No, in Italia non è morta la democrazia. È morto il buon senso.

-di Clelia Pistillo-

I manifestanti No green pass, no vax, no mask sono persone che dall’inizio di questa pandemia hanno detto no a tutto. Dapprima hanno messo in dubbio l’esistenza stessa del virus, in seguito hanno rifiutato l’uso della mascherina, quando c’è stata l’opportunità di vaccinarsi hanno deciso di non farlo, praticamente osteggiando ogni misura adottata al fine di fronteggiare il covid 19.

Sostengono che il green pass sia incostituzionale ma non studiano la costituzione, rifiutano il vaccino ed anche il tampone. Insomma quale sarebbero le loro proposte alternative per far fronte ad una pandemia che ci ha messi tutti al tappeto? Non ne hanno.

Così, mettendo in discussione la credibilità della comunità scientifica ed elevando ad illuminati personaggi assolutamente discutibili, se ne vanno a spasso favorendo il contagio ed alimentando paure che creano un danno collettivo di proporzioni enormi.  Ovviamente a strizzare l’occhio a questa fetta di popolazione ci sono vip dalla popolarità decaduta, forse alla ricerca di un momento di gloria, e pezzi di politica italiana che vivono di eterna propaganda.

I manifestanti no green pass questa volta si sono voluti superare dando luogo alla più grande pagliacciata degli ultimi tempi.  A Novara, un gruppo di persone ha sfilato rievocando la tragedia della Shoah, strumentalizzando per scopi infimi il più grande dramma del secolo scorso.  Abbiamo visto tutti le pettorine a strisce che riportavano alla mente l’abbigliamento dei deportati nei campi di concentramento nazisti.

Immagini shock che non avremmo mai voluto vedere.

Se il diritto ad esprimere il proprio pensiero è sacrosanto, oltraggiare la memoria delle vittime di uno dei periodi più neri della storia è inammissibile.

Ma le parole migliori sono state quelle di Liliana Segre: “Quella gente è proprio fortunata perché ha potuto mimare la sofferenza senza viverla, non sa cosa hanno davvero sofferto coloro che sono stati prima esclusi, poi discriminati e infine annientati».

Tutto questo in nome di una libertà  il cui profondo significato è chiaramente sconosciuto. Dimenticano (o forse non sanno) che in Italia sotto una vera dittatura fascista le manifestazioni non erano neppure consentite. Se oggi possiamo esprimere la nostra opinione  dobbiamo solo ringraziare coloro che hanno dato la vita nel combattere per la nostra democrazia, contro quel regime che ha trascinato nei campi di concentramento milioni di persone.

No, in Italia non è morta la democrazia. È morto il buon senso.

 

 

 

“Auschwitz-Birkenau” by Ministry of Foreign Affairs of the Republic of Pol is licensed under CC BY-ND 2.0

Clelia Pistillo

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