Addio alla Regina Elisabetta: la storia di un secolo

di Pierre De Filippo-

Sarebbe al contempo riduttivo e superfluo raccontare chi la Regine Elisabetta, The Queen, sia stata. Perché lo sanno tutti, perché è stato il personaggio storico più in vista e per il tempo più lungo, perché come pochi ha avuto il merito ed il vanto di segnare un’epoca.

Settant’anni di regno – il giubileo di diamante solo pochi mesi fa – la dice lunga su quanto Elisabetta di Windsor abbia accompagnato la storia del mondo dal “secolo breve” al nuovo millennio.

Un punto fermo di granito mentre tutto, intorno a lei, veniva meno. Dalla guerra fredda alla caduta del Muro di Berlino, dalla decolonizzazione al terrorismo internazionale, dalla fine dell’impero inglese alla nascita di quello cinese, non c’è fenomeno che non l’abbia toccata. E non c’è stato un momento in cui noi, cittadini del mondo, non abbiamo visto in lei la stabilità eterna, la presenza inossidabile.

Immaginare che da domani inizi un nuovo regno – quello di Carlo III – ci fa vivere un misto di stupore, incredulità e consapevolezza del tempo che scorre. Anche per noi.

Non stava bene, ultimamente aveva ridotto drasticamente tutti i suoi impegni ufficiali, si era fatta sostituire da Carlo, da William. Si capiva che stava arrivando, a novantasei anni compiuti, al termine della sua lunga esistenza ma solo qualche giorno fa aveva incoronato, si fa per dire, Liz Truss, il nuovo Primo ministro, il quindicesimo della sua storia, la terza donna dopo Margareth Thatcher e Teresa May, dandole le chiavi di Downing Street, quelle che furono di Winston Churchill.

Adesso che il London Brigde è crollato – il nome del protocollo che scatta alla morte del regnante e che porta all’organizzazione delle sue esequie – il mondo si ritrova senza una figura di peso e attonito al nunzio sta.

 

La morte di Elisabetta II la dice lunga, però, anche della perfetta impalcatura istituzionale che gli inglesi si sono dati e quanto coerente sia col loro codice genetico, col suo senso della storia.

Il primo pensiero, oggi pomeriggio, degli inglesi è stato: che la terra sia lieve alla nostra sovrana. Ma il secondo è stato: God save the King. Dio salvi il nostro Re.

È la corona che conta, più ancora di chi la porta sulla testa.

Non sarà semplice abituarsi all’idea, non sarà scontata questa transizione, non sarà normale questo passaggio di consegne.

La BBC, quando le condizioni della sovrana si sono aggravate, ha modificato la propria programmazione e poi, per prima, ha dato la notizia, riprendendo le fonti interne.

L’account twitter ufficiale della Royal Family è chiaro: “The Queen died peacefully at Balmoral this afternoon. The King and the Queen Consort will remain at Balmoral this evening and will return to London tomorrow.”

 La regina è morta pacificamente.

Il Re – proprio lui, aspettando Godot, stasera si fermerà nel castello di Balmoral, in Scozia, per la veglia e domani tornerà a Londra.

Ci tornerà, forse non l’avrebbe mai più detto, da sovrano. Con la sua regina consorte, quella di sempre, Camilla.

Come cambia il mondo in un batter d’occhio.

Pierre De Filippo Pierre De Filippo

Pierre De Filippo

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