Presentato il nuovo progetto del Palazzetto dello Sport a Salerno….che sia la volta buona?
Nell’ambito del programma di trasformazione e riqualificazione previsto dal PUC (Piano Urbanistico Comunale) di Salerno, nell’area sud-orientale dalle città, lato mare, si evidenzia un’ampia zona pianeggiante di circa 88 ettari a vocazione ludico-sportiva e residenziale, che racchiude attualmente al suo interno lo Stadio con l’incompiuta Marina D’Arechi, mentre ad est dello stesso campo di calcio ritroviamo un’ampia area che abbraccia un cinema multisala e una serie di altri edifici, lato mare, in via di realizzazione e completamento.
Esattamente a sud del multisala, un vecchio cantiere abbandonato, in un’area destinata alla realizzazione di un importante Palazzetto dello Sport, sembrerebbe oggi finalmente avviato a concludersi con la recente presentazione del nuovo progetto (avvenuta il 19 Luglio).
L’area in questione dal PUC, Tavola P2.11 Zonizzazione, indicata come “Attrezzature pubbliche d’interesse locale2 destinata a Verde attrezzato e Sport, presenta ancora la sagoma del primo progetto dell’Architetto Tobia Scarpa. Nella Tavola P4 Disegno Urbano di Indirizzo, invece, si evidenza sempre il vecchio progetto indicato, in legenda, col numero 8. La travagliata vicenda ha inizio esattamente 22 anni fa, allorquando nel 1999 si avviava una prima ipotesi di progetto intorno al Palazzetto dello Sport Salerno. Nel giugno del 2000 la commissione del concorso internazionale presieduta da Bohigas, aggiudicava la vittoria del progetto realizzato dall’architetto Tobia Scarpa (figlio del grande architetto-designer Carlo Alberto Scarpa) e dall’Ingegnere strutturista Giandomenico Cocco: una sorta di grande centro polisportivo da 8000 comodi posti a sedere, in grado di ospitare non soltanto eventi sportivi ma anche eventi di stampo culturale e di spettacolo in generale.
In linea generale il progetto iniziale prevedeva due edifici principali di cui uno costituito da 5 piani fuori terra destinato all’accoglienza del pubblico e ai i servizi amministrativi, e un altro edificio di 3 piani destinato agli atleti e alla palestra. Pezzo forte, la sua copertura sarebbe stata costituita da una struttura reticolare a due ellissi poggiante sui due edifici e dunque inclinata, a mo’ di riparo del campo destinato alle attività agonistiche e accompagnato da una pista da 200 metri, il tutto con la presenza di caffetterie, ristoranti, spazi per il fitness center e commerciali. Intanto, già nel 2005, con una cantieristica ancora in alto mare, l’Amministrazione Comunale assegnava l’appalto alla Delfino in ATI con CIEL, prevedendo inoltre un 31% di ribasso dell’importo che si stimava di 31 milioni di euro circa, con consegna lavori a fine 2008. Per la cantieristica venivano stanziati 20 milioni circa di euro finanziati con fondi regionali e un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti. Il cantiere avviato sotto la direzione dell’architetto Emilio Maiorino (in precedenza associato all’architetto veneto Scarpa), vedeva per la parte strutturale, assegnato l’incarico all’ingegnere Cocco. Verso la fine dell’anno seguente, si precedeva alla stipula di un nuovo contratto d’appalto da integrare a quello dell’anno precedente, cui seguiva una ulteriore integrazione due anni dopo, nel 2008. Di lì a poco, a causa di alcuni problemi economici, nel 2009 il cantiere si ferma definitivamente, mentre un sopralluogo effettuato dal Comune evidenziava il mancato pagamento degli operai impegnati in cantiere da parte dell’impresa appaltante. Si procedeva pertanto alla revoca di tutto l’appalto (marzo 2009 – dalla delibera n°388 del 3 Aprile 2009) assistendo così allo sfumare dell’avveniristico PalaSalerno, struttura di grande prestigio per il Capoluogo manchevole ancora oggi di strutture sportive di rilievo. All’inizio del 2012 è il Direttore dei Lavori per l’architettura a riaprire il dibattito portando alla luce i dati relativi ai costi fino ad allora sostenuti: 9 milioni di euro per il palazzetto e 4 ulteriori per i servizi commerciali, mentre altri 20 milioni circa erano la cifra necessaria al completamento del progetto di Scarpa. La discussione si riapre anche in Commissione Urbanistica con il vaglio di una modifica della copertura, la cui spettacolarità richiedeva costi assai onerosi. Al 2013 il cantiere del Palazzetto, abbandonato a se stesso, è una cattedrale nel deserto, ricettacolo d’immondizia e di sterpaglia ovunque. Tuttavia, sul finire dello stesso anno, l’allora Sindaco Vincenzo De Luca, faceva rientrare la cantieristica del PalaSalerno e il suo completamento nel piano di opere pubbliche per il 2014. All’inizio del 2014, alcuni tecnici del Comune di Salerno, in un tentativo di mediazione con lo stesso Studio Scarpa per affrontare l’eventuale ipotesi di ridimensionamento del progetto, vedono fallire l’obiettivo scontrandosi, di fatto, con un gruppo poco propenso a una soluzione a ribasso.
Nel marzo del 2016 una nuova proposta progettuale, avanzata in project finanzing dall’Ati Edilizia Impianti Telecomunicazioni srl dell’Amministrazione Giovanni Salerno e consorzio Promosport Salerno, presieduto dall’ingegnere Sergio Landi, si fa strada a dare una speranza all’area ormai da troppo tempo abbandonata: la proposta avanzata dal CONI (nella persona del Presidente Giovanni Malagò) in collaborazione con il Comune di Salerno e la Regione Campania, ha come finalità ben precisa il completamento dell’opera in concomitanza con le Universiadi del 2019. L’idea progettuale presentata presso il Salone dei Marmi del Comune di Salerno (4 Marzo 2016), mortificata, purtroppo, dell’estro artistico e architettonico di alta qualità di Tobia Scarpa, prevedeva una serie di ambienti per svariati sport, spazi destinati al CONI, foresteria, area commerciale, piscina e una beach arena, campi da tennis, ristoranti e il Palasport con 3200 posti a sedere. Due mesi dopo, intanto, il Governatore della Campania assicurava che, per il completamento dell’opera, sarebbero stati necessari dieci mesi circa grazie ai Fondi Europei per la Regione Campania (970 euro per la città di Salerno: Fondi destinati a interventi strategici focalizzanti trasformazioni urbanistiche, ambiente, rigenerazione urbana, parcheggi e mobilità), di cui, 40 milioni di euro circa, stanziati per la Cittadella dello Sport, il cui cantiere sarebbe stato finanziato non più dai privati, ma interamente da Fondi Europei e, in parte, del CONI. Ma, due anni dopo la sontuosa presentazione del nuovo progetto, nulla si è mosso e, archiviato il precedente progetto di Tobia Scarpa, anche la proposta del CONI subisce la stessa sorte. Difatti, la riforma del CONI contenuta nella Legge di Bilancio del 2019, fa venir meno proprio la forte autonomia economica del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (dettata dalla spartizione dei Fondi Statali), facendo sfumare dunque per l’ennesima volta il progetto proposto nel 2016.
Nel settembre del 2020 ancora il Presidente della Regione Campania presenta, nuovamente, il nuovo Palazzo dello Sport di Salerno con capienza di oltre 5000 posti a sedere, sfruttando la struttura già realizzata del vecchio cantiere, ipotizzando una sorta di impianto polivalente sulla falsariga, per quanto riguarda la copertura, di quello realizzato a Monaco di Baviera. Dal punto di vista finanziario, per la conclusione del cantiere, si sarebbero investiti 8 milioni di euro circa, residuo dei Fondi Universiadi. Ma anche questa volta l’ennesimo progetto sfuma in brevissimo tempo!
Il 19 luglio scorso, infine, al Gran Hotel Salerno è stato presentato un nuovo progetto preliminare per il PALASALERNO (finanziato dalla regione Campania per un investimento di 27 milioni di euro). La struttura sportiva ha la firma dell’architetto Gino Zavanella dello Studio GAU Arena. La sua forma è particolarmente morbida, smussata in tutti suoi angoli e accattivante nel design. Accoglie 5300 posti a sedere sulle tribune e 1200 al parterre. Oltre agli spazi destinati allo sport ci saranno anche ambienti con destinazioni congressuali e ludiche. Sarà dunque una struttura polifunzionale dove le discipline sportive verranno esplicate anche all’esterno grazie alla presenza di alcune terrazze panoramiche. Previsti anche un parco urbano con la piazza dello sport a mezzogiorno e negozi sportivi, pub e store, il tutto accompagnato da collinette artificiali e balaustre per alcuni particolati sport come la mountain bike, il cross bike o lo skateboard. Si spera soltanto che tale idea possa finalmente concretizzarsi dopo vent’anni di false partenze e, come dice il proverbio, la speranza è sempre l’ultima a morire!
Le rappresentazioni dei progetti provengono dai siti: skyscrapercity.com e il sito facebook “Arcan”