Alessandro, i branchi e questa società che va a rotoli
di Claudia Izzo-
Stamane lutto cittadino a Gragnano per i funerali di Alessandro in un paese agghiacciato: la bara bianca ed una funzione raccolta senza riprese tv perchè il dolore non va spettacolarizzato.
Aveva soltanto 13 anni, Alessandro, l’età in cui si inizia a guardare la vita con curiosità, l’età delle partite a calcetto, della musica a go-go, degli hobby. E’ l’età, per alcuni, anche delle prime cotte. E’ l’inizio del cammino, del percorso che ognuno ha innanzi. Ma i tempi sono cambiati, si sono disumanizzati e la nostra società non ci offre nè modelli, nè tante speranze.
Alessandro non festeggerà altri compleanni. Alessandro è morto volando dal quarto piano della sua abitazione in via Lamma. Si pensava, inizialmente, che si fosse sporto troppo per aggiustare un cavo dell’antenna Tv, ma secondo le ipotesi emerse dalle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata e condotte dai Carabinieri di Gragnano e dalla sezione operativa della Compagnia di Castellammare di Stabia, si sarebbe lanciato nel vuoto dopo veri e propri attacchi da parte di cyber bulli del quartiere.
Alla base di tutto ci sarebbe dunque una malsana gelosia: a tramare la vendetta per un rifiuto sarebbe stata proprio l’ ex ragazzina di Alessandro, gelosa della nuova fidanzatina di quest’ultimo. Quindi, con l’aiuto di complici l’ex avrebbe dato vita a minacce, aggressioni, intimidazioni, chiare istigazioni a togliersi la vita, come risulta dai messaggi ritrovati sul cellulare del ragazzo, per cui Alessandro avrebbe risposto “Tra poco toglierò il disturbo”.
Ma da chi sarebbe composta questa baby gang del quartiere capace di tutto questo? Due maggiorenni e quattro minorenni sono indagati per istigazione al suicidio tra cui due ragazze, di cui una è proprio l’ex di Alssandro. Tra questi giovanissimi il 18enne e suo fratello 16enne non sono nuovi a questi episodi, hanno già sulle spalle una denuncia a piede libero per un pestaggio di qualche mese fa. Sempre ai danni di un adolescenti. Sempre a Gragnano.
” Ti lascio, non reggo più” sono le ultime parole di Alessandro, in un messaggio alla fidanzatina, parole stanche e ricche di sconforto di questo 13enne, figlio di un agente di commercio e di un’avvocata, educato, solare, allievo modello, come hanno affermato le sue professoresse e con tanti amici.
Nessuno ha compreso il suo dolore, il suo estremo disagio. Nessuno è stato in grado di aiutarlo, di evitare questa tragedia. Tantomeno noi tutti possiamo voltarci dall’altra parte. Alessandro è un nostro figlio morto in un mondo troppo violento, distratto e superficiale, fagocitato in altrettanti mondi virtuali, che non può che condurre al baratro, senza possibilità di ritorno.
