In morte di David Sassoli

di Pierre De Filippo-

Ricoverato dal 26 dicembre presso il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, Pordenone, è morto ieri notte David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo ed ex giornalista.

Già in settembre era stato costretto ad un primo ricovero in una struttura di Bruxelles per una polmonite da legionella che lo aveva debilitato e che lo aveva costretto a rallentare. Aveva dovuto, successivamente, chiarire che non di covid si trattava e che, soprattutto, nulla c’entravano i vaccini.

Aveva ripreso la sua attività in novembre, aveva mandato avanti i lavori del Parlamento col solito piglio e la stessa passione europeista di sempre fino a Natale, quando la situazione s’è nuovamente aggravata ed il quadro clinico è apparso, giorno dopo giorno, sempre più compromesso.

Una “grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario” – come recita il tweet di Roberto Cuillo, il suo portavoce – l’ha portato alla morte, non prima però di aver organizzato il passaggio di consegne col successore, non essendosi voluto ricandidare per un secondo mandato alla presidenza, forse conscio della delicatezza delle sue condizioni.

Fiorentino di nascita, figlio di Domenico Sassoli, giornalista ed intellettuale, aveva seguito le orme paterne. Dopo l’esordio con l’agenzia Asca, aveva collaborato con “Il Giorno” ed aveva concorso a fondare l’associazione “Articolo 21”, a difesa della libertà di stampa.

Entrato in Rai nel 1992 come inviato speciale, ce lo ricordiamo tutti come volto familiare che, alle 13.30 prima e alle 20.30 poi, entrava nei nostri pranzi e nelle nostre cene, col solito garbo, per le edizioni del TG1, del quale è stato anche vicedirettore.

Poi, lo sbarco in politica: fervente e convinto europeista, è candidato al Parlamento europeo nel 2009, risultando – con oltre 400mila preferenze – tra i più votati, diventando capogruppo PD. In un’intervista dell’epoca, alla domanda se il suo passaggio alla politica sarebbe stato temporaneo, rispose con convinzione di voler “dedicare il resto della mia vita alla politica”. Come ha fatto.

Nel 2013 si candida alle primarie a sindaco di Roma, arrivando secondo dopo Ignazio Marino ma davanti a Paolo Gentiloni, che qualche anno dopo sarebbe diventato Premier.

Riconfermato al Parlamento europeo nel 2014 e nel 2019, il 3 luglio di quello stesso anno viene eletto Presidente, settimo italiano ad ottenere il prestigioso incarico.

Fino all’epilogo di ieri.

Elegante, raffinato, appassionato, pieno di fervore, di Sassoli rimarrà certamente il suo modo di intendere la presidenza, sempre giocando all’attacco e mai in difesa, sempre con quel piglio propositivo anche a costo di andare fuori tempo o fuori tema, sempre avanti.

Per questo era stimato trasversalmente, per questo – con buona probabilità – sarebbe stato eletto per un secondo mandato se solo lo avesse voluto, se solo il destino glielo avesse permesso.

Proveniente da una unità e salda famiglia cattolica, lascia la moglie Alessandra Vittorini, figlia dell’importante urbanista Marcello, e i figli Giulio e Livia.

 

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