanti consessi dell’occidente continua a chiedere armi sempre più potenti e ad aspirare alla riconquista dei territori perduti, a partire dalla Crimea.
Atteggiamento che allontana sempre più le possibilità di colloqui di pace.
Ma dietro l’esaltazione dell’ex comico vi è la spinta degli americani che vogliono il cui obbiettivo è quello di annientare la Russia. Questa paranoia sembra aver contagiato le classi al potere in America fin dal momento del collasso della vecchia Unione Sovietica e ciò con scarsa lungimiranza, ma solo con l’arroganza di una potenza che si sente egemone e che non accetta di veder svilire il suo ruolo in un mondo che va cambiando, diventando non più bipolare ma multipolare, per l’avvento di nuove potenze quali Cina India ed altre che prima non contavano nulla suo piano economico. Per questo la strategia americana è quella di prolungare la guerra il più possibile senza pensare minimamente a ricercare una via diplomatica che possa porre fine allo scontro.
A causa di una simile folle posizione l’Europa sta precipitando in una crisi senza precedenti e da cui sarà assai difficile riprendersi. La folle crescita del prezzo dei combustibili ha provocato ed ancora provocherà il fallimento di decine di migliaia di imprese, la crescita dell’inflazione ed una situazione assai simile a quella vissuta dalle popolazioni europee durante la Seconda Guerra Mondiale. Infatti le aziende europee saranno scalzate dal mercato perché non possono competere con quelle americane che pagano l’energia a prezzi che sono dieci volte più bassi.
Le previsioni per l’autunno oramai arrivato sono delle più fosche e nessun paese è in grado da solo di arginarle. Sarebbe dunque questo il momento di chiedersi che senso ha rimanere in un’alleanza in cui a comandare sono solo gli americani i cui interessi non coincidono certo con quelli europei.
Il prezzo della guerra sta ricadendo esclusivamente sulle spalle dei paesi del vecchio continente e sembra che la cosa lasci indifferenti coloro che decidono la strategia da Washington, trascurando il rischio di destabilizzare definitivamente gli alleati europei. Ma, nonostante la gravità della situazione, nessuno dei rappresentanti dell’Europa osa alzare la testa ed affermare la necessità di proteggere le economie del vecchio continente dalle conseguenze delle scellerate decisioni USA. Anche l’esultanza per il successo di questi giorni della controffensiva ucraino-americana sembra eccessiva. Nessuno si chiede a cui giova spingere l’orso russo alle corde, col rischio, appena annunciato che esso, disperato, metta mano al suo arsenale atomico. Se questo avvenisse sarebbe per il mondo intero l’apocalisse.
Siamo, come si vede, giunti ad un punto in cui i soli riferimenti per il destino del mondo sono quelli biblici. Siamo cioè nel campo della religione e, forse, non è un caso che l’unico che abbia levato la voce contro i rischi connessi a questa guerra sia stato Papa Francesco. Che sia questo un segno del destino e che davvero l’unica luce su questo mondo votato alla distruzione possa venire da quella direzione?
In quest’ottica notiamo che l’ultimo discorso di Putin, quello in cui l’autocrate richiama le responsabilità dell’America e la sua mancanza di volontà nel perseguire un percorso di pace è avvenuto alle ore 7 del 21 settembre, nel giorno cioè in cui si festeggia San Matteo patrono di Salerno e a due soli giorni dal 19 settembre, giorno di San Gennaro, il quale, anche questa volta ha operato il miracolo dello scioglimento del suo sangue, segno fausto della protezione che egli accorda alla città che in lui si riconosce.
Ed allora mentre i soliti seguaci del pensiero unico americano vedono nelle parole di Putin solo una vana minaccia di colui che si sente oramai sconfitto e disperato, noi, in cui sembrano riaffiorare frammenti di quella religiosità un po’ ingenua che ci animava da ragazzi, osiamo sperare, cercando di non essere blasfemi, in una celeste coalizione. Un sottile fil rouge, dunque, che unendo Napoli e Salerno porti all’intervento dei nostri due santi patroni i quali si mettano a capo di tutti gli altri santi, di una coalizione celeste.
Un intervento, quello di Gennaro e Matteo, che facendo leva sulla particolare predilezione dell’altissimo per i nostri due santi, operi il miracolo di scacciare la follia dalle menti di coloro che spingono affinché la guerra duri a lungo, con l’obbiettivo di annullare Putin.
Forse può sembrare blasfemia la mia o ingenuità, oppure è una boutade per strappare un sorriso? Eppure credo si sia sul limitare di una immane tragedia e che da quella soglia difficilmente ci si possa ritrarre.
Davanti a noi si apre un baratro senza fondo e nessuno dei protagonisti di questa tragedia sembra avere il coraggio o la volontà di opporsi a quello che appare come un destino oramai quasi inevitabile.
Invece di cianciare come fanno i nostri inutili idioti, i nostri politici in campagna elettorale di coalizioni per il voto, imploriamo l’intervento di quella celeste, con a capo i santi Gennaro e Matteo ed il seguito di tutti gli altri abitanti del paradiso.
I mio è un invito a pensare. Agiamo o o preghiamo, ma la cosa importante è che usciamo dal nostro torpore e facciamo quanto possibile per spingere il mondo sulla via della pace. Che i giovani scendano nelle strade e facciano sentire la loro voce. La strada su cui ci siamo incamminati non porta da nessuna parte.
