“Ne condivido il principio”. Draghi e il reddito di cittadinanza
Mario Draghi, per anni, ha dovuto scontrarsi con una brutta etichetta, quella dell’uomo dei conti, austero, frigido, rigorista e lontano dalla povera gente che soffre. Da governatore della BCE questa etichetta gli calzava a pennello: troppo liberista per essere vero, troppo “cattivo”.
Da uomo intelligente, cerca in ogni occasione di dimostrare il contrario, di dimostrare cioè ciò che non dovrebbe: che è capace di provare empatia e che alcune misure erano necessarie proprio a tutelare la povera gente, anche se nel lungo periodo.
Così, quando gli hanno chiesto cosa pensasse del Reddito di Cittadinanza, ha risposto che “condivido in pieno il concetto che vi è alla base…”
Ha poi aggiunto che “è troppo presto per dire se verrà ridisegnato”.
In realtà, l’ammissione l’ha già fatta: condividere il concetto che vi è alla base – e solo quello – significa che, in cantiere, c’è già la volontà di modificarlo.
La vera domanda è: ha ragione o ha torto? Ha ragione Matteo Renzi a criticarlo così aspramente e a proporre un referendum che lo abroghi o ha ragione Giuseppe Conte, che si è immediatamente preoccupato di chiarire che la misura-bandiera del M5S non si tocca?
Dobbiamo, inevitabilmente, ripartire dai numeri, che sono già un primo strumento per comprendere l’efficacia di ogni provvedimento.
In primis, occorre chiedersi: ha sconfitto la povertà? come pure enfaticamente c’era stato annunciato da un balcone in una notte d’estate.
Introdotto nel 2018, nel 2019 l’incidenza della povertà assoluta familiare era calata solo dello 0,6%, mentre nel 2020 – chiaramente anche a causa del Covid – è tornata a salire rispetto ai valori del 2018.
Non un gran risultato.
Ha, invece, migliorato la giustizia sociale? Secondo le rilevazioni, circa il 30% sarebbe erogato indebitamente, a persone che non ne avrebbero il titolo. Parliamo di miliardi di euro che non vanno a chi più ne avrebbe bisogno ma ai soliti furbetti.
Allora, ha aiutato a trovare lavoro? Neanche questo, perché parliamo di cifre davvero irrisorie e, spesso, di contratti che non garantiscono il venir fuori da uno stato di indigenza e che non portano queste famiglie verso una reale indipendenza economica.
Dunque? Dunque, ha ragione Draghi. Il concetto posto alla base del Reddito di Cittadinanza è ampiamente condivisibile, soprattutto in una fase delicata e instabile come quella che stiamo vivendo. Ma i provvedimenti non devono essere solo validi in linea di principio, devono funzionare, devono risolvere i problemi, devono avere un impatto.
Il RdC così pensato, così concepito non ha raggiunto i suoi risultati e, per essere chiari, non li avrebbe raggiunti nemmeno se non ci fosse stata questa terribile pandemia.
È, e rimane, una misura-bandiera. Nulla più.
Al buon senso di Conte – finalmente eletto capo politico del Movimento – prendere visione dei dati e, astutamente, cercare di guidare il carrozzone, in maniera tale da attestarsi anche ogni eventuale modifica.
Diversamente, il rischio che, per la seconda volta, rimanga sereno è molto alto.
“Mario Draghi – World Economic Forum Annual Meeting 2012” by World Economic Forum is licensed under CC BY-NC-SA 2.0
